Non si fermano le polemiche dopo l’annuncio del presidente della Sicilia, Renato Schifani, di volere bloccare gli investimenti sul fotovoltaico. “Alla Sicilia non resta nulla”, ha detto il governatore promettendo così uno stop alle autorizzazioni. Annuncio che ha scatenato le polemiche da subito, anche nel centrodestra. “I pannelli solari sono la grande scommessa del Sud, in Sicilia creano occupazione, con la grande fabbrica di Catania”, ha risposto subito il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, di Fdi. Al quale hanno fatto eco tutti i parlamentari siciliani meloniani: “Il fotovoltaico consentirà l’impiego di consistente forza lavoro, con ciò favorendo il prosperare dell’economia reale”. E non si arresta la polemica neanche il giorno dopo: “È una questione di programmazione che in Sicilia è del tutto assente”, interviene Sergio Lima, componente della direzione nazionale del Pd. E continua: “Perciò è verissimo che bisogna fare ordine tra le autorizzazioni – attualmente è il far west – ma con un annuncio come quello di Schifani siamo solo davanti a una Sicilia che alza la posta con un contraente senza mettere alcun ordine e senza pensarsi nel futuro. Sono dinamiche vecchie che fin qui non hanno portato assolutamente nulla all’isola. È inaccettabile fare dichiarazioni di questo tenore senza pensare invece a formulare con urgenza una programmazione. A questo si aggiunge il fatto che la Regione batte cassa senza essersi mai preoccupata di quanto viene dato ai comuni, che sono lasciati completamente soli”.

Tutti contro Schifani, dunque? In realtà dietro l’uscita del presidente, secondo alcuni osservatori, ci sarebbe pure la spinta dell’ex governatore Raffaele Lombardo, rappresentato in giunta regionale non a caso dall’assessore all’energia Roberto Di Mauro. In aiuto di Schifani, di sicuro, lunedì si è inserito nel dibattito anche Totò Cuffaro: “La presa di posizione del presidente Schifani vuole essere una pietra lanciata nello stagno per muovere le acque e porre l’attenzione sul tema della produzione energetica e dei profitti dei fondi che stanno investendo nella nostra regione”, ha sottolineato l’ex presidente della Regione. E ha aggiunto: “Credo che il presidente abbia voluto significare come la Sicilia non possa rimanere esclusa dalle royalties versate in produzione energetica anche come ristoro. Ed è chiaro che le imprese agricole che producono energia per utilizzo aziendale sono escluse dal versamento di ogni tipo di royalty, anzi vengono dalla Regione stimolate e supportate nella realizzazione di impianti. Non c’è nessun blocco delle istruttorie, ma solo la richiesta di un confronto produttivo col governo nazionale e con i fondi di investimento”. Fotovoltaico sì ma non senza una contropartita per la Sicilia, in sintesi.

Per questo anche oggi non si fermano le polemiche: “Bloccare le autorizzazioni per il fotovoltaico è da irresponsabili”, tuonano il giorno dopo anche i sindacati. In una nota Cgil e la Filctem regionali, intervengono spiegando che occorre “un piano regionale delle Fer che preveda la mappatura delle aree dove possono ricadere, le tutele dell’occupazione, l’insediamento degli impianti funzionale alla transizione energetica dell’industria, privilegiando l’utilizzo delle aree dismesse e delle coperture dei capannoni industriali”. Il sindacato sottolinea la “necessità che il piano tenga conto dello sviluppo delle filiere collegate e questo vale per il fotovoltaico e per l’eolico on e off shore”. Quanto ai meccanismi di compensazione “si proceda col dialogo e non con i blocchi”, rilevano Gabriella Messina e Giacomo Rota, rispettivamente segretaria confederale Cgil Sicilia e segretario generale della Filctem regionale. “Come la Cgil assieme a Cisl e Uil ha fatto col protocollo siglato con Renexia – hanno ricordato – E questo vale anche per quanto riguarda la tutela dell’occupazione nei processi di transizione e il suo sviluppo, temi sui quali continueremo a vigilare e a sollecitare il confronto”.

Ma non solo, per Cgil e Filctem l’urgenza è anche quella di garantire il “massimo della trasparenza in tutte le procedure per scongiurare i fenomeni di corruzione e le infiltrazioni mafiose”. Serve una regolamentazione anche per il M5s: “Le energie rinnovabili sono il futuro dell’economia green e perciò vanno utilizzate ed incentivate, ma con precise regole che mettano sempre in primo piano il rispetto dell’ambiente e garantiscano un’adeguata contropartita economica. All’Ars sono depositati da tempo nostri disegni di legge sul tema, uno per il fotovoltaico e uno per l’eolico. Si faccia di tutto per portarli al più presto in aula, specie ora che a sala d’Ercole è mancato il materiale su cui lavorare”, spiegano i deputati del M5S all’Ars Luigi Sunseri e Cristina Ciminnisi, prirmi firmatari rispettivamente di un ddl che norma l’installazione degli impianti fotovoltaici sui terreni agricoli e di un disegno di legge sull’eolico che punta al rispetto del paesaggio ma anche a garantire una contropartita economica per la Regione. Il nocciolo, in sostanza, della questione.

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