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La Giunta della Camera nega l’immunità a Sgarbi: ora il sottosegretario rischia di dover sborsare 30mila euro per gli insulti a Carfagna

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Niente scudo parlamentare per Vittorio Sgarbi. La Giunta per le autorizzazioni della Camera ha negato l’immunità al sottosegretario alla Cultura per gli epiteti ingiuriosi che nel 2020, quando era deputato, rivolse a Mara Carfagna, allora vicepresidente dell’assemblea di Montecitorio in quota Forza Italia. Nel corso di un seduta, Carfagna aveva invitato Sgarbi a indossare correttamente la mascherina (che lui teneva appesa agli occhiali): per tutta risposta, Sgarbi aveva pubblicato tre video su Facebook in cui insultava pesantemente la collega storpiandone il nome in “Scarpagna”, “Scapogna” e “Sorcagna“. “Io la mascherina la indosso come voglio e farei meglio a non indossarla perché fa male. Serve solo il distanziamento sociale. Capra!”, diceva. E ancora: “Quella intollerabile cretina della Carfagna dice “isolatevi”: quella poveretta, in Parlamento solo per essere stata in ginocchio davanti a Berlusconi. Capre! Carfagna capra! Mi fa schifo che mi rappresentiate in Parlamento”.
La difesa di Sgarbi aveva sostenuto l’insindacabilità delle opinioni espresse, sostenendo che fossero perseguibili in base all’articolo 68 della Costituzione in quanto “connesse all’esercizio della funzione parlamentare“. La Giunta però è stata di diverso avviso e ha approvato all’unanimità la relazione della deputata dem Antonella Forattini, che ha ritenuto sindacabili le affermazioni del sottosegretario. Potrà quindi riprendere il procedimento civile in corso a Roma, finora sospeso, all’esito del quale l’ex deputato rischia di dover risarcire Carfagna – nel frattempo diventata presidente di Azione – con trentamila euro (a tanto ammonta la richiesta dell’ex vicepresidente della Camera).

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