“Rimangono le critiche sul codice degli appalti, anche se sono a disposizione”. Dopo la rovente polemica dei giorni scorsi, Giuseppe Busia utilizza toni molto più moderati. Dopo che venerdì il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione aveva aspramente criticato il codice di cui Matteo Salvini rivendica la paternità, la Lega ne aveva chiesto le dimissioni. Busia allora aveva ammormidito i toni e pure dal Carroccio era arrivata una frenata. Anche perché l’uomo scelto nel 2020 da Giuseppe Conte per sostituire Raffaele Cantone ha un incarico di sei anni. “Se continuano a chiedere le mie dimissioni? Rimango fino al 2026 perchè ho fatto il mio dovere. C’è piena coerenza. L’ho fatto per collaborare con il governo e con il Paese perchè è mio dovere”, ha detto il numero uno dell’Anticorruzione a Mezz’ora in più, condotto da Lucia Annunziata.

Secondo Busia il nuovo Codice “è complessivamente un buon codice, alcunee parti le abbiamo scritte noi, è complessivamente un buon codice”. Ha però confermato le critiche nei confronti della possibilità di affidare forniture dirette da parte dei Comuni per tutti i servizi fino a un valore di 140mila euro. “Quello che abbiamo criticato sono le soglie, che non sono una banalità. Fino a 140mila euro io posso prendere la prima impresa che mi capita davanti e affidargli un servizio. Insomma non ho necessità di confrontare due preventivi. Chiedere un preventivo in più è una buona regola. E’ una regola che ognuno di noi fa, anche per cifre nettamente inferiori. Non si può solo correre, bisogna spendere bene”.

E ancora, ha ripetuto: “Le critiche riguardano le soglie, ovvero a cosa si applica il codice. Poiché usciamo da un’emergenza l’obiettivo è mettere insieme il fare in fretta e bene. In questo codice non c’è necessità di confrontare due preventivi e questo non è una buona regola. Se posso scegliere discrezionalmente l’impresa tecnicamente c’è un maggiore rischio di corruzione, lo sostengono anche i costruttori. E si penalizzano le piccole imprese”. Poi il numero uno dell’Anac ha ricordato che “le cose che ho detto nei giorni scorsi sono esattamente le stesse che dissi nell’audizione parlamentare del luglio 2021, quando ancora non si parlava del nuovo codice degli appalti”. D’altra parte, Busia ci ha tenuto a sottolineare quale è il compito dell’Anac: “Noi suggeriamo quello che è nelle nostre competenze. La legge ce lo impone. Verificare gli appalti, affiancare sindaci, regioni e governo a fare bene gli appalti è il nostro lavoro. Facciamo risparmiare soldi e tempo sugli appalti. Lavoriamo in modo imparziale e indipendente: finito il nostro mandato, che ci viene conferito da due terzi del parlamento, non siamo rieleggibili e torniamo al nostro precedente lavoro”

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