Domenica scorsa mi trovavo a Bracciano per far visita ad alcuni parenti e così nel pomeriggio ho deciso di recarmi presso la ormai famigerata Madonna di Trevignano, comune che si trova nelle vicinanze e, proprio come Bracciano, è una meta turistica che si affaccia sull’omonimo lago. Per arrivare al campo dove sono soliti radunarsi i seguaci della sedicente veggente Gisella Cardia, alias Maria Giuseppa Scarpulla, occorre percorrere una strada sterrata che si addentra nella campagna e si arrampica su una collina da cui si gode un bellissimo panorama.

Una volta arrivata a destinazione ho parcheggiato e sono entrata nel perimetro recintato perché ho trovato il cancello aperto, quindi tengo a precisare che non ho forzato alcun lucchetto o catena, e mi sono introdotta con altri 4 testimoni che erano al mio seguito in un campo che, come descritto precedentemente in questo blog, è inserito nell’Ente Parco di Bracciano e Martignano e per il quale non esiste alcun divieto di scattare fotografie o girare video.

In ogni caso gli scatti e le immagini che ho realizzato con il mio smartphone non ritraggono i visi delle persone presenti, dei seguaci della veggente né tantomeno dei pellegrini, pochi in verità, che erano intenti a pregare davanti ad una grande statua della Vergine rinchiusa in una teca di vetro, riproduzione di quella più piccola che si troverebbe nel salotto della signora Gisella e, secondo la veggente, lacrimerebbe sangue.

Mentre ero intenta ad osservare ciò che accadeva intorno alla statua, al crocefisso e al presepe che si trovano nel campo, mi sono accorta dell’arrivo della signora Cardia accompagnata dal marito e ho notato che non indossava i consueti guanti che, secondo lei, le servirebbero a coprire le stimmate che comparirebbero sui dorsi e sui palmi delle sue mani nel periodo della Quaresima e, dalla distanza di un paio di metri a cui mi trovavo, non ho notato strani segni sulle sue mani. Ad un certo punto sono stata redarguita da alcuni seguaci che mi hanno intimato di non scattare foto o fare video perché mi hanno riconosciuta e mi hanno manifestato la loro più totale sfiducia verso i giornalisti, i blogger e i personaggi televisivi, rei a loro avviso di aver rovinato la vita alla signora Gisella e di raccontare un sacco di bugie.

Le stesse parole mi sono state ripetute in modo molto brusco dal marito della veggente quando, dopo aver lasciato che la signora terminasse di pregare, l’ho raggiunta presso la sua automobile e le ho chiesto gentilmente se potessi farle qualche domanda. Un seguace che si è definito “volontario” mi ha ripetuto che la comunità di fedeli della Madonna di Trevignano ritiene i media responsabili di una sorta di persecuzione nei confronti della loro associazione e alla mia obiezione che è dovere della stampa e della tv fare chiarezza intorno ad un fenomeno per il quale c’è il legittimo dubbio dello sfruttamento della credulità popolare accompagnato da documentati benefici economici derivanti da donazioni, vendita di statue, oggetti sacri, libri, pubblicazioni, il volontario mi ha risposto che le domande potevo rivolgerle a lui.

Gli ho chiesto se la signora Gisella abbia o meno intenzione di consegnare la statua della Madonna che secondo lei lacrimerebbe sangue alla Diocesi di Civita Castellana che ne ha fatto richiesta e lui, che non ha voluto fornirmi le sue generalità, mi ha risposto che la richiesta della diocesi è un’invenzione dei media e che a lui risulta che il nucleo investigativo dei Ris abbia già fatto i dovuti rilievi, abbia già esaminato le lacrime e il sangue e che la Chiesa sia già stata informata di tutto e sappia tutto.

Tutto cosa, però, non è dato sapere, anche perché ai media risulta proprio il contrario, e cioè che la veggente già nel 2016 si sia rifiutata di consegnare la statuetta all’autorità ecclesiastica per le dovute verifiche. A ciò si aggiungono le dichiarazioni che Gisella fece ad uno studioso di messaggi mariani, Alberto Caccialanza, nel corso di una videointervista in cui raccontò di teglie di pizza per 4 persone che si moltiplicavano e ne sfamavano miracolosamente due dozzine e mini porzioni di gnocchi e coniglio che si trasformavano in pranzi luculliani in grado di saziare un reggimento di soldati. Senza contare le rivelazioni di alcune ex adepte che hanno dichiarato ai microfoni della trasmissione Mattino 5 che la veggente qualche anno fa raccontò loro di essere in stato interessante per opera dello Spirito Santo.

E’ più che evidente che di fronte a un fenomeno di questa portata, che il prossimo 3 aprile convoglierà una gran quantità di fedeli pronti a radunarsi a Trevignano per l’annunciata apparizione della Madonna, i media hanno non solo il diritto ma anche il dovere di condurre inchieste, girare video, fare domande, nel pieno rispetto di chi non crede nel divino e nel soprannaturale ma anche di chi, considerando la fede un fatto privato, ritiene che le modalità con cui opera la signora Cardia siano quantomeno discutibili.

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