di Valentina Taglietti

Giovedì 23 marzo abbiamo partecipato all’evento Mense per il clima che si è tenuto all’Università Sapienza di Roma insieme a Greenpeace e Legambiente. Al centro del dibattito l’impatto ambientale della carne e le azioni che anche le università possono intraprendere per ridurre l’impronta ecologica della ristorazione collettiva.

Durante l’evento, promosso dal circolo Gemme di Legambiente e molto partecipato, abbiamo annunciato l’invio di una lettera con la quale, assieme ad altre associazioni firmatarie [Legambiente Lazio, Fridays For Future Roma, Extinction Rebellion Roma, Link Sapienza, Sinistra Universitaria Sapienza e Unione degli Universitari Sapienza], chiediamo all’Ente regionale per il diritto allo studio del Lazio (DiSco) e al Comitato tecnico scientifico sulla sostenibilità della Sapienza di istituire un tavolo di lavoro per ridurre del 50% l’offerta di proteine animali nei menù delle mense dell’università. La prossima settimana le attività proseguiranno in sede con la diffusione di un questionario per chi frequenta la mensa con l’obiettivo di avere risultati precisi da poter presentare a DiSco Lazio.

L’iniziativa è collegata alla campagna Mense per il Clima promossa da MenoPerPiù, il nostro progetto per l’alimentazione sostenibile che a ottobre ha lanciato una petizione per chiedere menù più vegetali negli atenei italiani per frenare la crisi climatica. Nel 2022 abbiamo già collaborato con un’università italiana, quella di Firenze, per promuovere l’alimentazione a basso impatto ambientale creando un menù vegetale per 250 persone, con un risparmio di 439 Kg di CO2eq rispetto al menù tradizionale.

La Sapienza è frequentata ogni giorno da oltre 115.000 persone che possono usufruire del servizio di ristorazione collettiva a pranzo e, in alcuni casi, anche a cena: modificare un simile volume di pasti significherebbe incidere in modo rilevante sulle emissioni di gas serra legate alla filiera alimentare. Il pranzo in mensa rappresenta infatti un’opportunità di intervento senza paragoni per migliorare la salute pubblica, frenare la crisi climatica, centrare gli obiettivi dell’Agenda 2030 ed educare alla corretta alimentazione.

Gli studenti sono in ascolto delle pubblicazioni scientifiche che spesso provengono direttamente dalle loro università e ritengono responsabili proprio gli enti universitari di intraprendere un percorso che rispetti i loro impegni e le loro promesse in materia di sostenibilità. Effettuando una transizione verso sistemi alimentari giusti e sostenibili, con menù a base vegetale, le università assicureranno un futuro non solo ai loro studenti, ma anche al resto dell’umanità, degli animali e del pianeta.

In molti Paesi e città si stanno già sperimentando nuovi menù a minore impatto ambientale: a Berlino gli studenti hanno chiesto e ottenuto una riduzione di carne e pesce nelle 34 mense e caffetterie delle quattro università della città. Il 96% del menù diventerà a base vegetale. Nel Regno Unito invece 11 università, tra cui Goldsmiths, Cambridge e University of London hanno ridotto o eliminato la carne rossa per ragioni ambientali. Crediamo che sia fondamentale che anche le università italiane, luogo di scienza e conoscenza per eccellenza, intraprendano un percorso virtuoso e noi saremo pronti a sostenere e supportare tutti gli atenei interessati a rendere la propria ristorazione sempre più sostenibile.

[Foto di: Luca Gandolfi]

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