di Antonella Galetta

Il Rapporto di sintesi di valutazione dell’Ipcc (Report intergovernativo sul cambiamento climatico) delle Nazioni Unite rivolto ai politici del mondo viene discusso in questi giorni riga per riga dagli stessi governi a Interlaken in Svizzera. Vedremo cosa uscirà nella sintesi di lunedì 20 marzo 2023 ore 14. Il report raccoglie le ricerche scientifiche più recenti, alla luce del cambiamento climatico che ormai è sotto gli occhi di tutti. Ogni giorno una catastrofe: in Bangladesh, poi in Cina, Africa, America, ma anche in Europa non siamo più protetti.

In Italia, secondo Legambiente, negli ultimi 13 anni sono stati registrati più di 1500 fenomeni estremi in 780 comuni, con 279 vittime. Vi sembra tutto normale? Di conseguenza gli europarlamentari da Bruxelles sono finalmente riusciti ad approvare nel 2021 la Legge sul clima che punta a dimezzare le emissioni climalteranti entro il 2030 e ad azzerarle entro il 2050. Ogni 5 anni la Commissione valuterà la coerenza delle misure nazionali rispetto all’obiettivo. Ma concretamente, cosa stiamo facendo, nei fatti? Ogni Paese come si sta muovendo sulla base di queste indicazioni? Per esempio, come hanno reagito i singoli Paesi in questi giorni sul divieto di vendita per le nuove auto a benzina e diesel nell’Ue dal 2035? Questo argomento ha sollevato non poche proteste, in primis da parte di Germania e Italia – che infatti hanno rinviato il voto per l’approvazione della legge a data da destinarsi.

Questa la posizione del nostro governo: “I target ambientali vanno raggiunti attraverso una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa”. Ma fatemi ribattere, vorrei rispondere su questi due punti. La transizione “sostenibile e socialmente equa” si può fare solo con l’intervento di incentivi statali, per poter rottamare le automobili che inquinano e aiutare i meno abbienti. Per raggiungere questo obiettivo, un Paese serio deve pianificare le entrate e le uscite. Se in nel bilancio finiscono i 41 miliardi per opere e progetti destinati ai fossili, come possiamo avere denaro per trasformare il comparto produttivo delle auto inquinanti in auto elettriche?

Giorni fa il Parlamento europeo ha approvato la revisione della direttiva sull’efficienza energetica ed emissioni nel settore edilizio, finalizzata ad aumentare le ristrutturazioni e ridurre il consumo energetico per l’edilizia. Peccato che il governo abbia appena smantellato gli incentivi del precedente governo che vanno in questa direzione. Sempre per fare due conti a spanne, come possiamo incrementare le entrate per far fronte alla transizione energetica se il governo continua a fare “pace” solo con gli evasori fiscali? Le tasse devono essere pagate da tutti, in modo progressivo e in base alla ricchezza. In Italia il rigassificatore di Ravenna verrà autorizzato per funzionare 25 anni, come il gemello destinato a Piombino, quindi in barba alle tante manifestazioni contro i soliti fossili e non tenendo conto delle linee guida degli scienziati dell’Ipcc.

Ora vorrei segnalare al governo questo documento, che lunedì verrà spero approvato; ma cosa c’è dentro questi libroni che cercano di comprendere scientificamente il cambiamento climatico? Consiglio al ministro dell’Ambiente – ma non solo, a tutto il governo – di studiare questo documento: 10 mila pagine (che come educatrice di Legambiente sto leggendo) per poter prendere decisioni in merito. La transizione ecologica si può solo fare dopo avere capito i rischi che stiamo correndo con l’immobilismo. Anche Legambiente e Wwf hanno più volte ribadito che non ci stiamo muovendo abbastanza per rispondere alla crisi. In questi documenti, cari Ministri, troverete le soluzioni per mitigare e per adattarci al cambiamento climatico in un decennio! Già, un decennio forse per voi è troppo lungo, voi politici ragionate il tempo di una legislatura o forse meno. Ma vogliamo fidarci di chi ha competenza scientifica? O continuiamo a perdere tempo e inquinare? Dobbiamo fermarci a riflettere, studiare, pianificare, migliorare i sistemi produttivi e cambiare alcuni settori troppo impattanti.

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