di Pietro Francesco Maria De Sarlo

‘Si nasce incendiari, si muore pompieri’, Pitigrilli dixit. Chi lo sa se può essere declinato anche al femminile? Al momento ‘io sono Giorgia’ ha già capito che se non vuole fare la fine di Giuseppe Conte, attaccato tutti i giorni pari e pure quelli dispari domenica inclusa ma solo dopo la messa dalla stampa del mainstream, deve sposare il credo liberista e l’agenda Draghi.

D’altro canto quale altro credo è più favorevole ai ricchi detentori delle nobili testate dei media nazionali? Tanto per iniziare: ‘Gli affari hanno una e una sola responsabilità sociale, quella di utilizzare le proprie risorse e svolgere attività destinate ad aumentare i profitti’. A tutto quello che serve e che non è profitto ci penseranno i diseredati, meglio se di Scampia che sono pure terroni. Oppure: ‘Data questa tendenza espansiva, una revisione in chiave restrittiva delle norme che regolano l’accesso a un programma assistenziale segnala una riduzione duratura delle esigenze fiscali del governo. Se credibili, questi cambiamenti indicano agli agenti economici che le loro tasse saranno inferiori in futuro’. E se non credibili? Credo che i ricchi le tasse potranno pagarle in Olanda o in un altro paradiso fiscale, a loro scelta.

E se seguendo i dogmi liberisti, come facciamo ciecamente da venti anni tagliando pensioni, welfare e servizi pubblici, va tutto a scatafascio? Occorre pazienza! ‘La tempistica delle politiche fiscali è questione complicata; come diceva Milton Friedman, ci sono ritardi lunghi e variabili tra il momento in cui si decide una politica, la sua attuazione e il prodursi dei suoi effetti’. Quindi occorre dare credito, come agli sciamani: la tempistica della pioggia è questione complicata. Ci sono ritardi lunghi e variabili da quando si fa la danza della pioggia e quando poi piove. Pazienza e fede ci vuole.

Dove ho trovato queste perle di dottrina? Basta leggere il libro Austerità. Quando funziona e quando no di Giavazzi Alesina e Favero, mica pizza e fichi! E quindi o ti adegui o capita che ‘vai a Roma e perdi la poltrona’.

E cosa succede se ‘io sono Elly’ invece di Giorgia? Essere a capo del Pd non deve essere semplice e poi se Enrico di Navarra ritenne opportuno da ugonotto diventare cattolico pur di salire al trono di Francia, potrà ben Elly ammorbidire, sedare, sopire le proprie pulsioni pacifiste pur di placare la guerrafondaia fronda del Nazareno. Si parte da qui e poi vedrete che l’approdo liberista toccherà anche a lei, come ai suoi predecessori. Essere massacrati dalla stampa mainstream non è certo piacevole, più facile imboccare la via di Damasco. Però a proposito di guerra, tra una sosta alla pompa di benzina e una al super cercando di decidere se rinunciare a un litro di gasolio o a un quartino di Tavernello, qualche curiosità rimane a noi popolo bue.

Pare che gli strategos degli eserciti in lotta, e anche quelli degli eserciti in panchina, affermino che nessuno dei due schieramenti che si affrontano in Ucraina abbia la possibilità di vincere. Qualche sospetto lo avevamo anche noi. Escalation dopo escalation c’è ‘l’ordigno fine di mondo’ (cit. dottor Stranamore) ad attenderci e quindi si perde tutti, anche noi. Anche se il pensiero più bellicoso che abbiamo mai fatto nella vita è stato battere quelli del palazzo di fronte al campionato rionale di curling.

Pare però che i politici siano invece determinati a vincere sul campo. Come e in quali tempi e con quante perdite non si sa. E quindi come ne usciamo? Magari ci piacerebbe anche sapere cosa c’è che non va nel piano di pace cinese. La stampa, sempre prodiga a spiegarci come Saddam costruisse armi di distruzione di massa e come i sovietici sabotassero il gasdotto Nord Stream, sul piano cinese nicchia. Chi lo sa se Elly ci spiegherà il perché del suo cambio di rotta sull’invio alle armi? Ho il dubbio che arrivati al potere donne, uomini o fluidi facciano tutti le stesse cose e che manchi ancora una leadership in grado di farci sognare un futuro migliore.

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