Il nemico oggi è la Russia. Ma tutto fa pensare che il prossimo sarà la Cina. L’incontro tra Joe Biden e Ursula von der Leyen a Washington si è svolto con queste premesse. L’impatto negativo dell’Inflation Reduction Act, la risposta europea con il piano industriale Net-Zero – atteso per la prossima settimana insieme al Critical Raw Materials Act sulle terre rare – e le possibili concessioni che gli Usa possono fare all’alleato europeo sono stati solo uno dei temi sul tavolo. Forse neppure il principale rispetto all’obiettivo di fondo della rinnovata alleanza transatlantica: contrastare l’egemonia commerciale e tecnologica di Pechino.

Stando alle dichiarazioni seguite all’incontro la tensione transatlantica sembra diminuita. La presidente della commissione Ue ha elogiato il maxi piano di incentivi statunitense sottolineando che un “investimento così massiccio” nelle tecnologie verdi è un bene per tutti. Per questo, ha spiegato, sulla scia dell’Ira Bruxelles ha varato il suo piano per il green tech. Ora, tra gli incentivi europei e quelli americani dovrà tuttavia essere trovato un punto d’incontro perché “se non si allineano si annulleranno a vicenda”, ha spiegato un funzionario della Casa Bianca. Per fare in modo che anche le imprese europee possano beneficiare dei sussidi Usa, il presidente americano e von der Leyen hanno iniziato a lavorare ad un accordo commerciale sui minerali critici, indispensabili per la produzione delle batterie dei veicoli elettrici. Se si trovasse un’intesa, Washington e Bruxelles otterrebbero anche l’effetto collaterale di ridurre la dipendenza dalla Cina, ricca di questi elementi. I due leader si sono anche impegnati a raggiungere un accordo sull’acciaio e l’alluminio sostenibile entro l’ottobre 2023. Usa e Ue hanno fatto due “passi importanti”: cominciare a lavorare “per un accordo sulle materie critiche” e “assicurare catene di approvvigionamento sicure per le batterie in Ue e garantire l’accesso al mercato statunitense”, ha detto Ursula von der Leyen dopo il vertice. Allo stesso tempo “sarà lanciato il Dialogo sugli incentivi alle energie pulite”, ha aggiunto.

La Cina non viene nominata direttamente nel colloquio tra Biden e von der Leyen ma è presente tra le righe del comunicato congiunto, in particolare quando si parla della necessità di rafforzare la “sicurezza economica e nazionale”. A dimostrazione che anche l’Ue vuole progressivamente svincolarsi dal Dragone, la presidente ha portato nello Studio Ovalela decisione dell’Olanda, subito dopo quella del Giappone, di bloccare l’export verso Pechino di tecnologie per la produzione di microchip. Una vittoria per Biden che da mesi stava cercando di convincere gli alleati a compiere questo passo decisivo e che, si appresta il mese prossimo a un’ulteriore stretta sulle esportazioni di semiconduttori alla Cina.

Ma per Washington Pechino non rappresenta una minaccia per l’Occidente solo da un punto di vista economico. A quanto si apprende, il presidente americano è pronto a condividere con Bruxelles informazioni di intelligence che dimostrano come la Cina sia pronta a fornire armi alla Russia nella sua guerra contro l’Ucraina. Von der Leyen e Biden hanno ribadito la forza dell’unità transatlantica di fronte all’aggressione di Vladimir Putin, (“la Russia pagherà per le atrocità commesse in Russia”, ha sottolineato la leader Ue), e espresso l’intenzione di varare nuove sanzioni non solo contro Mosca ma anche contro “paesi terzi”, espressione con la quale l’amministrazione americana si riferisce di solito a Pechino.

Usa e Ue stanno, inoltre, lavorando “per limitare ulteriormente le entrate russe, garantendo al contempo la continuità delle forniture energetiche ai mercati emergenti e ai Paesi in via di sviluppo attraverso il tetto massimo dei prezzi fissato dal G7 per il greggio e i prodotti petroliferi di origine russa trasportati via mare”. Sul fronte energetico la presidente della Commissione europea ha ringraziato Biden per le forniture di gas che hanno permesso all’Europa di superare la crisi causata da Vladimir Putin. Gli Stati Uniti “ci hanno aiutato enormemente quando volevamo liberarci della dipendenza dalle energia russa”, ha sottolineato von der Leyen.

Il disegno di affrancamento dalla Cina messo in atto da von der Leyen è complesso e non è detto che sia ben digerito da tutti e 27. C’è il tema delle “garanzie interne e internazionali” – citate dai ministri delle Finanze italiano e tedesco Giancarlo Giorgetti e Christian Lindner – che diverse capitali pretendono dall’Ue di fronte ad un cambio di passo dispendioso. E i rapporti economici della Cina con diversi Stati membri restano stretti e articolati: il cambio in corsa necessita di tempo. Ma la guerra in Ucraina potrebbe accelerarlo. L’aiuto apportato a Mosca da Paesi terzi come Corea del Nord e Iran e la necessità di una stretta all’aggiramento delle sanzioni saranno tra i temi dell’incontro tra von der Leyen e Biden.

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