Il Presidente della Repubblica Centroafricana Faustin-Archange Touadéra si è scagliato, durante il quinto summit dei Paesi meno sviluppati organizzato dalle Nazioni Unite a Doha, contro l’Occidente e lo ha accusato di provocare instabilità nel proprio Paese. Il Capo di Stato ha dichiarato che “la Repubblica Centrafricana è stata oggetto di un saccheggio sistematico facilitato dall’instabilità politica fomentata da gruppi di mercenari finanziati dall’Occidente” ed anche che l’interferenza straniera serve a tenere i Paesi meno sviluppati in una condizione di “dipendenza, insicurezza ed instabilità”. Touadéra ha inoltre chiesto la ripresa degli aiuti internazionali, sospesi per l’opacità delle spese in materia di sicurezza ed i legami con il gruppo paramilitare russo Wagner.

Il conflitto nel Paese africano, che già da decenni era preda di violenza ed instabilità, si è riacceso a partire dal 2012 quando la Seleka, un gruppo di milizie in buona parte musulmane, ha dato vita ad un’insurrezione che ha provocato diffuse tensioni etniche e portato alla conquista di Bangui. In risposta alle brutalità della Seleka sono stati formati gruppi di guerriglieri cristiani, gli anti-balaka, che hanno condotto rappresaglie ed aggiunto un elemento di tensione religiosa. Gli attacchi conto i civili musulmani sono degenerati e lo scioglimento della Seleka da parte del nuovo governo non ha impedito la prosecuzione della guerra civile. Il conflitto ha causato la morte di migliaia di persone, costretto più di mezzo milioni di civili a lasciare le proprie case, devastato l’economia e provocato una partizione che ha dato vita ad anarchia ed alla formazione di numerosi gruppi armati.

I mercenari del Gruppo Wagner, gli stessi che stanno combattendo a fianco dell’esercito russo in Ucraina, sono presenti nella nazione africana sin dal 2018 ed aiutano il governo locale in cambio della fornitura di preziose risorse minerarie. I mercenari sono stati ripetutamente accusati di stupri di massa e stragi di civili mentre la Russia sembra stia usando la Repubblica Centrafricana, una ex colonia francese ormai allontanatasi da Parigi e devastata da una guerra civile decennale, come base per espandere la propria influenza nella regione. I guerriglieri russi sono stati determinanti, nel gennaio 2021, nel respingere un attacco dei ribelli contro la capitale Bangui cementando un rapporto di collaborazione pluriennale. La Wagner è diventata centrale nel sistema di sicurezza della Repubblica Centrafricana a partire dal summit tra Africa e Russia, che si è svolto a Sochi nell’ottobre 2019. Da allora i suoi operativi sono impiegati in prima linea con le Forze Armate Centrafricane ed i suoi consiglieri collaborano con Touadéra. Il rapporto è cosi stretto che l’esecutivo ha proclamato il russo come terza lingua ufficiale dello Stato. Alex Vines, direttore dell’Africa Programme presso il Royal Institute of International Affairs di Londra, ha ricordato ad Al Jazeera che “l’apprezzamento verso la Russia è legato ad un diffuso sentimento anti-francese e dalla considerazione della Francia come nazione disonesta”.

Eleonora Tafuro, analista dell’Ispi ed esperta di Russia, ha ricordato al Fatto Quotidiano che “la Russia ha interessi di sicurezza in Africa Centrale che mirano a colmare il vuoto lasciato dalla Francia, che in Sahel come altrove, ha ridotto molto la sua presenza militare” ma ci sono anche “occasioni politiche, dettati da cambi di regime ed instabilità”, che Mosca è disposta a sfruttare per proporre i propri servizi di sicurezza”. Gli interessi di Mosca in Africa, secondo la Tafuro, sono comunque variegati e non limitati ai soli servizi di sicurezza. “Diverse nazioni, come l’Algeria, acquistano ingenti quantitativi di armi russe” ha chiarito l’analista per poi aggiungere che “altre nazioni sono interessate al grano di Mosca “ ed “in quelle ricche di risorse minerarie, come la Guinea e lo Zimbabwe, vengono portate avanti attività estrattive da parte di compagnie russe”.

La crescente importanza delle nazioni africane sullo scenario globale ha portato diverse superpotenze, come Cina e Stati Uniti, ad interessarsi a questo continente proponendo rapporti di cooperazioni economica. L’Africa è una fonte primaria di metalli rari ad uso tecnologico e gli africani rappresenteranno, ben presto, la maggior parte della forza lavoro di questo settore così critico per la società moderna. Non è ancora chiaro, però, quale sarà l’orientamento dominante tra le nazioni del continente in materia di politica estera ed i prossimi anni saranno decisivi per comprendere in che direzione si orienteranno i leader locali.

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