Abbasso la mafia, diciamolo tutti”. Alzava le mani Giuseppe Castiglione, il sindaco di Campobello di Mazara, mentre incitava i suoi concittadini a scandire con lui quella sorta di coro. Erano i giorni successivi all’arresto di Matteo Messina Denaro e il piccolo comune in provincia di Trapani era finito, suo malgrado, al centro dei riflettori. Dopo alcuni giorni di silenzio, i cittadini si erano dati appuntamento in una chiesa sconsacrata. C’erano le telecamere della Rai e quelle della tv francese, quando Castiglione aveva preso la parola: “La mafia fa schifo, Campobello libera”. Parole molto diverse da quelle utilizzate da alcuni suoi supporter alle elezioni del 2014. Personaggi poi finiti a processo per mafia che spiegavano come a sostenere il sindaco di Campobello fosse pure la massoneria. E in provincia di Trapani, dicevano, se la massoneria appoggia un candidato quello poi vince. D’altra parte sulla latitanza di Messina Denaro si sono spesso proiettate le ombre scure dei cappucci e dei grembiulini. Ma andiamo con ordine.

Il processo a Ruggirello e l’ombra della massoneria – Il nome di Castiglione è citato più volte nella memoria conclusiva depositata dalla procura di Palermo agli atti di un processo in corso davanti al tribunale di Trapani. Tra gli imputati c’è Paolo Ruggirello, ex deputato regionale che aveva cominciato a fare politica nel centrodestra prima di aderire al Pd ai tempi della segreteria di Matteo Renzi. Candidato senza successo al Senato nel 2018, l’anno dopo è stato arrestato con l’accusa di associazione mafiosa insieme ad altre 27 persone, tutti luogotenenti e gregari di Messina Denaro. Alla fine di un processo lungo tre anni, i pm Gianluca De Leo e Luisa Bettiol, coordinati dall’aggiunto Paolo Guido, hanno chiesto vent’anni di carcere per il politico, che oggi è ai domiciliari. Secondo le accuse della procura Ruggirello ha cercato il sostegno elettorale della famiglia mafiosa di Trapani, di cui è stato punto di riferimento politico a livello regionale, lavorando anche per far vincere appalti ai clan. La sentenza è attesa per la fine dei marzo, mentre nei giorni scorsi i pm hanno finito d’illustrare la requisitoria. Un atto d’accusa riassunto in 570 pagine di memoria conclusiva, che ricostruiscono anche le dinamiche politiche di Campobello. In quel documento il nome di Castiglione compare più volte, come pure i riferimenti alla massoneria, spesso fatti da personaggi vicini a Cosa nostra: un’atmosfera inquietante quella tratteggiata dai pm.

“Se la massoneria vota uno, quello vince” – È l’autunno del 2014 quando Ruggirello decide di sostenere la candidatura di Castiglione, schierando al suo fianco la lista di Articolo 4, un movimento regionale che all’epoca era alleato del centrosinistra. “Ruggirello aveva deciso di appoggiare la candidatura di Castiglione grazie all’indispensabile sostegno di un altro ‘attore‘ della scena politica, la massoneria, che La Cascia indicava come la chiave di volta per poter guadagnare consensi ed avviare percorsi elettorali vincenti“, ricostruisce la procura di Palermo, citando i dialoghi Vincenzo La Cascia, anziano boss da sempre vicinissimo alla famiglia Messina Denaro. Agli atti dell’inchiesta anche i dialoghi di Vincenzo Giambalvo, ex consigliere comunale di Castelvetrano diventato famoso perché era stato intercettato mentre sosteneva di essere pronto a “rischiare trent’anni di galera” per nascondere il boss delle stragi. “La mafia con Felice fù! E dove si mettono loro, la massoneria, dove… se i voti della massoneria vanno ad un Sindaco candidato il Sindaco candidato viene eletto! Mettitelo nel cervello tu, te lo devi mettere nel cervello”, diceva Giambalvo, che in passato è stato processato e assolto per fatti di mafia. L’ex consigliere, spiegano i pm, “ribadiva che era di importanza fondamentale per l’esito delle elezioni, come era accaduto per l’elezione del Sindaco di Castelvetrano Errante, che vi fosse unitamente all’appoggio di Cosa Nostra, il sostegno della massoneria, ancora una volta indicata come forza trainante del consenso elettorale“.

“La massoneria sta con lui” – A Campobello è la vigilia delle elezioni comunali del novembre 2014 e secondo Giambalvo “ora la massoneria in questo minuto, la massoneria è con Peppe Castiglione, il popolino è con Gianvito Greco (altro candidato sindaco ndr), il popolino, ma la massoneria è con Peppe Castiglione perciò di norma come la penso io, di norma lui è Sindaco“. La previsione di Giambalvo si rivelerà esatta: Greco arriverà secondo, mentre Castiglione riuscirà a diventare sindaco con l’appoggio di una lista civica, della lista del Pd e di quella di Ruggirello. “l sindaco è salito il nostro“, si vanta l’ex deputato regionale la sera delle elezioni, “contattando telefonicamente l’amico mafioso Salerno Carmelo“, già condannato in via definitiva per mafia. “Per suggellare il patto illecito, Ruggirello, che in quel frangente si trovava insieme proprio a Sammartano Filippo (un altro condannato per associazione mafiosa ndr), consentiva a quest’ultimo di parlare telefonicamente con l’amico e sodale Salerno Carmelo”. Dopo la vittoria delle elezioni Ruggirello otterrà anche un suo uomo nella giunta di Castiglione. Che cinque anni dopo sarà rieletto, sempre con l’appoggio del Pd, battendo l’ex pm Antonio Ingroia.]≠

La deposizione in tribunale – Poi, dopo l’arresto di Messina Denaro, il sindaco di Campobello si farà segnalare per le dichiarazioni roboanti contro la mafia. Ma pure per alcune critiche ai magistrati. “Sorprende e ferisce leggere di assordante silenzio dell’intera comunità campobellese. Se la presenza del superlatitante a Campobello era così palese ed evidente a tutti, mi chiedo come mai non sia stato trovato prima?”, aveva detto il sindaco, riferendosi alle parole scritte dai pm nella richiesta di arresto di Alfonso Tumbarello, il medico-massone che ha curato Messina Denaro. “Sono profondamente amareggiato e, al contempo, incredulo nell’apprendere di questi nuovi arresti a Campobello di Mazara e della ricaduta che questi avvenimenti sta avendo sulla parte onesta della comunità campobellese, che sta subendo ingiustamente l’onta di comportamenti criminali di cui non è responsabile e che fortemente rinnega”, aveva assicurato il primo cittadino. Che pochi giorni dopo è comparso in tribunale, a Trapani, durante il processo a Ruggirello, citato come teste della difesa dell’ex deputato regionale. “All’epoca era davvero un insospettabile, mai avuto dubbi su di lui. Se avessi visto persone di dubbia moralità non avrei certo accettato il suo sostegno politico”, ha assicurato in aula. È il caso di sottolineare che Castiglione non è indagato ed è estraneo a ogni contestazione giudiziaria. Il contesto emerso dal processo in corso a Trapani, però, ha spinto il Pd alla riflessione: i dem ragionano sull’ipotesi di togliere il sostegno al primo cittadino del paese-covo di Messina Denaro. Un posto dove se la massoneria appoggia un candidato quello poi vince.

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