di Andrea Taffi

“Se ci sono illeciti si indaghi, ma non si faccia la giustizia del senno del poi”. Queste le parole di Pier Luigi Bersani sulla vicenda giudiziaria della mancata istituzione (all’inizio della pandemia da Covid-19) della zona rossa nella bergamasca. Bersani replica così alle parole di Michele Santoro che, di fronte a lui, nella trasmissione DiMartedì di Giovanni Floris, aveva appena detto che lo Stato (lo Stato, non il governo o la Regione Lombardia) avrebbe dovuto chiedere scusa ai morti per covid di Bergamo e provincia a seguito (appunto) di una zona rossa non istituita, nonostante tutto.

Per Bersani se omissione c’è stata è solo colpa della Regione Lombardia; lo Stato non c’entra nulla perché la questione (l’epidemia di Covid, già allora accertata) non era di carattere nazionale, ma soltanto regionale. Riguardava solo certe zone, non tutto il territorio nazionale. Tutto il resto è senno del poi, nelle cui fosse Bersani seppellisce tutto, anche i morti che non dovevano morire, che potevano non ammalarsi e quindi salvarsi se solo (secondo la tesi accusatoria della Procura di Bergamo) la Regione Lombardia e lo Stato (nei suoi organi di governo) avessero fatto il loro dovere, non fossero stati negligenti.

Eppure Bersani il concetto di negligenza di prevedibilità e di dovere ce lo ha ben presente quando (giustamente) afferma (attraverso le sue metafore) che lo Stato italiano aveva il dovere non soltanto morale, ma giuridico di provare a salvare i migranti poi morti nel mare di Cutro perché lo Stato aveva (ha) il dovere, al di là di tutto, di prevedere quello che potrebbe accadere ad un barcone stracarico di persone in balia del mare grosso e degli scafisti.

In questa circostanza lo Stato si è dimostrato negligente e Bersani si guarda bene dal parlare di senno del poi e di ineluttabilità degli eventi. Mi sarebbe piaciuto chiedere a Bersani (che stimo) dov’è la differenza tra i morti di Bergamo e quelli di Cutro. Perché avrei voluto chiedergli ancora (se solo avessi potuto) i morti di Bergamo sono la conseguenza di un destino imprevisto e imprevedibile e i morti di Cutro no? Perché nel caso di Bergamo lo Stato non sì è dimostrato negligente e dirlo è solo senno del poi e invece quella stessa negligenza lo Stato l’ha dimostrata nel caso di Cutro?

Io credo che niente di ciò che è prevedibile con la diligenza del buon padre di famiglia (ossia dell’uomo medio) possa essere considerato inevitabile. E non lo è sia quando si invocano a discolpa allarmi che altri non hanno lanciato o atti criminali di persone senza scupoli, sia quando si richiamano competenze di altri organi e altre istituzioni.

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