Cara Elly ti scrivo, così ci chiariamo un po’. Sono sinceramente contento del “guizzo” con il quale la nuova giovane segretaria del Pd ha spiazzato l’apparato di partito (anche questa volta non ci hanno visto) intercettando e interpretando la voglia di cambiamento della società civile che ha portato a votare alle primarie non solo i simpatizzanti di area Pd, ma anche settori semplicemente attratti dalla freschezza della sua campagna. Oggettivamente – e lo dico da attivista indipendente – il processo innescato dalla candidatura di Elly Schlein è stato un positivo processo rigenerativo che pone all’ordine del giorno il ricambio delle classi dirigenti (non solo politiche) nel nostro Paese.

L’effetto collaterale di questo risultato è certamente quello di aver creato non solo all’interno del Partito Democratico, ma anche fuori da esso, una forte aspettativa legittimamente fondata. Ora la domanda è: riuscirà davvero il nuovo corso ad essere all’altezza delle attese suscitate in una gran parte della società italiana? Se dovessimo stare alle “statistiche”, non sarebbe la prima volta che avvengono nel nostro Paese, sempre in cerca di “miracoli”, tali guizzi che poi finiscono nel “tritacarne” degli interessi in gran parte corporativi (un’élite industriale poco incline al “rischio di impresa”, sempre pronta a cavalcare il vittimismo per il quale la “transizione ecologica” con le sue scelte radicali non dovrebbe nemmeno essere all’ordine del giorno; una burocrazia che penalizza ogni slancio al cambiamento discriminando soprattutto giovani e donne, ecc). Vedi gli zenit raggiunti dai 5 stelle, che poi sono quasi affondati quando sono stati messi alla prova del governo; vedi lo stesso Renzi che suo malgrado era stato “percepito” come “agente di cambiamento”, vedi in parte i Verdi. Non a caso si è parlato di “nuovismo” inevitabilmente destinato a sbriciolarsi nell’impatto con il “realismo di governo”, inteso sia livello nazionale che regionale e locale.

Ma io non voglio frustrare in anticipo le attese… anzi. E per essere propositivi chiedo alla nuova segretaria che si erge giustamente a “paladina dell’ambiente” cosa ne pensa per esempio della proposta del mega inceneritore di Roma voluto a testa bassa dal sindaco Pd Roberto Gualtieri. Abbiamo sentito spesso richiamare da Schlein in modo giustamente preoccupato il tema del riscaldamento climatico. Proprio in proposito recentemente l’Ue è intervenuta non a caso includendo gli inceneritori tra le fonti emissive che contribuiscono all’innalzamento delle temperature… non sarebbe il caso che il Pd aprisse una discussione vera a più voci sull’argomento?

L’Ue ha anche incluso l’incenerimento dei rifiuti tra gli ostacoli all’attuazione dell’Economia Circolare, definendo il “principio” di “non arrecarvi danno” (Do Not Significant Harm Principle): non sarebbe anche questo il caso di costruire, anche insieme alla associazioni ambientaliste e al movimento Rifiuti Zero coinvolgendo i 330 comuni ZW italiani, percorsi che portino fuori dalla Economia Lineare di cui l’incenerimento fa parte?

Voglio proporre una data per un incontro: il 30 marzo, in occasione della Giornata Internazionale Zero Waste proclamata dalle Nazioni Unite (ONU). Incontro magari preparato dall’imminente visita del professor Paul Connett a Roma, che Zero Waste Europe e Zero Waste Italy sta allestendo insieme ad un vasto cartello di comitati, associazioni, movimenti e sindacati per fermare l’inceneritore di Gualtieri previsto a Santa Palomba, alle porte dei Castelli Romani. Non voglio tirar per la giacca nessuno, ma se davvero si ritiene centrale la battaglia per la rigenerazione ambientale e a favore dell’Economia Circolare allo scopo di attraversare la Transizione Ecologica non si può ignorare il “segno” davvero anacronistico e antipopolare (ZW e l’Economia Circolare permettono decine di volte in più di posti di lavoro!) di un inceneritore non a caso contrastato anche dalla Cgil.

E dicendo questo non vogliamo fornire alcun alibi ad un eventuale “partito del NO”, visto che sul tappeto delle proposte alternative ci sono progetti sostanziati da numeri, modelli industriali e proposte tecnico-operative come quelle avanzate e consegnate da Zero Waste all’assessora Alfonsi e da Legambiente e Cgil. Saremmo ben lieti di poter constatare tra i primi passi del “nuovo corso Pd” a guida Schlein parole nuove, chiare, coraggiose, decise.

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