Il Ministro tedesco dei trasporti Volker Wissing (FDP, Partito Liberale Democratico), secondo quanto rivelato dalla tv pubblica tedesca Ard, intende scoraggiare la capacità di operare delle organizzazioni tedesche che si occupano del salvataggio nel Mediterraneo. Un obiettivo che Wissing vorrebbe raggiungere inasprendo i regolamenti sulla sicurezza navale, e cioè non includendo più le navi che perseguono attività umanitarie nella categoria delle “imbarcazioni per il tempo libero”. Dovrebbero così essere tutte indifferentemente dotate di attrezzatura aggiuntiva per soddisfare criteri assicurativi più stringenti. Per le organizzazioni non governative che usano piccole imbarcazioni, in grado di entrare rapidamente in azione, i costi sarebbero però talmente elevati da impedire di fatto di operare. “Il regolamento avrebbe l’effetto di eliminare dalla navigazione la nostra imbarcazione. Questo, per le persone che si trovano in difficoltà in mare, significa avere un mezzo in meno in grado di salvarle. Comporterà molti, molti morti”, ha dichiarato Axel Steier di “Mission Lifeline”. E anche Stefen Seyfert di “Reqship” ha confermato che “l’inasprimento dei requisiti di sicurezza ci bloccherebbe completamente, perché le maggiori spese non sarebbero sopportabili finanziariamente”.

Nel 2019 l’ex Ministro dei trasporti Andreas Scheuer (CSU) aveva già cercato di rendere più difficile le attività di soccorso delle navi private battenti bandiera tedesca. Ma la sua proposta venne bocciata a seguito del ricorso di un’organizzazione di soccorso navale, vinto in aula di tribunale.

Anche se il Ministero dei trasporti ha assicurato all’emittente tedesca che “il progetto non mira ad impedire il soccorso privato nel Mediterraneo, bensì ad assicurarne il lavoro”, l’intervento ministeriale di fatto si sposa con una politica sempre più rigida in Europa contro il soccorso navale privato. Un tema che riguarda anche l’Italia, dove le navi delle ong per il soccorso in mare possono accedere solo al porto loro indicato dalle autorità, anche se non si tratta di quello più vicino. Con l’effetto di allungare il percorso per arrivare a destinazione e di fare aumentare i costi per le ong, riducendone le frequenze di intervento e, di conseguenza, i salvataggi.

L’intento del Ministro Wissing è perciò del tutto in linea con il rafforzamento delle frontiere esterne deciso in seno al Consiglio Europeo straordinario del 9-10 febbraio, ma è anche in aperto contrasto con il contratto di coalizione del governo tedesco che specifica che “il soccorso navale civile non dev’essere ostacolato”. Per questo il parlamentare europeo dei Verdi Erik Marquardt, ha già preannunciato l’impegno affinché il patto venga osservato. I 67 morti, tra cui 16 bambini, ripescati al largo delle coste della Calabria il 26 febbraio evidenziano che sempre più rifugiati siriani dopo il sisma in Turchianonostante gli accordi presi da Ankara con Bruxelles il 18 marzo 2016 – proveranno a raggiungere l’Ue in modo irregolare. Secondo dati Onu riportati da Ard nel 2022 sono morte o risultate disperse lungo le rotte del Mediterraneo almeno 2.406 persone.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Attanasio, rimandata l’ultima udienza del processo congolese perché i legali di difesa non si sono presentati: “Non sono stati pagati”

next