Il primo intervento di Elly Schlein in Parlamento da segretaria del Pd è una richiesta formale di dimissioni di Matteo Piantedosi da ministro dell’Interno. È questa l’esordio della nuova inquilina del Nazareno, che insieme agli altri esponenti delle opposizioni è intervenuta all’audizione del titolare del Viminale in commissione Affari Costituzionali. “Sono rimasta molto colpita dalle sue parole di oggi. E non solo quelle di oggi: ricordiamo tutti che, dopo la strage, lei ha fatto dichiarazioni sul fatto che la disperazione non giustifica viaggi che mettono a repentaglio la vita dei figli. Dichiarazioni indegne di un ministro. Parole disumane, inaccettabili e non all’altezza del ruolo”, ha detto Schlein. Il riferimento, ovviamente, è per le parole del ministro, che dopo la tragedia di Cutro aveva detto: “Chi scappa da una guerra non deve affidarsi a scafisti senza scrupoli”.

L’intervento della segretaria del Pd – “Attendiamo fiduciosi delle indagini della magistratura, ma dal punto di vista politico mi unisco alle voce dei colleghi che mi hanno preceduto e che suggeriscono le sue dimissioni e dalla presidente Giorgia Meloni una profonda riflessioni, anche sul ministro Salvini e sul ministro Giorgetti”, ha aggiunto Schlein, dopo che prima di lei avevano chiesto al ministro di dimettersi Riccardo Magi (+Europa), Filiberto Zaratti (Verdi sinistra) e Alfonso Colucci (M5s). “Noi vogliamo che si chiariscano dinamiche e responsabilità di quanto accaduto. Io non so se avete letto le parole del comandante Aloi della capitaneria di porto di Crotone che dice che c’erano le condizioni per salvare quelle persone. C’era mare forza 4 e non forza 8. Perchè non c’è stato l’intervento della Guardia Costiera per evitare la strage?”, ha chiesto Schlein. E ancora la nuova segretaria del Pd si è rivolta al ministro: “Le sue dichiarazioni hanno trasformato le vittime in colpevoli. Io le chiedo: chi è lei per decidere cosa giustifica o meno la disperazione? Quale alternativa reale hanno le persone che fuggono in cerca di protezione, oltre a quella tra morire di torture e morire in mare? Cose che lei dall’alto dei suoi privilegi non ha vissuto neanche da lontano”. Secondo Schlein il governo dovrebbe “chiedere una missione di ricerca e soccorso in mare europea, una Mare nostrum europea, e finirla con una criminalizzazione spietata delle Ong, che stanno solo sopperendo alla mancanza di una missione. E dovreste chiedere la riforma di Dublino, da parlamentare europea ho potuto spesso rimarcare la totale assenza delle forze che governano questo paese alla discussione che lei sa essere la più importante per l’Italia”.

“Grave assenza di Meloni su Crotone e Firenze” – La nuova leader dem ha assicurato che insieme ai suoi deputati utilizzeranno “ogni atto a nostra disposizione di sindacato ispettivo per fare piena luce sulle responsabilità non soltanto del ministero dell’Interno ma naturalmente anche del ministero che rappresenta il ministro Salvini e il ministro Giorgetti”. Ma Schlein ha allargato la questione pure dal punto di vista politico, rivolgendosi direttamente alla premier: “Rimarco l’assenza grave della presidente del Consiglio Giorgia Meloni non solo su quanto avvenuto in questi giorni a Crotone, ma anche su quello che è avvenuto a Firenze. Credo che si debbano chiamare le cose per quello che sono. Quella è stata una aggressione di tipo squadrista che non può essere tollerata in alcun modo. Su questo stigmatizzo anche le parole del ministro Valditara che ha teso a sottovalutare quello che è accaduto e invece se l’è presa con una preside che facendo il suo mestiere si è rivolta agli studenti per sollecitare maggior attenzione ed eliminare l’indifferenza che si muove attorno a questi episodi di violenza che non dovrebbe avere accettazione da parte di chi ricopre ruoli di governo”.

L’intervento di Piantedosi – Ma cosa aveva detto Piantedosi nella sua audizione? “L’assetto aereo di Frontex che per primo aveva individuato l’imbarcazione non aveva segnalato una situazione di pericolo o di stress a bordo, indicando la presenza di una persona sopra coperta e di altre sotto coperta e una buona galleggiabilità dell’imbarcazione. Poi le condizioni meteo sono peggiorate diventando particolarmente avverse”, aveva sostenuto il ministro. Sottolineando, poi, che “dal 22 ottobre scorso al 27 febbraio gli apparati dello Stato hanno gestito 453 eventi Sar, soccorrendo 27.457 persone. La loro professionalità merita il rispetto e la riconoscenza di tutti”. Nella sua controreplica il ministro ha poi comunicato che la procura “ha iscritto nel registro degli indagati quattro scafisti“. E a proposito delle responsabilità aveva aggiunto: “Lasciamo fare la magistratura, non è un buttare la palla in calcio d’angolo, ma dare valore alla sede più giusta per attribuire eventuali responsabilità. Se c’è stata un debolezza del ministero mi assumerò e mi assumo tutte le mie responsabilità“. Poi ha aggiunto: “Se andiamo a vedere morti e tragedie degli anni scorsi, in passato sono successi altri episodi simili. Se uno guarda il bilancio di quello che avviene da molti anni, i fatti smentiscono l’assunto di un ministero debole. Questo governo prima ancora di questa tragedia ha dimostrato di avere riguardo rispetto a quello che c’è dietro ai processi migratori. Noi ci siamo posti il problema prima”. Piantedosi ha poi voluto replicare a un’accusa che nessuno in commissione gli aveva fatto: “Vengo spesso stigmatizzato o giudicato per essere stato un funzionario di polizia, qualcuno ha detto un questurino. Sappiate che ne sono orgoglioso”.

Schlein: “Non siamo soddisfatti dalle risposte ricevute” – La replica del ministro non ha convinto Schlein. “Non siamo soddisfatti delle risposte ricevute del ministro Piantedosi. Abbiamo chiesto chiarezza sulle responsabilità. Abbiamo chiesto in particolare, a seguito delle dichiarazioni del comandante Aloi, perchè non è stato fatto un intervento da parte della Guardia Costiera italiana con mezzi adeguati se c’era possibilità di intervenire per tempo” visto che c’era già stata “la notizia di Frontex che parlava di rilevazione di calore umano”, ha detto la segretaria del Pd. Che ricorda: “I due tentativi non andati in porto da parte della Guardia di Finanza di raggiungere l’imbarcazione. Perchè a quel punto non è stata attivata la Guardia Costiera? Su questo non abbiamo ricevuto risposte”.

Le altre richieste di dimissioni – Tra gli altri deputati, si segnala l’intervento di Magi che aveva chiesto al governo di rispondere alla richiesta di un’informativa urgente: “La questione che vi sia un’inchiesta giudiziaria è distinta e parallela, è necessario che vi sia una pronuncia del governo”, ha detto il segretario di +Europa. “Se non si mette in moto la macchina dei salvataggi perché qualcuno decide sia una questione di law enforcement e non di ricerca e soccorso c’è qualcosa che non funziona e su questo vorremmo una risposta precisa”, ha sottolineato Magi. E dopo le parole dei ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida (“Quest’anno lavoreremo per far entrare legalmente 500mila immigrati“), Magi ha chiesto di sapere “se è nelle intenzioni del governo modificare la legge Bossi Fini perché da lì dovrebbe passare la possibilità di accessi legali”. Aveva chiesto le dimissioni di Piantedosi pure Alfonso Colucci dei 5 stelle: “La sua relazione è generica e lacunosa” e “data l’evidente lacunosità del comportamento del ministero, le reitero la richiesta di dimissioni e di venire urgentemente a riferire in aula”, ha detto il parlamentare dei 5 stelle. “La segnalazione di Frontex – ricostruisce Colucci – giunge alla Guardia di Finanza che si attiva per un’operazione di polizia, perché ipotizza la presenza di migranti irregolari a bordo, e tra gli obiettivi c’èi anche quello del salvataggio. Le due motovedette tentano in due riprese di portare l’imbarcazione in un luogo riparato ma il mare, per quelle imbarcazioni, è proibitivo e devono rientrare. La Finanza non ha i mezzi adatti ma ci prova, mentre la guardia costiera resta inerte. Il Viminale, il suo ministero, ha spiegato che i soccorsi non sarebbero stati comunque possibili con mare forza 7, che non ci sono state falle e che comunque la responsabilità del salvataggio in mare non spetta al suo ministero ma semmai alla ministero della Difesa o dei Trasporti…”. Qui, il ministro Piantedosi ha interrotto Colucci: “Può citare la fonte? Lei ha fatto un’affermazione importantissima, dicendo che il mio ministero ha detto questa cosa. Siccome ha citato il mio ministero, se mi dice la fonte…”. Si è levata qualche voce dai banchi della Commissione, e viene fatto presente al ministro di non interrompere gli interventi. E Colucci riprende la parola: “E’ lei, ministro, che ci deve rispondere in questa occasione, chi avrebbe dovuto effettuare i soccorsi?”.

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