Era sotto osservazione da tempo e i virologi nei mesi scorsi non hanno mai smesso di indicare l’influenza aviaria come la possibile prossima sfida dell’umanità a un nuovo virus. Ecco che dopo la Cambogia, che ha comunicato all’Oms la trasmissione dell’influenza da uomo a uomo con la morte di una bambina di 11 anni, la Cina ha registrato l’infezione di una donna di 53 anni della provincia di Jiangsu (nella parte orientale della Repubblica popolare) che è risultata positiva all’influenza aviaria H5N1. Le sue condizioni attuali sono sconosciute. La notizia è riportata da Bno, agenzia di stampa internazionale con sede in Olanda che cita l’Oms.

Il caso del contagio arriva solo una settimana dopo la comunicazione delle autorità di Phnom Penh all’Organizzazione mondiale della sanità delle due infezioni riscontrate in una famiglia con l’11enne morta e il padre, un uomo di 49 anni, positivo ma che non si è ammalato gravemente. “Siamo in stretto contatto con le autorità del Paese per capire di più sull’epidemia. Le indagini sul campo sono in corso. La situazione globale dell’H5N1 è preoccupante data l’ampia diffusione del virus negli uccelli in tutto il mondo e le crescenti segnalazioni di casi nei mammiferi, compreso l’uomo” ha spiegato nei giorni scorsi Sylvie Briand, direttrice della Preparazione e prevenzione di epidemie e pandemie dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in un incontro stampa durante il quale l’Agenzia Onu per la salute ha annunciato la composizione del vaccino antinfluenzale per la stagione 2023-2024. “L’influenza H5N1 è una grave malattia respiratoria, con una serie di sintomi osservati da lievi a fatali. Il tasso di mortalità tra i casi segnalati con infezione da H5N1 nel corso degli anni è superiore al 50%“, ha ricordato Briand, spiegando che “l’Oms prende sul serio il rischio di questo virus e sollecita una maggiore vigilanza da parte di tutti i Paesi”. Durante la riunione sulla composizione del prossimo vaccino contro l’influenza stagionale, gli esperti hanno “formulato anche raccomandazioni” per i candidati vaccini “contro l’influenza zoonotica”, ha proseguito Briand.

“Il Global Influenza Surveillance and Response System – ha spiegato l’esperta Oms – è una rete globale di laboratori e partner che lavorano tutto l’anno per monitorare la situazione influenzale e i relativi virus. Sulla base di questa collaborazione globale di scienziati e istituzioni di tutto il mondo, siamo in grado di valutare il rischio di insorgenza di nuovi virus influenzali e prevenire epidemie o pandemie implementando misure di contenimento precoce nel caso in cui i virus zoonotici diventino idonei alla trasmissione da uomo a uomo”. Sulla base della recente segnalazione relativa all’aviaria, “stiamo rivedendo la valutazione del rischio“, ha concluso. Ci saranno “altri casi umani di aviaria” ma “il rischio per la popolazione rimane basso” sottolinea l’Oms. Sulla possibilità di una nuova valutazione del rischio, l’Oms precisa che “sarà riesaminata non appena saranno disponibili ulteriori informazioni epidemiologiche o virologiche”. Al momento per l’Oms non c’è il rischio di una pandemia anche se “il virus continua a essere rilevato nelle popolazioni di pollame, si possono prevedere ulteriori casi umani”. Dal 2003 al 25 febbraio 2023, ricorda l’Oms si sono registrati “un totale di 873 casi umani di infezione da influenza A (H5N1) e 458 decessi sono stati segnalati a livello globale da 21 paesi”. “Sebbene sia in attesa di un’ulteriore caratterizzazione del virus rispetto agli ultimi casi umani, le prove epidemiologiche e virologiche disponibili suggeriscono che gli attuali virus A(H5) – precisa l’Oms – non hanno acquisito la capacità di una trasmissione tra gli esseri umani, quindi la probabilità di una diffusione ‘sostenuta da uomo a uomo è bassa”. Ecco che “sulla base delle informazioni finora disponibili”, l’Oms valuta “basso il rischio per la popolazione generale rappresentato da questo virus”.

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