di Carblogger

ChatGPT e l’intelligenza artificiale, il ministro Salvini e l’intelligenza umana con le sue parole: “L’integralismo del solo elettrico è un suicidio e un regalo alla Cina”, ecco cosa è per lui il divieto di produrre motori endotermici in Europa dal 2035 stabilito dalla Commissione europea. Ma possibile che sull’auto elettrica, che per altro in Italia si compra meno rispetto agli altri paesi importanti d’Europa, giri solo questo leit motiv – saremo invasi dalla auto cinesi e perderemo milioni di posti di lavoro per colpa di Bruxelles e di Xi Jinping?

La mia (scarsa) intelligenza umana mi ha finora portato a considerare che 1) su tecnologia e costi di manodopera noi occidentali ci siamo consegnati al nemico molto tempo fa per risparmiare e fare più profitti, adesso si pensa al reshoring (oppure alle cannoniere) ma è troppo tardi 2) se il liberismo di Adam Smith ha avuto la meglio su Marx, la sintesi cinese di capitalismo senza democrazia è una sorta di variabile indipendente. Auto elettrica a prezzo competitivo, di qualità migliorata e dal design più accattivante compresa.

Così, piuttosto che passare all’intelligenza con il nemico, decido di interrogare ChatGPT, il chatbot (robot che chiacchiera, letteralmente) di OpenAI, per capire se abbiamo insegnato anche alle macchine a ragionare come Salvini o se l’intelligenza artificiale è più avanti.

Cerco di essere neutro con ChatGPT e butto lì tre banali domande: perché le auto elettriche cinesi hanno oggi prezzi più competitivi di quelli dei nostri costruttori? Ci sarà una loro invasione in Europa grazie al “regalo”? Chi sono i più forti costruttori cinesi di elettriche? ChatGPT che, come è noto, sa dialogare come un essere umano avvertendo pure che “the system may occasionally generate incorrect or misleading information” (non ha mai letto un sito di auto fatto da noi giornalisti in carne e ossa, chiaro), mi risponde a tempo record.

In 43 secondi analizza i cinque punti che “contribuiscono a rendere più competitivi” i cinesi (mette però solo al quarto il fatto che hanno le materie prime) e dà un giudizio che ogni costruttore e ogni opinion maker delle nostre parti sarebbe saggio tenesse bene in mente: “It’s important to note that while Chinese EV prices may be more competitive, European manufacturers generally have a reputation for producing high-quality vehicles, and there are other factors that consumers may consider when choosing an EV, such as range, charging infrastructure, and brand reputation” [‘È importante notare che mentre i prezzi dei veicoli elettrici cinesi possono essere più competitivi, i produttori europei generalmente hanno la reputazione di produrre veicoli di alta qualità e ci sono altri fattori che i consumatori possono considerare quando scelgono un veicolo elettrico, come l’autonomia, l’infrastruttura di ricarica e la reputazione del marchio’].

Vabbè macchina, e l’invasione tipo cosacchi a San Pietro dove la metti? ChatGPT risponde senza incepparsi: “It’s difficult to predict the future with certainty, but it’s possible that we will see an increase in the number of Chinese EVs in Europe in the coming years. (…) However, there are also several factors that may limit the growth of Chinese EVs in Europe, such as concerns about quality and safety, differences in consumer preferences, and competition from established European and other global automakers” [‘È difficile prevedere il futuro con certezza, ma è possibile che nei prossimi anni assisteremo a un aumento del numero di veicoli elettrici cinesi in Europa. (…) Tuttavia, ci sono anche diversi fattori che possono limitare la crescita dei veicoli elettrici cinesi in Europa, come le preoccupazioni sulla qualità e la sicurezza, le differenze nelle preferenze dei consumatori e la concorrenza di affermati produttori automobilistici europei e di altri produttori globali’].

Insomma, non è scontato che i cinesi ex cosacchi abbevereranno i loro cavalli nelle nostre fontane. Nell’auto siamo stati molto più bravi di loro per lungo tempo ed è ora di far vedere di nuovo chi siamo, o no? “In any case, the increasing demand for EVs, the need to meet environmental regulations, and the ongoing development of EV technology are likely to continue to drive changes in the global automotive industry, including in Europe. As a result, we may see a more diverse mix of EV manufacturers and models in the European market in the coming years, including both Chinese and European brands” [‘In ogni caso, è probabile che la crescente domanda di veicoli elettrici, la necessità di rispettare le normative ambientali e il continuo sviluppo della tecnologia dei veicoli elettrici continuino a guidare i cambiamenti nell’industria automobilistica globale, anche in Europa. Di conseguenza, nei prossimi anni potremmo vedere un mix più diversificato di produttori e modelli di veicoli elettrici nel mercato europeo, inclusi marchi cinesi ed europei’].

ChatGPT sembra quasi Keynes. Faccio il finto tonto e insisto: senti macchina, chi dobbiamo temere di più fra i costruttori di Xi? ChatGPT risponde Byd, poi include fra “other notable” Nio, XPeng e Li Auto.

Finalmente la becco in fallo: e Geely, come hai fatto a dimenticare il gruppo cinese che si è comprato Volvo e altro mezzo mondo compresa la quota di maggioranza di Daimler? La macchina rientra dal suo Papeete digitale e addirittura si scusa: “You are correct, Geely is another important Chinese automaker that is actively involved in the production and sale of electric vehicles, and I apologize for not mentioning it in my previous response” [‘Hai ragione, Geely è un’altra importante casa automobilistica cinese che è attivamente coinvolta nella produzione e vendita di veicoli elettrici, e mi scuso per non averla menzionato nella mia precedente risposta’].

ChatGPT, Salvini dice che il divieto di produrre motori endotermici del 2035 in Europa è un “regalo alla Cina”. Occhio a come rispondi, robot: “The ban on traditional engines in Europe by 2035 may have some implications for China’s automotive industry, but whether it can be considered a gift to China is a matter of interpretation” [‘Il bando dei motori tradizionali in Europa entro il 2035 potrebbe avere delle implicazioni per l’industria automobilistica cinese, ma se possa essere considerato un regalo alla Cina è una questione di interpretazione‘].

Risposta astuta. Vediamo un po’: “On the one hand, the ban on traditional engines could give a boost to China’s electric vehicle (EV) industry (…) On the other hand, the ban on traditional engines could also create challenges for China’s automotive industry. Many Chinese automakers rely on exporting traditional gasoline-powered vehicles to international markets, including Europe. If these markets close to traditional engines, it could limit the export opportunities for Chinese automakers and potentially impact their bottom line. Ultimately, whether the ban on traditional engines is a gift to China or not depends on how China responds to the changing global automotive landscape” [‘Da un lato, il divieto dei motori tradizionali potrebbe dare una spinta all’industria cinese dei veicoli elettrici (…) Dall’altro, il divieto dei motori tradizionali potrebbe anche creare sfide per l’industria automobilistica cinese. Molte case automobilistiche cinesi si affidano all’esportazione di veicoli tradizionali a benzina nei mercati internazionali, compresa l’Europa. Se questi mercati si chiudessero ai motori tradizionali, ciò potrebbe limitare le opportunità di esportazione per le case automobilistiche cinesi e potenzialmente avere un impatto sui loro profitti. In definitiva, se il divieto dei motori tradizionali sia un regalo per la Cina o meno dipende da come la Cina risponde al mutevole panorama automobilistico globale’]. E dipende un po’ anche da Salvini, aggiungo, da quel che farà o meno su infrastrutture di ricarica, politiche del lavoro, incentivi e cultura della sostenibilità nel caso restasse al governo per i prossimi cinque anni.

Qualcuno dirà: all’intelligenza artificiale piace vincere facile. Del resto c’è chi aveva visto certe cose in largo anticipo, consiglio di leggere il grande Asimov nel brevissimo “The fun they had” e, nel suo piccolo, un libro del 2011 che sembra scritto oggi, La scimmia che vinse il Pulitzer.

PS. Questo post potrebbe averlo scritto un chatbot.

@carblogger_it

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