Sono almeno 10 i palestinesi rimasti uccisi durante un’operazione condotta stamane dall’esercito israeliano a Nablus, in Cisgiordania. Secondo l’esercito israeliano il blitz è stato deciso “per neutralizzare tre ricercati coinvolti in attacchi armati in Giudea-Samaria , i quali progettavano altri attacchi nell’immediato futuro”. Due dei ricercati – Hussam Assalim e Walid Dachil – militavano nella fazione locale di Nablus nota come Fossa dei Leoni. Il terzo ricercato – Muhammad Alà Fatah – era un membro della Jihad islamica. Si contano anche 102 feriti di cui 7 sarebbero in gravi condizioni. Secondo una ricostruzione dei media, l’esercito ha circondato una casa in cui si nascondevano due ricercati. I due hanno chiesto aiuto annunciando poi che sarebbero morti da ‘shahid’(martiri). La casa è stata quindi abbattuta.

“Terrorismo organizzato”. Cosi il premier dell’Autorità palestinese Muhammad Shtayyeh ha definito “la continua aggressione israeliana contro il nostro popolo nella città di Nablus“. Un terrorismo – ha spiegato il premier, citato da Wafa – “attraverso cui Israele cerca di esportare la sua crisi interna nell’arena palestinese”. Shtayyeh ha poi chiesto all’Onu di “fermare la politica dei doppi standard che incoraggia Israele a continuare l’aggressione contro i palestinesi”. Il portavoce di Abu Mazen, Nabil Abu Rudeinah, ha accusato “il governo israeliano come responsabile di questa . Sono 61 i palestinesi e 10 gli israeliani uccisi da inizio anno. Un raid simile a quello odierno era stato condotto il mese scorso, ne era seguito un attacco palestinese fuori da una sinagoga di Gerusalemme che ha provocato 8 morti. Il gruppo militante di Hamas ha avvertito che “la pazienza sta per scadere”.

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