“Io per me ho deciso di morire socialista. Data l’età, non si tratta di un impegno di lunga lena” aveva scritto in uno dei suoi tanti editoriali (sempre carichi di ironia) su Repubblica. E’ morto ieri a Roma a 96 anni Giorgio Ruffolo, economista, ex ministro, esponente storico del Partito socialista e poi, nella seconda Repubblica, del centrosinistra da fondatore (ed eurodeputato) dei Democratici di sinistra. Tra le altre cose aveva contribuito a scrivere il manifesto fondativo del Pd al quale peraltro non ha mai riservato critiche. A dare l’annuncio della scomparsa è stato l’ex compagno di partito e suo successore al ministero dell’Ambiente Valdo Spini. “Lascia una traccia duratura nella cultura e nella politica socialista e della sinistra italiana” ha dichiarato Spini. Oggi il cordoglio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Sono dolorosamente colpito dalla scomparsa di Giorgio Ruffolo, economista di valore, politico appassionato, capace di unire tensione ideale, garbo e competenza – si legge in una nota diffusa dal Quirinale – Dirigente d’azienda, parlamentare italiano ed europeo e ministro dell’ambiente, fu punto di riferimento per i socialisti, rispettato e apprezzato unanimemente da tutte le forze politiche. Invio ai suoi familiari il mio cordoglio per la scomparsa di un brillante e leale servitore dello Stato”. I funerali si svolgeranno sabato 18 febbraio alle 15 alla Chiesa Valdese di Piazza Cavour, a Roma.

Ruffolo fu ministro dell’Ambiente per 5 anni, dal 1987 al 1992 nei governi di Goria, De Mita e Andreotti VI e VII. “Ruffolo – sottolinea Spini – ha percorso tutto l’iter di un’importante vicenda istituzionale. Lo ha fatto con la competenza dell’economista di alto livello, ma anche con l’impegno di militante politico socialista fino dai tempi della sia giovanile militanza nella Federazione Giovanile socialista italiana. Nel Psi militò nella corrente di Antonio Giolitti e poi nella sinistra lombardiana. Insieme partecipammo alla fondazione dei Democratici di sinistra, formazione politica che vide la collocazione del simbolo del Partito Socialista Europeo alla base della Quercia del Pds al posto di quello del Pci”. In Ruffolo, continua Spini, “si coniugavano in modo del tutto particolare l’intellettuale e il militante, all’insegna di un dialogo tra ragione e passione che lo accompagnò per tutta la vita. Per la mia generazione un punto di riferimento essenziale. Personalmente gli ho voluto molto bene, per la relazione che sapeva intessere anche sul piano umano. Si sapeva che la sua malattia non gli permetteva più di partecipare al dibattito politico e culturale, ma la sua presenza muta era comunque un punto di riferimento. Alla famiglia, agli amici, ai collaboratori tutta la partecipazione al dolore e al rimpianto”.

Corrado Augias, che è stato suo amico, su Repubblica lo ha ricordato come “un uomo che ha creduto nella possibilità che una politica economica, organizzata e guidata con saggezza democratica, avrebbe potuto attenuare i pesanti squilibri storici del paese, le forti diseguaglianze territoriali e di status diventate col tempo autentiche piaghe”.

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