Mi spiace per l’onorevole Salvini e so che qualcuno giudicherà la mia scelta ideologica (senza sapere bene cosa significa ideologico), ma non ho dubbi che la cosa più bella della serata di ieri e tra le più belle di tutto il festival sia stata la presenza di Paola Egonu. Bella – lei – altissima, elegantissima specie nella tunica bianca, disinvolta, leggera nei movimenti, spigliata nelle presentazioni dei cantanti.

A tutto ciò si aggiungono due meriti non da poco. E’ stata la sola delle donne chiamate da Amadeus che ha osato cantare (malissimo, ma a mio parere a Sanremo dovrebbe essere un obbligo per tutti) e ballare (non male Il tempo delle mele con il rialzo per Morandi). E poi ha fatto un monologo sereno, confidenziale, senza durezze né troppe malinconie, forse un po’ prevedibile in alcuni punti, ma con il tocco di genio finale: la citazione colta non di uno scrittore, di un politico o di un premio Nobel ma di un cantante, Vasco Rossi e di una sua canzone proposta a Sanremo. Questa si chiama, a parer mio, armonia, valorizzazione del contesto.

Sarebbe troppo pensare che sia tutto merito di Paola, della sua presenza rassicurante, ma sta di fatto che fatico a trovare cose fuori luogo in una serata ricca di momenti felici: dal giovane Lazza che porta i fiori alla mamma nascosta in platea e offre alla regia l’occasione per fare un bel piano sequenza, a Grignani che interrompe la sua esibizione per un problema tecnico e chiede di ricominciare con grande fair play, alla versione di Fatti mandare dalla mamma di Morandi e Sangiovanni con un balletto strepitoso e delle inquadrature degne di un programma di Antonello Falqui o di un musical di Busby Berkeley. Consiglio a Chazelle di dargli un’occhiata prima di proporci un altro ghiacciolo come La La Land.

In attesa delle bastonate dei cinefili, torno al festival per concludere che, se proprio vogliamo trovare da ridire su qualcosa, penso che cinque ore di spettacolo e 28 canzoni siano troppe, specie se nessuna sembra indimenticabile. Ma come diceva qualcuno: questo non è il mio ramo…

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