“Non è opportuno che la Costituzione sia difesa al festival di Sanremo”. A chiudere le polemiche, si fa per dire, sono arrivate le parole del ministro Matteo Salvini che ha svelato il fastidio della destra che ci governa, non per Sanremo e neppure per Benigni, ma proprio per la Costituzione.

Ognuno la pensi come vuole sulla conduzione del festival, sugli inviti formulati e ritirati, sugli appalti esterni e persino sulle parole dì Benigni, ma il ministro ha denudato il retro pensiero suo e dei suoi compagni di viaggio.

Che piaccia o no Benigni ha reso omaggio alla Costituzione antifascista, alla libertà di informazione, di pensiero, di critica e ha “onorato” chi perso la vita per cacciare i traditori della “patria”.

Il fatto che le sue parole abbiano suscitato emozione e commozione indica le difficoltà del tempo presente, dove non manca, persino nelle istituzioni, chi si genuflette davanti al busto di Mussolini e chi ricorda, con affetto e nostalgia, quel Giorgio Almirante firmatario del manifesto contro gli ebrei e dei bandi che ordinavano la fucilazione dei “ribelli”, cioè dei partigiani che contrastavano i nazifascisti.

Quando Salvini, incautamente, ricorda che Sanremo non è il luogo ove difendere la Costituzione, dimentica di dire che quella Carta vale ovunque, anche sul palco di Sanremo, e dovrebbe valere anche sulle banchine dei porti ove attraccano le navi cariche di rifugiati che scappano da guerre, torture, fame.

Dal momento che il ministro è così sensibile ai “luoghi”, ove difendere la Costituzione, sono sicuro che farà sentire la sua voce, anche in Parlamento, contro ogni tentativo di stravolgere la Carta, di ridurre l’autonomia della giustizia, di colpire quello che resta del giornalismo di inchiesta, e magari la smetterà di scagliare querele bavaglio contro giornali e giornalisti, a cominciare da quelle contro Roberto Saviano.

Mi aspetto anche di sentire la sua voce tuonare contro ogni apologia del fascismo, contro le marce a predappio, contro il tentativo di equiparare boia e vittime. Purtroppo per lui e per Loro, la Costituzione è ancora in vigore, a Sanremo e non solo e, almeno per ora, non è prevista forma alcuna di par condicio tra fascismo e antifascismo.

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