Ursula von der Leyen vola a Kiev per incontrare Volodymyr Zelensky e conferma la linea della fermezza Ue nei confronti di Mosca: “Chi ha causato questo deve pagare, stiamo esplorando le diverse opzioni con i nostri partner, stiamo valutando quali basi giuridiche percorrere, ma per noi è importante che ci sia la volontà politica che la Russia paghi“. Parole chiare e dure quella della presidente della Commissione Ue, volata in Ucraina con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e l’Alto rappresentante per la Politica estera di Bruxelles Josep Borrell. Dichiarazioni che si scontrano con la proposta trapelata, anche se smentita sia da Washington che da Mosca, di un tentativo di avvicinamento da parte degli Stati Uniti che, prima di autorizzare l’invio dei carri armati Abrams, avrebbe presentato un piano di pace che prevedeva la tregua finale con la concessione del 20% del territorio ucraino alla Federazione. opzione che, secondo i media che l’hanno diffusa, sarebbe però stata respinta dalle due parti in guerra.

Per von der Leyen, invece, chi ha invaso deve pagare duramente. Da un punto di vista economico, certamente, ma dalle sue parole trapela anche la volontà di arrivare a pesantissime ripercussioni in ambito politico. Intanto, però, ciò che Bruxelles può fare nell’immediato è imporre nuove sanzioni al Paese di Vladimir Putin. Così la capa di Palazzo Berlaymont ha anche annunciato che “il decimo pacchetto (di sanzioni, ndr) è in arrivo. Abbiamo l’obiettivo di metterlo in atto entro il 24 febbraio. Ha un volume di circa 10 miliardi di euro, è un enorme pacchetto. Il piano è di concentrarsi ancora una volta sulla tecnologia che può e non deve essere utilizzata dalla macchina da guerra russa. In altre parole, esaminiamo più a fondo i componenti che sono stati trovati, ad esempio nei droni, per assicurarci che non ci sia disponibilità per la Russia”.

A rinsaldare le sue posizioni è probabilmente anche la situazione che ha trovato recandosi nella capitale ucraina. È stata lei stessa a rivelare ai giornalisti presenti che “dopo la visita all’ufficio postale c’è stato un allarme aereo e siamo dovuti andare nel rifugio. È simbolico, è la realtà di tutti i giorni in Ucraina”, ha detto prima di rivolgersi direttamente al presidente in merito all’adesione del Paese all’Unione europea: “La vostra determinazione di andare avanti nel processo di adesione nell’Ue è notevole, continueremo a sostenervi in ogni passo. Oltre alle riforme serve avere un buono storico nell’attuazione e ogni passo avanti sarà registrato nel nostro rapporto di autunno. So che manterrete il ritmo, queste riforme ancoreranno il vostro Paese nel nostro mondo libero”.

Proprio il tema dell’integrazione europea è stato discusso in maniera approfondita da Zelensky e dai tre leader europei. Il presidente ucraino ha affermato che “gli ucraini e tutti gli europei sono diventati più forti quest’anno, la Russia non ci ha potuto conquistare. Questi giorni ci mostrano che la nostra integrazione è irreversibile“. L’entusiasmo mostrato sul tema da Charles Michel suggerisce che Kiev e Bruxelles siano sulla stessa linea: “Non ci sarà tregua nella nostra determinazione. Vi supporteremo in ogni fase del vostro viaggio verso l’Ue”, ha detto il presidente del Consiglio Ue. Che ha poi aggiunto: “L’Ucraina è l’Europa e l’Europa è l’Ucraina. Non siamo intimiditi dal Cremlino e non lo saremo. Il futuro dell’Ucraina è nell’Unione europea. Il vostro destino è il nostro destino ed è per questo che siamo qui, per stare al vostro fianco”.

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