Botta e risposta in Aula al Senato tra Matteo Renzi e Roberto Scarpinato. Il leader di Italia Viva, nel suo intervento in risposta all’informativa del ministro della Giustizia Nordio sul caso Cospito, ha parlato del 41 bis come di una “grande vittoria della politica contro la criminalità organizzata”, scontrandosi con l’ex magistrato pentastellato che ha sottolineato come quella legge, in realtà, sia “sporca di sangue”. Renzi ha anche attaccato Scarpinato, accusandolo (prima senza fare il nome, ma poi confermando il riferimento personale) di “aver costruito una carriera prima in magistratura e poi in politica in nome di una fantomatica trattativa” Stato-mafia. In realtà, però, Scarpinato non ha mai seguito l’inchiesta e neanche il processo di primo grado sulla Trattativa, visto che all’epoca era pg di Caltanissetta e non lavorava in procura a Palermo, competente per quelle indagini. Era procuratore generale del capoluogo siciliano solo quando si è celebrato il processo d’Appello sul cosiddetto Patto tra pezzi dello Stato e le istituzioni.

IL PRIMO INTERVENTO DI RENZI – “Il dibattito sul 41 bis è un dibattito che dovrebbe renderci orgogliosi della politica, perché è stata la politica a sconfiggere la mafia – ha detto Renzi nel suo intervento – E non è vero, come ci hanno raccontato per 30 anni, che era schiava della mafia, certo ci saranno stati responsabilità dei singoli, ma la politica con il ministro Martinazzoli che costruisce l’aula bunker per Falcone, è lei che ha vinto in quel passaggio”. Una battaglia contro la mafia che “sta avvenendo”, ha proseguito l’ex premier, “alla faccia di tutti quelli che ci raccontano che ci sono state più o meno fantasiose trattative che vengono smentite dalla Cassazione e che permettono a qualche ex magistrato di fare carriera ed entrare in questo Parlamento ma che non corrispondono alla realtà dei fatti”.

LA RISPOSTA DI SCARPINATO – Alle parole di Renzi ha replicato l’esponente del Movimento 5 stelle Scarpinato, che ha subito attaccato: “Ci vuole una faccia tosta come quella di Renzi per cambiare la storia“. Parole che hanno suscitato le proteste dei senatori di Italia Viva, che hanno spinto il senatore del Movimento 5 stelle a gridare, rivolto ai banchi dei renziani: “Mi faccia parlare”. Il senatore ha quindi continuato: “Renzi ignora che la legge che ha introdotto il 41 bis è una legge sporca di sangue – ha spiegato – È stata prodotta esclusivamente con il sangue versato da Paolo Borsellino e dai cinque agenti della scorta, trucidati nella strage di via d’Amelio e dalla indignazione popolare che ne seguì, che costrinse un parlamento riottoso, che non voleva approvare il 41 bis”, ad approvarla. “Quindi non fu una vittoria della politica – ha concluso il senatore – ma dello Stato e della società civile. È una legge sporca di sangue e non si può definire una vittoria della politica”.

L’ATTACCO IN CONTROREPLICA DELL’EX PREMIER – Dopo altri interventi in Aula e, dopo le parole del senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni che hanno portato all’uscita dall’Aula dei parlamentari di Pd, Avs e M5s, Renzi ha ripreso di nuovo il microfono, attaccando ancora il senatore pentastellato: “Il senatore Scarpinato ha iniziato il suo discorso dandomi della faccia tosta perché si è sentito chiamato in causa sul passaggio del mio intervento sui magistrati che in nome di una fantomatica trattativa Stato-Mafia, smentita da una sentenza in Cassazione, hanno costruito una carriera prima in magistratura e poi in politica. Vorrei sia messo agli atti che mi riferivo proprio a Scarpinato“. Quindi ha concluso, sempre rivolgendosi all’ex magistrato: “Dovrebbe spiegare non solo le sue strane frequentazioni con Palamara ma anche il suo atteggiamento folle nei confronti delle Istituzioni del Paese, come sa bene il presidente emerito Napolitano. Scarpinato per me si deve vergognare”. Il senatore del Movimento 5 stelle non ha replicato perché il gruppo, durante l’ultimo attacco di Renzi, era fuori dall’Aula.

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