Maria Dolores Colleoni e Silvia Panzeri, moglie e figlia dell’ex eurodeputato Antonio Panzeri, tornano in libertà. Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale della ong No Peace Without Justice, e l’assistente parlamentare Francesco Giorgi, invece, rimangono in carcere. Sono queste le decisioni prese da due tribunali, italiano per le due donne e belga per gli altri imputati, nell’ambito dell’inchiesta sul presunto giro di mazzette nel Parlamento Ue pagate da Marocco e Qatar per influenzare le decisioni della plenaria. Giudizi differenti anche per l’accordo siglato tra colui che è considerato la mente del gruppo che agiva in seno all’istituzione Ue, l’ex eurodeputato di Articolo 1 Antonio Panzeri, e la Procura federale belga: il principale imputato si è pentito e ha iniziato a parlare con gli inquirenti in cambio di un solo anno di carcere, una multa, la confisca di beni per 1 milione di euro e, appunto, la scarcerazione dei suoi due familiari.

Come anticipato dagli avvocati delle due donne, la rinuncia alla consegna da parte del Belgio e un documento inviato dai magistrati ai legali facevano prevedere la decisione che si è concretizzata nelle ultime ore. A prenderla è stata la Corte d’Appello di Brescia revocando le misure cautelari dei domiciliari. Le due sezioni penali della Corte di Appello di Brescia, scrive il presidente della Corte Claudio Castelli nelle motivazioni, “hanno preso atto della nota dell’Ufficio Istruzione di Bruxelles pervenuta ieri pomeriggio che rinuncia alla procedura di consegna e hanno revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Silvia Panzeri e di Colleoni Maria Dolores”. Per il resto, si legge ancora nella nota, “i procedimenti sono allo stato avanti alla Corte di Cassazione, ove i provvedimenti di consegna erano stati impugnati, che quindi potrà provvedere alla consegna”. Ovvero i due ricorsi della difesa non saranno più discussi, perché anche in quella sede si dovrà prendere atto della rinuncia alla consegna.

La Corte bresciana ha di fatto annullato, dunque, il pronunciamento con cui nelle scorse settimane aveva dato il via libera al trasferimento delle due donne, ai domiciliari da dicembre, in un carcere del Belgio. Una mossa, quella del giudice belga Michel Claise, legata all’accordo firmato tra la Procura federale e Panzeri. L’ex eurodeputato di Articolo 1 si è pentito e ha siglato un’intesa che prevede un anno di carcerazione per lui, il pagamento di una multa e il sequestro di beni per circa 1 milione di euro. Il tutto in cambio della sua testimonianza che dovrà ricostruire l’intero schema corruttivo in seno al Parlamento Ue, fornendo i nomi e spiegando i ruoli di tutte le persone coinvolte nello scandalo che ha terremotato i palazzi di Bruxelles. Le due donne, ha spiegato il difensore Angelo De Riso che assiste le indagate col collega Nicola Colli, voleranno comunque in Belgio a stretto giro per essere interrogate dagli inquirenti.

Diversa invece la situazione di altri due imputati, Figà-Talamanca e Giorgi, che come Panzeri e l’ex vicepresidente del parlamento Ue, Eva Kaili, rimangono nel carcere belga dove si trovano dal 9 dicembre scorso. Se entro 24 ore gli avvocati dovessero presentare ricorso, una nuova udienza sarà fissata a distanza di un mese da quella appena conclusa. Fino a quel momento, però, entrambi resteranno in custodia cautelare nel carcere di Saint-Gilles.

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