“Le armi servono per controllare ed eventualmente reprimere i reati. Può capitare che un appartenente delle forze dell’ordine le usi impropriamente. In questi casi si indaga su quello che è successo e si sanziona il colpevole, ma nessuno dice: ‘Togliamo le pistole alla Polizia’. Esattamente lo stesso discorso va fatto per le intercettazioni. Dobbiamo cioè disarmare i poliziotti e i carabinieri o disarmare la giustizia rispetto alla repressione di reati gravissimi? Questa è la domanda”. Sono le parole pronunciate a Otto e Mezzo (La7) dall’ex magistrato Gianrico Carofiglio, che critica duramente le posizioni controverse del ministro della Giustizia Carlo Nordio sulle intercettazioni.

Lo scrittore aggiunge: “Qui stiamo parlando di reati gravissimi che minacciano la sicurezza della nostra democrazia e questi reati gravissimi sono corruzione e concussione. Per questi reati le intercettazioni sono fondamentali. Se allora si vuole smettere di perseguire reati come concussione e corruzione, perché di questo si tratterebbe abbandonando lo strumento delle intercettazioni – continua – va benissimo ciò che propone Nordio. Oggi, in realtà, per fare una intercettazione è necessario che ci sia un reato molto grave. E a quel punto uno deve decidere se vuole mantenere tra i reati gravi la corruzione e la concussione oppure toglierli. Si può decidere quello che si vuole, ma bisogna dichiararlo“.

Carofiglio spiega: “Ci vogliono gravi indizi dell’esistenza di un determinato reato, non è che un giorno decido di indagare un cittadino e lo intercetto perché mi va. È necessario che l’intercettazione sia assolutamente indispensabile per proseguire le indagini, esiste cioè un meccanismo stringente che rende l’intercettazione niente affatto una cosa ovvia e scontata. Le intercettazioni sono troppe? Non è vero, sono di meno di prima. Costano molto? No, c’è un tariffario del ministero. Nordio – conclude – parla di riforma della giustizia, ma si può chiamare riforma della giustizia anche il fatto di spostare un oggetto o si può chiamare riforma della giustizia il rimuovere uno strumento fondamentale per indagare sui reati dei pubblici amministratori, dei magistrati, dei poliziotti, di tutti i pubblici ufficiali, dei politici che delinquono. Pensiamo a questa trama quotidiana di condotte illegali che si destinerebbe all’impunità, rimuovendo lo strumento delle intercettazioni“.

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