La maggioranza è già sulle barricate e Fratelli d’Italia minaccia lo scontro con l’Unione europea sulla bozza della nuova direttiva per l’efficienza energetica degli edifici. Il testo deve ancora essere discusso dalla commissione Industria dell’Europarlamento e la battaglia è tutt’altro che chiusa anche a Bruxelles. Infatti, già un anno fa la Commissione europea era stata costretta a fare una rapida marcia indietro sul progetto di revisione presentato a fine 2021, che prevedeva addirittura il divieto di vendere le case con prestazioni energetiche peggiori. Il nuovo testo è stato ammorbidito, ma rischia comunque di arenarsi di fronte agli oltre 1.500 emendamenti proposti dagli eurodeputati (il primo voto in commissione al Parlamento europeo è già slittato al 9 febbraio). Eppure Fdi si è scaldata dopo l’allarme lanciato dall’Ance: secondo l’Associazione dei costruttori edili, come riporta oggi il Messaggero, circa 9 milioni di edifici su 12,2 dovranno essere ristrutturati già entro il 2030. Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, ha annunciato una risoluzione “per chiedere che il governo intervenga per scongiurare l’approvazione di una norma che danneggerebbe milioni di italiani proprietari di immobili”. Secondo Foti la direttiva Ue è “una patrimoniale camuffata che va a ledere i diritti dei proprietari“.

Cosa prevede il testo – La controversa svolta dell’Europa sulle emissioni degli edifici pubblici e privati fa parte del pacchetto “Fit for 55”, che ha l’obiettivo di ridurre le emissioni in Ue. Dopo il fallimentare tentativo di un anno fa, il nuovo testo prevede che entro il primo gennaio 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno rientrare nella classe energetica E. Tre anni più tardi sarà obbligatorio passare alla classe D. Una promozione che richiede un taglio dei consumi energetici di circa il 25%, con interventi come cappotto termico, sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione, pannelli solari. Per arrivare poi all’obiettivo finale delle emissioni zero nel 2050. Le sanzioni, rispetto alla versione precedente, sono ammorbidite: sono saltate le possibili limitazioni alla vendita o all’affitto della case per chi non possiede il bollino verde Ue. E toccherebbe comunque ai governi decidere quali sanzioni applicare, oltre all’automatica perdita di valore degli immobili non a norma. Dagli interventi sono inoltre escluse le case di vacanza, i palazzi storici ufficialmente protetti, le chiese e gli altri edifici di culto. Ma anche le abitazioni indipendenti con una superficie inferiore a 50 metri quadrati.

Le tappe – La proposta di direttiva era stata presentata dal vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, il 15 dicembre 2021. Con una rassicurazione rivolta soprattutto all’Italia: “Nessun burocrate di Bruxelles confischerà la vostra casa se non è ristrutturata”. Il nuovo testo elaborato da Bruxelles doveva essere discusso il 23 gennaio dalla commissione Industria ed Energia del Parlamento europeo. Il giorno successo era previsto il voto, che nel frattempo è già slittato al 9 febbraio. A quel punto potrebbe arrivare in plenaria a Strasburgo il prossimo 13 marzo. Dopo l’ok del Parlamento europeo, comunque, restano le trattative tra i Paesi membri dell’Ue per arrivare infine all’approvazione definitiva.

Gli attacchi del centrodestra – Fratelli d’Italia però gioca d’anticipo e “mette in guardia dal tentativo dell’Unione europea di rifilare all’Italia una patrimoniale camuffata”. Il capogruppo Foti attacca citando appunto i dati Ance: “In Italia, dove c’è una proprietà immobiliare diffusa, sarebbero 9 milioni gli edifici da ristrutturare in tempi brevi, entro il 2030, secondo la direttiva allo studio dell’Ue. L’Europa non può scaricare sulle famiglie italiane i costi della transizione energetica“. Secondo Foti, la proposta rappresenta anche “un serio pericolo per le banche” perché “una riduzione generalizzata del valore del patrimonio immobiliare italiano, farebbe conseguentemente emergere un problema creditizio“. E assicura: “Della vicenda si farà carico il governo Meloni per fare valere in sede europea la peculiarità dell’Italia, una Nazione a proprietà immobiliare diffusa e dal patrimonio edilizio risalente nel tempo“.

Se Foti cita Ance, il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri (di Forza Italia) sottolinea le “preoccupazioni del presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa”. “La visione dell’Unione Europea, anche in questo caso, è assurda, da stroncare, estranea ed ostile alla realtà”, accusa Gasparri. Secondo il senatore berlusconiano bisogna invece “mettere un po’ d’ordine sui vari incentivi, sugli Ecobonus e su tutte le norme che possano favorire la rigenerazione degli immobili per la quale in Parlamento dovremmo, al più presto, varare una nuova e moderna legge nazionale“.

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