Lo sconto generalizzato sui carburanti (“Per quelli che posseggono le Ferrari” per dirla con l’economista Carlo Cottarelli che ha evidenziato come della costosa misura sociale abbiano beneficiato anche i ricchissimi) è finito anche in Francia e Spagna. Il governo di Emmanuel Macron dal 2023 eroga un bonus annuale di 100 euro a cui possono accedere, su richiesta, solo 10 milioni di lavoratori, quelli con i redditi più modesti. La spesa prevista è di un massimo di un miliardo di euro l’anno (quello che lo Stato italiano ha speso, in termini di mancato gettito, ogni mese per il taglio generalizzato delle accise). Anche in Spagna il premier Pedro Sanchez ha ridimensionato lo sconto di 20 centesimi al litro sinora concesso agli automobilisti per l’acquisto di carburante. Dal 2023 il bonus è in vigore soltanto per i trasportatori che utilizzano i mezzi per lavoro. Il governo spagnolo in compenso ha prorogato incentivi all’uso di mezzi pubblici come abbonamenti gratuiti a treni e autolinee nazionali e finanziato sconti fino al 50% sul trasporto urbano. In Italia al contrario il bonus trasporti non risulta essere stato rinnovato per il nuovo anno.

Commissione Ue: “Sostegni al caro energia siano mirati” – La riduzione delle accise insieme alle altre misure generalizzate contro il caro-energia sono state criticate dalla Commissione Europea, perché non sono state mirate a famiglie a basso reddito e imprese in difficoltà e non hanno favorito l’utilizzo efficiente dell’energia: “Per la metà circa non sembrano mirate al sostegno di famiglie o imprese vulnerabili”, è scritto nel parere sulla legge di Bilancio italiana pubblicato a metà dicembre. Tra le misure generalizzate criticate dalla Commissione c’è lo sconto sul gas (azzeramento degli oneri generali di sistema e riduzione dell’Iva dal 22% al 5%) che è stato previsto in legge di bilancio per il primo trimestre 2023 per tutti. Con lo stesso importo – circa 2 miliardi di euro – si sarebbe potuto mantenere lo sconto per il doppio o il triplo dei mesi ai redditi bassi.

Sulla base di quanto previsto nella legge di bilancio 2023, la Commissione ha calcolato che in Italia la spesa pubblica per i sostegni in campo energetico nel 2022 è andata prevalentemente a misure generalizzate, indipendenti dal reddito delle persone e dalle necessità energetiche delle imprese. Interventi di aiuto che non tengono conto dei reali bisogni continueranno a prevalere anche nel 2023: “le misure non mirate sono state pari all’1,7 % del Pil nel 2022 e allo 0,5 % del Pil nel 2023”, mentre “le misure connesse ai redditi ammontano allo 0,9 % del PIL nel 2022 e allo 0,4 % del Pil nel 2023”.

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