Dopo le tragedie – come quelle delle Marche, della Marmolada, di Ischia – l’analisi dei dati. Nel 2022 l’Italia ha registrato un aumento del 55% di eventi estremi rispetto allo scorso anno: sono stati 310, hanno provocato impatti e danni da Nord a Sud e causato 29 morti. Gli incrementi maggiori e più preoccupanti sono quelli legati a danni causati da siccità, passati dai 6 del 2021 ai 28 del 2022 (+367%), da grandine (da 14 a 29, con un aumento del 107%) e da trombe d’aria e raffiche di vento, che passano da 46 a 81 (+76%). Il Nord del Paese è l’area più colpita, seguita dal Sud e dal Centro. Lombardia, Lazio e Sicilia le regioni che pagano il conto maggiore, mentre tra le province la più coinvolta è quella di Roma, seguita da Salerno e Trapani. A tracciare il quadro sono i dati di bilancio dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, sintetizzati nella mappa del rischio climatico costantemente aggiornata dall’associazione, che chiede al governo Meloni cinque azioni urgenti: approvazione e risorse adeguate per il Piano di adattamento climatico appena pubblicato sul sito del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, l’aggiornamento del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, nuove semplificazioni per le rinnovabili a partire dal repowering per gli impianti eolici esistenti, con linee guida aggiornate per le Sovrintendenze e il potenziamento degli uffici regionali che rilasciano le autorizzazioni.

La mappa del rischio climatico – “La fotografia scattata dal nostro Osservatorio CittàClima” – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – “ci restituisce un quadro preoccupante di un anno difficilissimo, concluso con le notizie sulle temperature primaverili di fine dicembre in Italia, sulla tempesta artica che ha colpito il Nord America, causando decine di morti, e sull’ondata di freddo in Giappone”. Nello specifico, nel 2022 si sono verificati 104 casi di allagamenti e alluvioni da piogge intense, 81 di danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 29 da grandinate, 28 da siccità prolungata, 18 da mareggiate, 14 eventi con l’interessamento di infrastrutture, 13 esondazioni fluviali, 11 casi di frane causate da piogge intense, 8 casi di temperature estreme in città e 4 eventi con impatti sul patrimonio storico. Molti gli eventi che riguardano due o più categorie, ad esempio casi in cui esondazioni fluviali o allagamenti da piogge intense provocano danni anche alle infrastrutture. A livello territoriale, quest’anno il Nord della Penisola è stata l’area più colpita. A livello regionale, la Lombardia è la regione che registra più casi (37), seguita dal Lazio (33) e dalla Sicilia (31). Rilevanti anche i numeri degli eventi in Toscana (25), Campania (23), Emilia-Romagna (22) e Piemonte (20), Veneto (19), Puglia (18). Tra le province, quella di Roma risulta quella più colpita con 23 eventi meteo-idro, seguita da Salerno con 11, Trapani con 9, Trento, Venezia, Genova e Messina con 8 casi. Tra le città, Roma (13) e Palermo (4).

I disastri, dalle Marche a Ischia – Nel suo bilancio Legambiente ricorda alcune delle storie più drammatiche legate agli eventi estremi del 2022. Il 3 luglio, a causa del distacco di una grossa porzione dalla calotta alla sommità del ghiacciaio della Marmolada, sono morte 11 persone e ne sono rimaste ferite altre 8. Il 18 agosto, raffiche di vento a oltre 110 km/h hanno colpito la provincia di Massa-Carrara. Quattro persone sono rimaste ferite in un camping a causa della caduta di alberi e in tutto il territorio si sono contate fino a 7mila persone senza corrente. Tra le alluvioni che hanno segnato il 2022 si segnala innanzitutto quella che ha colpito le Marche il 15 e 16 settembre scorsi: 13 i morti. Tra fine settembre e inizio ottobre, poi, Trapani per tre volte è stata colpita da violenti temporali ed è finita sott’acqua. Solo un mese fa, un’altra tragedia ambientale ha stravolto Ischia: il 26 novembre, a Casamicciola Terme, le piogge intense hanno provocato una frana e un’alluvione. Dodici le vittime e record di pioggia, con 126 millimetri caduti in sei ore. Il 22 novembre, una mareggiata di forte intensità ha colpito Jesolo (Venezia), mentre il 3 dicembre in provincia di Messina sono stati registrati diversi danni provocati da piogge intense e frane.

Il 2022 della siccità – Nel corso di quest’anno l’Italia, e soprattutto il Centro-Nord, è stata colpita da un lungo periodo di siccità. Secondo i dati di Isac-Cnr, nei primi sette mesi dell’anno le piogge sono diminuite del 46% rispetto alla media degli ultimi trent’anni. Cruciale la prima parte dell’anno, con cinque mesi consecutivi gravemente siccitosi, e un’anomalia registrata da gennaio a giugno, con un calo del 44% delle piogge. In crescente difficoltà i fiumi, in primis il Po, e i grandi laghi con percentuali di riempimento che vanno dal 15% dell’Iseo, al 18% del lago di Como fino al 24% del lago Maggiore. In autunno è peggiorata la situazione delle regioni del centro, soprattutto in Umbria e Lazio. Gravi le conseguenze per l’agricoltura e per gli habitat naturali. L’11% delle aziende agricole si è ritrovata in una situazione talmente critica da portare alla cessazione dell’attività. In molte aree urbane si sono dovute imporre restrizioni all’uso dell’acqua. “La siccità ha causato la perdita di produzione di energia, in particolare da idroelettrico: un calo del 41% per effetto delle scarse precipitazioni, che hanno portato per mesi i livelli di riempimento degli invasi prossimi ai valori minimi registrati negli ultimi cinquant’anni” racconta il report di Legambiente. Anche a dicembre, il livello del Po è rimasto inferiore alla media degli ultimi vent’anni ed a preoccupare è soprattutto la situazione delle falde acquifere, con livelli tra il 35 ed il 50% in meno della media mensile.

Le ondate di calore – Da maggio si sono registrate anche temperature record con punte di 36,1°C a Firenze, 35,6°C a Grosseto, 34°C a Pisa e 32,8°C a Genova. Ma anche a Ustica con 33,4°C e Torino con 29,2°C. Il mese di giugno ha visto un’anomalia della temperatura media di +3,3°C considerando l’Italia nel suo insieme, con punte di 41,2°C a Guidonia Montecelio (RM), 40°C a Prato, Firenze, Viterbo e Roma. A luglio record per le città lombarde: a Brescia e Cremona si sono registrati 39,5°C, a Pavia 38,9°C e a Milano 38,5°C. Ad agosto i termometri hanno segnato tra i 40 e i 45°C a Palermo, Catania e Reggio Calabria, mentre a Bari si è arrivati a 39°C. L’ondata di calore che ha impattato più duramente è stata quella della seconda metà di luglio, con un aumento di mortalità che ha raggiunto – stando ai dati di ministero della Salute e Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio – il 36% in tutte le aree del Paese, ma in particolare in alcune città del Nord. Tra le città maggiormente colpite Torino (+70%), Campobasso (+69%), poi Bari (+60%), Bolzano (+59%), Milano e Genova (+49%), Viterbo (+48%), Firenze (+43%), Catania (+42%). Solo nel 2022 sono stati oltre 2.300 i decessi in Italia dovuti alle ondate di calore, secondo le analisi di ministero della Salute e Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, in crescita rispetto ai 1.472 del 2021 e ai 685 del 2020.

Twitter: @luisianagaita

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