In Lazio la Destra ha individuato, per le imminenti elezioni regionali, in Francesco Rocca il candidato da contrapporre alle altre forze politiche di centro sinistra. Non mi esprimo, per mia assoluta ignoranza, in merito alle qualità politiche del prescelto. Non so, qualora venisse eletto, se sarà un bravo governatore di Regione oppure uno dei tanti di cui ci dimenticheremo presto l’operato amministrativo e di governo, ma so che rappresenta una assoluta novità a causa di un suo dato biografico.

Francesco Rocca, in gioventù, ebbe un incidente di percorso che ai tempi era annoverato tra le peggiori sciagure in cui potesse inciampare un ragazzo, la sua famiglia, chiunque gli volesse bene. Incrociò nella sua vita l’eroina diventandone dipendente e, parliamo di 40 anni or sono, adottando modalità di comportamento a cui la dipendenza, quella dipendenza, costringeva: diventando, egli stesso, l’ultimo anello di una catena – quella dello spaccio e del traffico di sostanze – a cui gli stessi eroinomani si prestavano al fine di procacciarsi il fabbisogno quotidiano necessario a non interrompere le assunzioni e quindi a procrastinare la temuta astinenza.

Un meccanismo perverso, ampiamente descritto in letteratura e temuto, da chi dell’eroina si alimenta quotidianamente, ben più di un eventuale arresto o altra possibile conseguenza. Arresto che, peraltro, avvenne e astinenza che dovette affrontare.

Archiviamo quel lontano vissuto e parliamo di oggi: non ho memoria di un politico che viene candidato con, alle spalle, simile dato biografico. Al contrario ho innumerevoli esempi, di stampa ma anche di vita quotidiana, in cui tale vissuto viene riportato anche se nulla c’entra con la notizia che si vuole dare.

La stampa, quando riporta in cronaca nera qualsiasi episodio che coinvolge qualcuno con simile passato, anche se passato, non si sottrae mai alla pessima abitudine di ricordarlo, quel passato. La frase tipica, riportata in innumerevoli articoli, è proprio quella in cui il giornalista che scrive ricorda al lettore che il tizio di cui si parla “aveva avuto trascorsi di droga”. Potrebbe essere anche quello di un cadavere rinvenuto morto a casa, per cause tutte da accertare, ma se vi è stato “quel tipo di passato” sicuramente verrà ricordato.

In soldoni, l’incontro con le sostanze, a maggiore ragione con l’eroina, pare diventare nell’immaginario collettivo una macchia nera che ti accompagnerà l’intera vita e che, per certi versi, adombra qualsiasi cosa ti sia successo (anche se a distanza di 40 anni) gettando una aurea di sospetto su avvenimenti che nulla c’entrano con quel passato. Una macchia che rimane perennemente in capo alla tua testa, pronta all’uso per stigmatizzare, il tuo presente e il tuo futuro.

Un approccio che, ad esempio, ci differenza dagli Stati Uniti Di America che vivono il rapporto con le sostanze come episodio a sé stante. Bush Jr è stato eletto dai cittadini americani in ben due mandati pur essendo cosa conosciuta che lo stesso si era sottoposto, per ben due volte, a programmi di disintossicazione per abusi alcolici. Una esperienza di cui si parla senza ipotizzare o immaginare che pregiudichi scelte e comportamenti futuri. In Italia, al contrario, chi ha avuto simile vissuto ne parla a fatica nella certezza che il retro pensiero che accompagna tale rivelazione, origini una sorta di delusione nell’interlocutore, quando non di parziale o totale sfiducia.

Queste sono le ragioni che mi inducono a sperare che anche in Italia, qualche cosa stia cambiando. La fiducia che si ripone candidando un uomo che rappresenterà i voti di milioni di cittadini è assoluta. Un cambio di passo e di direzione che è curioso che provenga da un centro destra che, al contrario, ha posizioni sui consumi di sostanze immutate nel tempo, ma che, contrariamente alle politiche che adotta, considera quel vissuto come esperienza che non lascia strascichi e che determina, in maniera pregiudizievole, le scelte successive.

Un approccio laico, dissonante rispetto al pensiero comune, che intercetta un cambiamento che sta avvenendo anche a livello di social. Sempre più persone oggi, con finalità diverse, parlano della propria esperienza legata alle dipendenze. E ne parlano abbandonando l’anonimato, ma rivendicando processi di cambiamento sotto forma di reale arricchimento del proprio pensiero.

Affermare a testa alta che si è avuto un determinato passato disarma chi, quel passato, lo giudica con una certa alterità. La candidatura di Francesco Rocca è, ai miei occhi, la più efficace azione di lotta allo stigma di cui soffrono i consumatori di sostanze.