La manovra arriverà in Aula alla Camera mercoledì 21 dicembre alle 13, con votazioni non prima delle 16, quando si attende che il governo metta la fiducia. Il termine per la presentazione degli emendamenti è alle 13, quello per per gli ordini del giorno alle 17. È quanto deciso dalla conferenza dei capigruppo. Dopo l’approvazione inizierà la corsa contro il tempo per il secondo via libera al Senato, dove il testo dev’essere votato entro il 31 dicembre, pena l’esercizio provvisorio. Intanto a Montecitorio sono ripresi i lavori della commissione Bilancio: inizia quella che nelle intenzioni della maggioranza sarà una maratona per arrivare all’ok della manovra in nottata. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni garantisce che tutto andrà bene e che il rischio di esercizio provvisorio non c’entri niente con il governo in confusione: “Chi evoca l’esercizio provvisorio cerca l’esercizio provvisorio, forse è la cosa che loro vorrebbero. Noi andiamo avanti e mi sento di garantire che avremo una legge di bilancio nei tempi previsti”.

Il problema, tuttavia, è che il governo ha riscritto ancora la manovra con cinque emendamenti a firma dell’esecutivo che arrivano nottetempo – tra domenica e lunedì – e un pacchetto dei relatori che si preannuncia della stessa portata di fatto portano la legge di bilancio a raddoppiare quantomeno per il numero di articoli. Il tutto mentre una serie di norme fuori sacco, spuntate nel pacchetto del governo, non fanno che inasprire gli animi. A partire da quelle riguardanti le intercettazioni preventive legate all’attività di intelligence sulle quali M5s chiede lo stralcio immediato. Una misura che potrebbe però saltare anche all’ultimo: la presidenza della Camera infatti sta valutando l’ammissibilità. C’è poi la segreteria prevista per la cabina di regia sui Lep (i livelli essenziali delle prestazioni) e ancora una serie di micro-misure, come lo stanziamento per il ripristino della funivia di Savona. Tempi stretti e maggioranza ancora alla ricerca di un’ultima quadra, dunque.

I lavori della Commissione, interrotti domenica, sono ripresi poco prima delle 20. Ma nonostante gli incontri fra governo, maggioranza e i gruppi di opposizione, gli emendamenti dei relatori di maggioranza non ci sono ancora. Le opposizioni avevano chiesto di ricominciare alle 14 ma nell’ufficio di presidenza della commissione guidata da Giuseppe Mangialavori (Forza Italia) ha prevalso la linea del centrodestra. “Usano i tempi della commissione per farsi i fatti loro” aveva accusato Debora Serracchiani, capogruppo Pd di Montecitorio. “Il presidente non svolge un ruolo di garanzia” aggiunge Ubaldo Pagano, capogruppo democratico in commissione. “La verità è che la manovra non è pronta”, sottolinea Marco Grimaldi dell’Alleanza Verdi-Sinistra. Serracchiani spiega così com’è andata: “Nell’ufficio di presidenza la prima volta il presidente della commissione Bilancio si è preso la responsabilità di chiudere le porte della commissione alle opposizioni. Hanno deciso da soli, con i soli voti della maggioranza di arrogarsi il diritto di riconvocarci in serata dopo che hanno chiuso le loro trattative”. “Il governo non c’è, il Mef non viene a esaminare la manovra di bilancio e non c’è un sottosegretario che venga in commissione. Non è mai accaduto – aggiunge la deputata – Gli emendamenti non arrivano e quando arrivano la riscrivono completamente. Hanno fatto dietrofront sul pos, misura bandiera del governo, e non c’è nulla su opzione donna, sanità, lavoratori dello spettacolo. Abbiamo offerto alla maggioranza di trovare una condivisione sui emendamenti più importanti ma non hanno voluto”. “Vogliamo lavorare alla manovra, non possono impedirci di farlo” conclude Serracchiani.

La maggioranza ha ribadito che occorre chiudere l’esame in Aula al più tardi nella notte tra il 23 e il 24 dicembre; l’opposizione lamenta il fatto che l’esame sia rimasto sospeso in Commissione fino a sera. “Questa situazione non ha precedenti – dichiara Matteo Richetti di Azione – Siamo al 19 dicembre, non si è approvato neanche un emendamento, non c’è il parere relatori e ieri è arrivata dal governo quella che di fatto è una manovra sostitutiva, in cui tra l’altro si fa riferimento a norme ordinamentali che come sapete non possono essere oggetto della legga di bilancio. Il presidente della commissione li ha resi ammissibili e quindi chiediamo al presidente della Camera Fontana di intervenire”.

“Sono totalmente allo sbando perché non si può arrivare al 19 dicembre così e stanno dimostrando una enorme e totale incapacità organizzativa e gestionale” racconta il capogruppo M5s in commissione Gianmauro Dell’Olio. E a chi gli chiede della dote per le modifiche parlamentari risponde: “Sicuramente 200 milioni sono stati usati”, quello che rimane “lo sapremo più tardi perché abbiamo chiesto di saperlo”. “Non siamo noi a dover garantire l’approvazione in tempo della manovra, sono Governo e maggioranza a dover trovare una quadra – afferma Luana Zanella, capogruppo di Verdi-Sinistra a Montecitorio – La verità è che un testo ancora non c’è e questo la dice lunga sul loro stato politico. Noi oggi saremo alle 18:30 in commissione Bilancio dove chiediamo che sia ripresa la discussione sui nostri emendamenti”.

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