Continua il braccio di ferro tra gli ex operai della Iron&logistics, appoggiati dal sindacato Si Cobas, e l’azienda stessa: dopo più di 60 giorni di presidio fuori dai cancelli della ditta di Prato, diversi scontri tra il sindacato e i vertici di Iron, un incontro in prefettura e l’intervento della Regione Toscana, sembrava che finalmente si fosse arrivati a un punto di svolta. Ma non è stato così. La scorsa settimana il sindacato Si Cobas annunciava una prima vittoria, il reintegro di 9 dei 22 operai licenziati a settembre poiché iscritti al sindacato, a seguito di un confronto tra la Regione e l’azienda: “Il sindacato ritorna in azienda con le prime nove reintegre già dal 16 dicembre. Sbloccato il pagamento del TFR e di tutte le spettanze non pagate. Riaffermato il diritto di sciopero e di associazione sindacale. Sconfitto il tentativo di criminalizzazione della lotta”.

Con queste parole Si Cobas introduceva alcune importanti novità: non solo per il destino di una parte degli operai, ma anche sul diritto allo sciopero e alla possibilità di iscriversi a un sindacato per tutti i lavoratori Iron. Un primo risultato sembrava raggiunto anche sulla questione dei pagamenti: inizialmente infatti l’azienda aveva affermato che non avrebbe pagato il TFR agli ex dipendenti che avevano scioperato “per compensare i danni causati dagli scioperi che avrebbero causato la perdita di alcune commesse”, così riferiva Si Cobas. Un barlume di speranza si era acceso anche per gli altri 13 ex operai per i quali era stato programmato un nuovo tavolo di confronto nella giornata del 6 dicembre.

Invece una nuova comunicazione da parte di Iron&logistics ha nuovamente cambiato tutto: “La Iron&Logistics non rispetterà l’accordo sottoscritto lo scorso 1 dicembre in Regione Toscana. A comunicarlo è la stessa azienda con una PEC indirizzata al sindacato”, scrivono i Si Cobas in un comunicato. E aggiungono: “Nella comunicazione l’azienda non solo disconosce lo stesso sindacato come soggetto titolato a rappresentare i lavoratori, ma disconosce addirittura la Regione Toscana – bollata come come “ente non competente” – delegittimando l’opera di mediazione portata avanti da Valerio Fabiani e quindi lo stesso accordo arrivato dopo otto ore di confronto”.

Un passo indietro, dunque, da parte dell’azienda di logistica che in questi giorni sta già aprendo il suo nuovo stabilimento a Montale, sempre in provincia di Prato, chiudendo definitivamente i cancelli della vecchia sede. Gli operai e il sindacato, che dopo gli accordi avevano interrotto il presidio e lo stato di agitazione, si sono subito precipitati fuori dalla presidenza della Regione in piazza Duomo a Firenze, per chiedere un ulteriore intervento più incisivo da parte della politica dopo l’ultimo atto della Iron. Ancora nessuna dichiarazione in merito da parte dei vertici dell’azienda, mentre i lavoratori si preparano a una marcia per la libertà sindacale e di sciopero programmata in data 17 dicembre.

“Si tratta di un atto di arroganza senza precedenti. Un insulto ai lavoratori, al sindacato e alla stessa Regione Toscana. A quest’ultima chiediamo di reagire immediatamente di fronte a questo atto scellerato dell’azienda”, concludono i Si Cobas, in attesa di avere delle risposte dalla Regione e dalla Iron&logistics. Dalla Regione, invece, arriva la replica di Valerio Fabiani (Pd) a ilfattoquotidiano.it: “Non lasceremo niente di intentato, cercheremo la mediazione fino all’ultimo momento utile. La Regione ha deciso di riconvocare le parti al tavolo istituzionale, sono certo che nessuno vorrà far saltare un accordo siglato in quella sede. Ascolteremo tutti e cercheremo di riannodare il filo del dialogo”.

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