di Lelio Bizzarri*

La puntata 104 de “Il muschio selvaggio”, nella quale è stato intervistato l’influencer (disabile) Emanuel Cosmin Stoica, è stata un esempio di quanto si può essere inadeguati a parlare di disabilità con un linguaggio che non scada nel volgare cinismo pur di evitare i soliti cliché. Non solo: è stata una rappresentazione tristemente lapalissiana delle aberrazioni che si possono generare quando tre uomini si lanciano in avventurose disquisizioni sulla sessualità femminile.

Se, notoriamente, l’intersezione tra l’appartenenza al genere femminile e alla categoria delle persone con disabilità produce una duplice discriminazione, nelle battutacce di Fedez e del suo interlocutore Emanuel è possibile ravvisare un pensiero pericoloso che è premessa dell’abuso sessuale.

Fedez, parlando di assistenza sessuale, afferma: “Parlavamo di disabili donne che vogliono essere scopate!”, evidenziando la tendenza dei maschi ad applicare alla sessualità femminile la versione complementare del sesso maschile: gli uomini vogliono scopare, le donne vogliono essere scopate. Un’affermazione semplicemente illegittima perché pronunciata da un uomo, non vera e soprattutto pericolosa: l’assunto che le donne vogliano subire passivamente una penetrazione è un pregiudizio che apre a comportamenti di abuso e violenza sessuale. A tal proposito è importante sottolineare come negli ultimi anni la Corte di Cassazione ha affermato che il consenso non si può dare per implicito, ma si può escludere il reato solo in presenza di chiari segnali di consenso ad avere un rapporto sessuale di qualsiasi natura.

Quando poi Emanuel fa la battuta: “Almeno non dice stai ferma” si entra chiaramente nell’ambito dell’abuso, in quanto fa della macabra ironia sul fatto che sarebbe più facile possedere le donne con ridotta capacità motoria in quanto non possono opporsi fisicamente al rapporto sessuale.

Ad un certo punto, non senza imbarazzo, Luis Sal si domanda qual è il limite dell’ironia sulla disabilità e Fedez prontamente risponde: “il limite è lui” (Emanuel), perdendo totalmente di vista che quest’ultimo ha un punto di vista parziale anche se appartiene alla categoria. A maggior ragione se parla a nome del genere che non è il suo. Fedez senza rendersene conto ha riproposto la concezione secondo la quale le persone con disabilità non hanno genere. Emanuel è un disabile e quindi può parlare per tutti, donne comprese. Il suo genere viene cancellato dalla categoria “disabile”.

A questo punto è bene ricordare che tutte le donne sono a rischio di abuso. Ogni abusatore ha un diverso pregiudizio da raccontarsi per legittimare il proprio comportamento prevaricatore. Nel caso specifico, lo stereotipo è quello di una donna che, a causa del suo handicap, non può contribuire attivamente ad un rapporto sessuale: ergo al massimo deve sperare di subirlo passivamente.

Tutta l’intervista ha creato una rappresentazione confusa con una forte svalutazione delle potenzialità sentimentali e sessuali degli uomini e delle donne con disabilità. Stoica afferma che gli uomini possono assurgere al ruolo di sugar daddy e Fedez afferma che l’assistenza sessuale dovrebbe garantire la possibilità di fare sesso almeno una volta nella vita. È auspicabile che gli autori della trasmissione diano spazio a donne con disabilità per raccontare la loro esperienza, al fine di superare i pregiudizi e diffondere una cultura che ribadisca rispetto da un lato e piacere e benessere dall’altro.

*Psicologo e psicoterapeuta

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