Nel mare magnum degli atti che compongono la complessa indagine della procura di Torino sulle “dissennate” “manovre correttive” per occultare la reale situazione finanziaria della Juventus e che hanno portato alla richiesta di processo per 12 persone fisiche – compreso Andrea Agnelli – e la stessa società, si trovano email, appunti e intercettazioni che fotografano perfettamente quanto profondo fosse il baratro di cui i vertici erano consapevoli e quanto estreme potessero essere le misure da prendere, compreso “un tornado” di svalutazioni e ammortamenti. In questo quadro di consapevolezza compare anche il fratello di Giorgio Chiellini, ex capitano della Juve. Ebbene secondo gli inquirenti Claudio Chiellini (non indagato), che nella trascrizione di una riunione specifica come fossero necessari 120 milioni di plusvalenze per arrivare a 0, ha “il ruolo di autentico ‘contabile’ delle plusvalenze“. È lui secondo i pm di Torino, che “con cadenza periodica (addirittura settimanale in prossimità della chiusura di esercizio) ha ricordato ai dirigenti, in particolare dell’area sportiva (Fabio Paratici e Federico Cherubini) le previsioni di perdita e le conseguenti “plusvalenze” da conseguire (“to do”)… entro la fine dell’esercizio (bilancio di ogni anno) per colmare il valore negativo di partenza”.

Le manovre correttive previste prima del fermo del campionato – Sono gli ispettori della Consob, scrivono i pm nella richiesta di misura cautelare per gli indagati che dal momento della richiesta di processo sono diventati imputati, a evidenziare l’importanza del messaggio di posta elettronica inviato Chiellini il 27 febbraio 2020 sulle manovre correttive, una missiva che “riveste una particolare significatività”. Difatti il documento, che costituisce una sintesi della riunione dell’Area Sportiva “fornisce un momento di raccordo tra la situazione economica della Società a quella data, gli obiettivi societari delineati nel forecast (previsione, ndr) al 30 giugno 2020 e le azioni correttive ipotizzate a quella data dalla stessa Area Sportiva. Alcune di dette ‘possibili tipologie di operazioni’, tra le quali le plusvalenze da scambi di calciatori, si sono poi realizzate”. Ma c’è di più; il tutto era stato ideato prima delle restrizioni imposte dalla pandemia di Covid. Alla data del messaggio, spiegano gli inquirenti, “il campionato di Serie A non era stato ancora sospeso e, pertanto, non riflette considerazioni sulla perdita di ricavi caratteristici, quali ad esempio i ricavi derivanti dalla chiusura degli stadi”. Un quadro che non migliora con il tempo, anzi. Per questo, per tamponare “una situazione di costante tensione economica, finanziaria e patrimoniale in progressivo aggravamento” si fa “ricorso alle plusvalenze (definite “strumento salva bilanci” nelle intercettazioni telefoniche)” come mezzo per porre un rimedio che appare difficilissimo, se non impossibile, e comunque gravido di conseguenze sui bilanci futuri. Proprio perché le plusvalenze “perseguite” non comportano operazioni cash (cioè con incasso di denaro) ma da operazioni di “scambio”.

“Sembriamo una manica di servi imbecilli” – Quando le ispezioni della Consob diventano un pensiero fisso e una questione da affrontare con urgenza, l’ex direttore finanziario Stefano Bertola (imputato, ndr) pensa che sia giunto il momento di tirare fuori i documenti per non peggiorare una situazione precaria e delicatissima: “È il tema di lasciare delle persone un po’ sulla graticola, no? Nel senso guarda queste persone son quelle che prendono le decisioni, no?[ … ] È una strategia se vogliamo, no? Uno stile di conduzione della casa [ … ] però non regge più, poteva reggere 20 anni fa ma oggi non regge più e ci sono delle responsabilità intermedie ci sono delle cose che secondo me non si possono neanche più eccepire perché non ti ascoltano più secondo me il messaggio che ti stanno dicendo è: ‘Non è che si può dare tutto il potere a uno’. È uno schema [ … ] che probabilmente loro conoscono troppo bene, han beccato anche in altre società non regge più e [ … ] altrimenti tutte le persone che ci hanno lavorato e ci sono di mezzo anche io che tra l’altro firmo il bilancio 19-20 e so solo il culo che mi son fatto per stare dietro a quei numeri[ … ] sembriamo una manica di servi imbecilli, no eh?”.

“Il tornado necessario” In una e-mail inviata 17 febbraio 2021 Bertola, Stefano Cerrato (direttore finanziari dal gennaio 2021 anche lui coinvolto), e Marco Perrone (partner della società Kpmg non indagato), ricevono una mail dall’Investor Relations Team (non indagato). “Ci sono le plusvalenze che migliorano le Net loss (perdite nette, ndr) dei prossimi anni, ma questo genera un nuovo tornado di Devalutation & Amortization (D&A, Svalutazioni e Ammortamenti),” e, più avanti, 11 con le nuove assumptions (ipotesi, ndr) su plusvalenze e D&A: non si ferma il tornado, anzi … abbiamo bisogno del tornado“. Per gli inquirenti la conclusione è che la “necessità di ripianare le perdite d’esercizio della società appare, quindi, preminente e, sebbene gli interlocutori siano consci che la contropartita sia l’insorgenza di ingenti ammortamenti e possibili svalutazioni, definiti dall’Investor Relations Team un tornado di D&A”; “Essi hanno i/bisogno del tornado” chiosano gli inquirenti. Ed è lo stesso ormai ex presidente Andrea Agnelli (imputato) che in una conversazione intercettata qualche mese dopo, il 3 settembre 2021, con l’allora amministratore delegato Maurizio Arrivabene (imputato) ammette: “Sì ma non era solo il Covid e questo lo sappiamo bene! [ … ] Perché noi abbiamo due elementi fondamentali: da un lato il Covid, ma dall’altro abbiamo ingolfato la macchina con ammortamenti[ … ] E soprattutto la merda … perché è tutta la merda che sta sotto che non si può dire“.

Le operazioni e l’incognita X Tra le manovre messe in atto dalla Juventus gli inquirenti individuano anche quello particolare relativo al fatto che la “pianificazione delle operazioni, in particolare di scambio (di giocatori, ndr), avviene “per valore” anziché per calciatore” con le operazioni devono essere a saldo zero. Infatti “alcuni documenti esaminati riportano sovente, nella pianificazione degli scambi, in contropartita ai calciatori che si prevede di acquistare o cedere, l’incognita “X”, verosimilmente con il fine di significare che gli atleti indicati verranno scambiati a determinati valori con dei giocatori allo stato ignoti. Le compravendite delle predette attività immateriali appaiono pertanto – continuano gli inquirenti guidate in primo luogo da ‘esigenze di bilancio’ (sovente di entrambe le società interessate) e, solo in seconda (ed eventuale) battuta, da ragioni di carattere sportivo. L’indifferenza in ordine al calciatore trattato è – ragionano gli inquirenti – ovviamente, facilitata (rectius resa possibile) dalla previsione di assenza di esborso di denaro (e, quindi, dalla natura preventivata di scambio dell’operazione); altrimenti, in caso di esborso cash, ovviamente, il nominativo del calciatore oggetto di interesse sarebbe senza dubbio individuato ab initio. In conclusione, il valore dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori oggetto di scambio sia stabilito esulando da qualsivoglia valutazione di carattere sportivo”.

Aggiornato da redazione web alle 13.47 del 5 aprile 2023

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