“Stralciamo solo cartelle vecchissime sotto i mille euro e per le quali la riscossione avrebbe per lo Stato un costo superiore a quello che incasserebbe. Per le altre cartelle stabiliamo il principio che l’importo dovuto si paga interamente con una piccola maggiorazione e la possibilità di rateizzare. Non siamo di fronte a un condono“. La premier Giorgia Meloni parla di manovra, del disastro di Ischia e di molti altri temi in un’intervista a doppia pagina sul Corriere della Sera, firmata dal direttore Luciano Fontana. Sulla “tregua fiscale” fa affermazioni che sono però smentite dalla relazione tecnica della manovra, che quantifica i costi per le casse pubbliche in 3,6 miliardi complessivi tra cui oltre 730 milioni di mancate entrate dovute allo stralcio delle mini cartelle sotto i 1000 euro. Quelle che secondo Meloni non val la pena di riscuotere.

La leader di FdI rivendica tutte le misure più discusse della manovra. Il reddito di cittadinanzanon è stato utile a contrastare strutturalmente la povertà e non ha funzionato come strumento di inserimento nel mercato del lavoro. Al M5s vorrei chiedere se quando lo hanno istituito lo immaginavano come una sorta di vitalizio. Se la risposta è sì, io non sono d’accordo. Se la risposta è no, visto che ci sono persone che lo prendono da anni e non hanno mai trovato lavoro, dimostra che non ha funzionato“, dice. E alle polemiche per l’abolizione, a partire da settembre 2023, della misura di sostegno nei confronti dei percettori ritenuti “occupabili” risponde: “Tutti sanno che io ho sempre contestato il principio del reddito di cittadinanza, ma mi pare che fossero d’accordo anche molti altri. Vedere il Pd, che votò contro l’istituzione del reddito, oggi scendere in piazza per difenderlo dimostra la strumentalità di certe posizioni”.

Difende anche la contestata decisione di togliere l’obbligo di pos per i commercianti sotto i 60 euro, il tetto al contante innalzato a cinquemila euro e ovviamente la “tregua fiscale”. “Non danno la sensazione di un liberi tutti e di una fuga dalle tasse?”, chiede il direttore del Corriere. “Non penso”, risponde la leader di FdI. “La polemica sul tetto al contante mi sembra poi abbastanza pretestuosa. Ci siamo attestati sulla media europea, ma occorre ricordare che l’economia europea di riferimento, la Germania, non ha il tetto al contante”, sottolinea. E però non è vero: Berlino sta per introdurre un tetto (a 10mila euro) perché “riduce il rischio che i patrimoni criminali siano occultati”.

Sulla frana a Ischia, che ha già fatto otto vittime accertate, la premier sottolinea che “c’è tantissimo lavoro da fare, ma serve anche un approccio culturale diverso. Perché ogni euro investito sulla cura del territorio è un euro investito per dare ai nostri figli un’Italia più sicura e protetta”. E sulla discussa frase del suo ministro Gilberto Pichetto Fratin, che ha proposto di “mettere in galera i sindaci” che consentirebbero gli abusi edilizi, commenta: “È stata un’espressione infelice, ma che voleva probabilmente sottolineare la necessità che le istituzioni siano chiamate a rispondere delle loro responsabilità”.

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