“Dato che il padre della ragazzina sta rompendo molto le scatole non se l’è sentita di archiviare”. È un messaggio vocale inviato su Whatsapp da un’allenatrice che nel 2018 fu sospesa per tre mesi. A rivelarlo a Repubblica è il padre di Giada Marchetti, la ginnasta che raccontò di essere stata colpita con una clavetta da quella stessa allenatrice. Ma la vicenda si intreccia con le denunce di abusi psicologici e vessazioni avanzate da molte atlete della ritmica nelle ultime settimane. A capo delle indagini sulle violenze, infatti, c’è il procuratore federale Michele Rossetti. Proprio a lui si riferisce l’audio rivelato dal padre della ginnasta.

La denuncia di Sergio Marchetti di quattro anni fa portò a un’audizione tra Rossetti e l’allenatrice. Al termine quest’ultima registrò un audio, che inviò in un gruppo Whatsapp: “Oggi il procuratore federale si è esposto con me e il mio avvocato dicendo che avrebbe potuto archiviare, perché ha capito che razza di persona è Marchetti, ma dato che il padre della ragazzina sta rompendo molto le scatole non se l’è sentita di archiviare perché avrebbero potuto riaprire il caso in futuro. E niente, andrò in un tribunale tra un mese”, spiegò l’allenatrice. “A meno che qualcuno non decida tra virgolette di venirmi incontro, testimoniando in mio favore. Purtroppo non può farlo nessuno di voi se non persone presenti in quel momento o che magari hanno avuto a che fare con le ragazzine. Questa è una cosa da verificare se è fattibile, altrimenti sarò io contro di loro in tribunale e un giudice deciderà”.

Questa registrazione vocale “riepilogativa”, poi, fu inoltrata a Sergio Marchetti, che la consegnò alla Procura il 2 ottobre 2018. Il padre della ginnasta presentò anche una denuncia sulla violazione della sospensione di tre mesi da parte dell’allenatrice. A suo dire, infatti, la donna continuò a svolgere le sue attività, partecipando anche ai mondiali di Pesaro. “Abbiamo ingaggiato un investigatore privato, le prove ci sono”, ha detto Marchetti a Repubblica. Le denunce presentate non portarono a nulla. Infatti, la prima, quella relativa all’audio, portò soltanto ad un’ammonizione nei confronti della tecnica. La seconda, invece, fu archiviata.

Il padre ha ancora raccontato che alcune famiglie, seppure “consapevoli dei comportamenti dell’allenatrice, non andarono contro di lei per paura di possibili conseguenze sulle figlie, anche sui rispettivi nullaosta. Una mamma recentemente mi ha anche chiesto scusa”. Marchetti si è espresso anche sulla figura del procuratore federale Rossetti: “Doveva verificare i comportamenti dell’allenatrice, si è messo a indagare sulla mia persona, suggerendo alla tecnica di raccogliere testimonianze sul mio carattere e i miei atteggiamenti. Ha ascoltato tutte le allenatrici di Giada da quando aveva 4 anni facendo domande solo per screditare la mia immagine di padre. È assurdo, non erano inerenti. Potevo anche essere il padre più cattivo del mondo, ma bisognava fare luce sugli abusi fisici denunciati”, ha concluso.

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