La Commissione europea ha presentato oggi le valutazioni sulle leggi di Bilancio per il 2023. L’Italia, causa cambio di governo, non ha ancora presentato la sua manovra (approvata la notte scorsa), ma da Bruxelles è comunque arrivata l’attesa relazione sul meccanismo di allerta, punto di partenza del ciclo annuale della procedura per gli squilibri macroeconomici eccessivi. Vi si legge che “in Italia rimangono invariati i timori legati all’elevato rapporto debito pubblico/Pil” che continua a preoccupare “nonostante sia sceso al 150,3% nel 2021”. “Complessivamente si tratta di muoversi in un contesto difficile, in cui bisogna mettere freno all’inflazione e, al tempo stesso evitare una recessione“, ha commentato il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni. “Quindi occorre mantenere un livello di supporto all’economia, di investimenti e far fronte agli altri prezzi dell’energia. Questo delicato equilibrio è quello che chiediamo ai diversi Paesi. Fra i Paesi esaminati ce ne sono alcuni che non rispondono pienamente alle raccomandazioni della Commissione e ai quali chiediamo di correggere le loro prospettive di bilancio”.

Nel dettaglio, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia saranno sottoposti a una valutazione approfondita visto che nel precedente ciclo annuale in quei Paesi sono stati rilevati squilibri economici. La valutazione sarà mirata ad accertare se gli squilibri si aggravano, sono in fase di correzione o sono stati corretti. In più verranno “monitorate da vicino” alcune tendenze potenzialmente rischiose legate a “pressioni sui prezzi, dinamiche competitive o sviluppi del mercato immobiliare” in Repubblica ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Lussemburgo e Slovacchia, non soggette a valutazione approfondita nel 2021/2022.

“Mentre si prevede che il rapporto debito/Pil continuerà a diminuire, dovrebbe rimanere ben al di sopra del livello del 2019″, spiega il report. “Il disavanzo pubblico rimane elevato, anche se si è ridotto al 7,2% nel 2021 e si prevede che continui a restringersi”, continua il documento. “Gli spread dei rendimenti delle obbligazioni sovrane si sono discostati notevolmente dalla media dell’Eurozona, che aumenta i costi di finanziamento. I rischi di sostenibilità fiscale sono elevati nel medio termine, mentre il calo previsto dei costi di invecchiamento riduce il rischio a medio nel lungo termine”. Di conseguenza “la Commissione trova opportuno esaminare in modo approfondito la persistenza di squilibri eccessivi e la loro previsione di rientro per l’Italia”.

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