La direzione del Lazio dà il via libera ad Alessio D’Amato, assessore uscente alla Sanità della giunta Zingaretti e sostenuto anche dal Terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, come candidato alla presidenza della Regione per il Partito democratico. L’ipotesi di “primarie” verrà discussa nel tavolo con gli alleati, anche se non sembra sfondare: “Le primarie? Non ci sottraiamo se verranno chieste, è la nostra genesi, se questo serve a contribuire ad allargare il perimetro della coalizione”, ha spiegato lo stesso D’Amato, al termine della direzione dem del Lazio, alla quale si sono presentati in 34 su 50 (con il solo voto contrario di Marco Miccoli, a cui ieri – nel corso di un evento – l’assessora del M5s, Roberta Lombardi, aveva chiesto di favorire la partecipazione del M5s alle primarie scegliendo un candidato condiviso con l’area della sinistra progressista, ndr).
Resta però soprattutto il nodo del Terzo Polo, che rischia di spaccare la coalizione, di fronte ai dubbi di Si e Verdi. “L’ombra di Calenda su D’Amato? Non c’è l’ombra di nessuno – ribatte invece il responsabile Enti Locali, Francesco Boccia -, c’è il Pd che dà un’indicazione molto chiara e da domani Alessio D’Amato lavorerà ad allargare ancora il più possibile la coalizione. Domani ci sarà il tavolo del centrosinistra che potrà prendere qualsiasi decisione sulle modalità di allargamento”, ha spiegato. E ancora: “Ambigua alleanza con Calenda alle Regionali? ”Abbiamo fatto alleanze anche con mondi civici che venivano anche da aree più lontane rispetto a noi. Amministriamo città anche con loro. Ma non vorrei che passasse l’idea che il Pd non esiste più. Non è mai stato detto no a Conte sui temi che aveva posto, anche perché quelli sono i temi su cui abbiamo lavorato molto bene con Nicola Zingaretti in Regione. Noi abbiamo governato, e governato bene, cambiando la storia della sanità del Lazio, e oggi chi si tira indietro rischia, dopo aver portato Meloni a Palazzo Chigi, di consegnare alla destra anche la Regione Lazio“.
Lo stesso segretario regionale Bruno Astorre ha poi rivendicato: “Nelle proposte programmatiche del Partito democratico sono comprese sostanzialmente tutte le proposte che ha fatto Giuseppe Conte: dalla mobilità sostenibile al lavoro, alla sanità, alla transizione energetica. Naturalmente l’unico punto che non c’è e che non ci potrebbe mai essere in un programma regionale è la questione del ciclo dei rifiuti di Roma, che attiene al sindaco di Roma, non è da programma regionale e su questo il Pd sostiene Roberto Gualtieri”, ha concluso.
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