“Bene così, l’aria è cambiata”, queste le parole scritte sui suoi social dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini dopo l’apertura francese del porto di Marsiglia alle 234 persone a bordo della Ocean Viking, la nave della Ong Sos Mediterranée che fino a ieri mattina era ferma al limite delle acque italiane.

In realtà il vicepremier è stato un po’ impreciso: l’aria che si respira nel nostro Paese è rimasta sempre la stessa. A cambiare più che altro sono le persone che, sedute dietro la loro scrivanie immerse nel calduccio dei loro uffici, si affannano a cercare la definizione più calzante e inumana possibile per parlare in maniera distaccata di quei poveri cristi che, dopo aver rischiato la vita in mare, si trovano bloccati in un limbo delimitato dalle pareti d’acciaio delle navi su cui si trovano. Così mentre nel nostro Paese qualcuno dall’alto definisce “carico residuale” le persone salvate in mare parlando di “sbarco selettivo”, dalla Francia arrivano parole prese da un vocabolario forse del tutto sconosciuto ai nostri sapientoni – più che sapienti governanti. Da Marsiglia fanno infatti sapere che “saranno fatti scendere tutti i migranti dalla nave” visto che “non ci sono restrizioni possibili” perché “tutti hanno diritto di presentare la domanda di asilo”.

Da una parte l’immagine di una Francia che accoglie, dall’altra quella del nostro Paese fiero di aver tenuto al largo delle nostre coste oltre 900 persone per pura propaganda politica che, ora dopo ora, andava a infrangersi sui loro corpi martoriati e colpevoli di non essere annegati tra le acque di quel Mediterraneo diventato ormai un grande cimitero a cielo aperto.

Alle parole delle autorità francesi si sono aggiunte anche quelle della Commissione europea che ha invitato l’Italia a “minimizzare la permanenza delle persone a bordo delle navi” in maniera conforme a quanto prescritto dal diritto internazionale del mare (ignorato nonostante ci abbiamo fatto pure un nuovo Ministero) e il regolamento europeo n. 656 del 2014.

Parole, quest’ultime, che saranno sicuramente sfuggite agli intransigenti ministri nostrani che, fatta la “selezione” dei migranti più vulnerabili e solo per questo autorizzati a mettere piede su terra italiana, hanno intimato ai comandanti delle Ong di portare il resto del loro carico fuori dai porti di quella stessa patria dei cui confini si sono proclamati difensori. D’altronde è stata la stessa premier nel pomeriggio di ieri a ribadirlo su Facebook: ”Il nostro obiettivo è difendere la legalità, la sicurezza e la dignità di ogni persona. I cittadini ci hanno chiesto di difendere i confini italiani e questo governo non tradirà la parola data”.

Ma davvero, trattando delle persone umane come dei rifiuti da caricare e scaricare a seconda della retorica che tira, pensate di difendere la dignità umana? Davvero siete convinti che la legalità si costruisca impedendo lo sbarco a persone che, dopo essere state a tu per tu con la morte in mezzo alle onde del Mediterraneo, chiedono semplicemente l’opportunità di poter avere una vita migliore nel nostro Paese? Davvero volete difendere la sicurezza del nostro Paese da quei bambini che, rientrati nello “sbarco selettivo”, avete fatto scendere dopo due giorni e a cui avete mostrato un’immagine del tutto indegna del nostro Paese? Omuncoli senza cuore del “rimandiamoli a casa” o del “lasciamoli annegare tutti”: sapete, per esempio, che a bordo della Ocean Viking c’era anche una bambina siriana di soli 4 anni in viaggio con il padre?

Entrambi, spinti dalla speranza di un futuro migliore, hanno tentato più volte la traversata, ma la guardia costiera libica li ha riportati più volte indietro. Durante uno di questi viaggi, la barca su cui viaggiavano si è rovesciata. Il padre è riuscito a salvare la figlia nuotando, letteralmente, in mezzo ai cadaveri di tutti coloro che non ce l’hanno fatta. Prima di giudicare quel padre che, forse, ha l’unica colpa di voler far vivere sua figlia in un Paese migliore da quello dove è nata, provate a passarvi per un attimo una mano sulla coscienza pensando agli orrori che quella bambina, nonostante la sua tenera età, ha già visto; poi riavvolgete il nastro per tornare indietro di qualche ora. Bypassate le dichiarazioni sui “carichi residuali” e sugli “sbarchi selettivi” focalizzandovi sull’accoglienza che le abbiamo riservato.

Le scene a cui abbiamo assistito credo che non rappresentino affatto il nostro Paese, manipolato da chi crede di poter usare quel Mediterraneo, costato la vita a tante persone, come il proprio parco giochi; da chi ha l’ardire di mostrarsi intransigente con i deboli e amichevole con i forti, da chi in tutti questi anni più che difendere il Paese ha preferito illuderlo a suon di promesse e propaganda.

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