La possibilità di stare in piedi e fare qualche movimento per i bambini che non potevano. Si chiama Atlas 2030 ed è il primo esoscheletro indossabile per la riabilitazione dei bambini tra i 4 e i 10 anni che non possono camminare a causa di paralisi cerebrale infantile, mielolesioni (lesioni del midollo spinale fino alla vertebra C4), atrofia muscolare, distrofia muscolare, miopatie e altre malattie neuromuscolari. L’unico modello disponibile in Italia, distribuito da Emac Tecnologia Vitale, è stato presentato oggi all’Irccs San Raffaele di Roma alla presenza del ministro della Salute Orazio Schillaci. “La ricerca è indispensabile per una sanità migliore” e “gli Irccs sono il luogo dove si può fare ricerca e innovazione ad alto livello”, ha detto il ministro. “L’esoscheletro che oggi state presentando interessante e trova applicazione nei pazienti più piccoli e fragili, a cui deve andare la nostra attenzione”.

“Il successo dell’esoscheletro nell’adulto – ha spiegato Claudia Condoluci, responsabile dell’Area pediatrica e delle disabilità dello sviluppo dell’Irccs romano – ci ha indotti a valutare la possibilità di un suo utilizzo in ambito pediatrico. La maggior parte dei bambini che lo stanno già utilizzando presso il nostro reparto non ha mai camminato in autonomia. Con Atlas può farlo e può svolgere anche attività come calciare una palla e disegnare, cose che non avrebbe mai pensato fossero possibili”. Per Condoluci tutto questo, oltre che sul piano motorio, ha “un importantissimo impatto sulla sfera cognitiva, emotiva e sociale per il bambino e la famiglia“.

Per valutare gli esiti di questo approccio riabilitativo, il San Raffaele ha deciso anche di proporre uno studio, RoboKId, che coinvolgerà 20 bambini. Il robot, ha spiegato Francesco Infarinato, responsabile del Laboratorio di bioingegneria della riabilitazione, “utilizza articolazioni attive a rigidità variabile che per biomimesi imitano i processi della funzione muscolare naturale, garantendo il controllo in sicurezza del movimento in bambini con disturbi neuromotori”. “La sua unicità – ha aggiunto – risiede nella tecnologia elastica che si adatta al corpo, è dotato di 8 motori (due sull’anca, uno al ginocchio e uno alla caviglia su ciascuna gamba) per assicurare la libertà di movimento in tutte le direzioni (sistema ‘overground’) ed è utilizzato in associazione con un sistema di supporto che garantisce la sicurezza”. Per Marco Franceschini, direttore del Laboratorio di ricerca clinica in riabilitazione neuromotoria dell’Irccs romano, permettere ai bambini di camminare in modo fisiologico con ripetibilità e intensità “è un’opportunità terapeutica di fondamentale importanza”. Per l’assessore alla Salute della Regione Lazio, Alessio D’Amato, si tratta di “un passo in avanti verso la sanità del futuro” e “sono orgoglioso che sia stato svelato per la prima volta proprio nella nostra regione, in un centro Irccs come il San Raffaele di Roma, simbolo di ricerca e innovazione”.

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