Con la ripresa delle esportazioni dall’Ucraina, il momento più difficile della crisi globale alimentare sembra scongiurato. E così tanta parte dei solenni impegni per l’agricoltura mondiale pare abbiano perso slancio. Eppure i problemi, sia legati alla guerra che non, restano, causando fame nel mondo e vittime. Risulta allora ancor più importante tenere gli occhi ben fissi sui dati – purtroppo spesso sconfortanti – che arrivano dalla scienza. Nel caso di specie su un nuovo studio pubblicato su “Nature Sustainability” e intitolato “Policy implications of multiple concurrent soil erosion processes in European farmland”. Dallo studio emerge che dei circa 110 milioni ettari di terra coltivabile nell’Unione Europea, 43 milioni sono a rischio di erosione a causa di un singolo fattore causale, 15,6 milioni ettari sono a rischio per la presenza di due fattori di erosione e 0,81 milioni ettari per la presenza di tre o più fattori.

Gli autori della ricerca – in prima battuta Pasquale Borrelli dell’Università degli Studi Roma Tre – stimano inoltre che circa 3,2 milioni ettari di terreno coltivabile siano suscettibili di danni da una possibile interazione di aumento dell’erosione da inondazioni, siccità, acqua e derivante dal vento. “Un suolo sano – scrivono i ricercatori – è alla base dell’agricoltura e del funzionamento dell’ecosistema. I cambiamenti nella qualità del suolo influiscono sulla fornitura di importanti servizi, compresi la fornitura di cibo, l’approvvigionamento idrico, il sequestro del carbonio e il mantenimento di un importante pool genetico microbico da cui estraiamo risorse biomediche, tra gli altri”.

Nello specifico, aggiungono, l’erosione del suolo ne riduce la stabilità, altera la struttura, diminuisce la capacità di ritenzione idrica e porta a una perdita di nutrienti, danneggiando così tutte le sue principali funzioni, non solo la sua produttività. Ecco allora che interventi a livello nazionale, ma soprattutto europeo, diventano essenziali per limitare questo fenomeno per preservare non solo le capacità agricole del continente ma anche tutti gli altri vantaggi ambientali derivanti da un suolo sano. Per gli studiosi, ad esempio, le loro stime potrebbero servire “come base per lo sviluppo di una rete di monitoraggio efficiente e a diversi livelli che possa guidare le strategie di mitigazione dei fenomeni di erosione nell’ambito della politica agricola comune europea 2023-2027.” “La strada verso un sistema agricolo sostenibile – concludono – a emissioni zero e rispettoso della biodiversità, auspicato dal Green Deal dell’UE, passa attraverso una strategia tematica per la protezione del suolo da molteplici processi di erosione simultanei”.

di Gianmarco Pondrano Altavilla

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