Con l’inflazione volata in ottobre all’11,9%, dopo mesi di rincari e bollette alle stelle, arrivare a fine mese sta diventando complicato per tanti. Ilfattoquotidiano.it ha raccolto altre storie di lettori che fanno i salti mortali: al supermercato se la cavano cercando i prodotti scontati perché in scadenza, sono costretti a scegliere tra l’acquisto dei libri di scuola per i figli e il pagamento del conguaglio al condominio o tra le medicine e una serata in pizzeria, tremano al pensiero di quando dovranno accendere il riscaldamento. Raccontate la vostra situazione a redazioneweb@ilfattoquotidiano.it.

Gian Elio, 71 anni, Udine – “Fino a un anno fa vivevo con dignità“. Il signor Gian Elio ha vissuto per anni in Africa, quando era più giovane. Tornato in Italia non aveva più nulla e non aveva maturato i contributi necessari per la pensione. “Vivo con un assegno sociale da 650 euro, ma non voglio fare la vittima. Come me ce ne sono tanti. Sono solo un esempio di cosa significhi la povertà“. Affronta la vita con ottimismo Gian Elio. Non gli interessano gli eccessi: “Rinuncio a tante piccole cose con piacere. Il problema sono gli imprevisti, bisogna sempre sperare che vada bene. E ora, con l’aumento della spesa al supermercato e delle bollette elettriche, non va molto bene”. Non può far molto per tagliare ancora. Usa gli elettrodomestici dopo le 23 per sfruttare la fascia F3, quella meno costosa, e non accende mai i fornelli elettrici per cucinare. Mangia freddo o crudo. Il gas in casa non ce l’ha, usa una stufa a pellet due ore al giorno, nei momenti più freddi dell’anno, per scaldare un po’ la stanza in cui dorme. “Basta per levare il ghiaccio. Anche se forse, col fatto che dovrò spegnere il frigo per risparmiare, avere la casa congelata potrebbe essermi utile”. Il problema è che il prezzo del pellet in un anno è più che raddoppiato. “Uso circa 25 sacchi a stagione di norma, ma ora non potrò permettermeli. Cerco di allungarli con le bucce degli arachidi che mangio o con il mais che a volte mi regalano”. Vive in una casa che una signora gli ha concesso in comodato d’uso, dopo essere venuta a conoscenza della sua condizione. “Ora lei è morta e i suoi figli vogliono venderla, quindi forse finirò sotto un ponte. Ho fatto anche dei lavoretti per sistemarla in questi anni, prima ci pioveva dentro. Magari mi serviranno come referenze quando dovrò rimettermi a lavorare a 71 anni”. Si lamenta che a fianco a lui viva una signora con cinque appartamenti sfitti e vuoti che farebbero comodo a persone come lui. “La gente vive in macchina in questa grande epoca del progresso tecnologico“.

Rossella, 50 anni, provincia di Cuneo – “La pasta piccola come gli anellini quando viene cotta si gonfia: sembra che ne esca quasi una porzione in più“. È una delle scoperte che si fanno quando il caro bollette costringe a risparmiare sul carrello della spesa. Rossella l’ha imparato negli ultimi mesi. Anche la spesa si fa precaria e al supermercato si va facendo affidamento sugli “sconti che ci sono sui prodotti che hanno scadenza il giorno stesso o il giorno dopo”, sottolinea. E rivela che alcuni suggerimenti diventati virali sui social funzionano davvero. “Una volta che l’acqua bolle spengo il gas, lascio che termini la cottura come ci hanno spiegato”. Per andare nell’azienda dove lavora come impiegata Rossella usa la macchina, ma è l’unica eccezione: per il resto si sposta a piedi o con i mezzi. Sono “piccoli accorgimenti”, così come la necessità di dividere due pizze in tre quando si esce al ristorante, meno pesanti rispetto ad altre scelte che la sua famiglia è stata costretta a fare: “A settembre avrei dovuto pagare la prima rata del conguaglio, non l’ho fatto perché ho dovuto comprare i libri scolastici per mio figlio e fargli l’abbonamento dell’autobus“. Un’altra rinuncia è stata il corso di pilates. Il figlio desiderava iscriversi in palestra: “Do precedenza a lui”. Abitare in una casa di proprietà permette però di risparmiare sull’affitto: anche per questo la scorsa estate Rossella ha fatto una vacanza che era rimasta in sospeso da prima della pandemia. “Certo, siamo andati completamente fuori budget”, ammette.

Luigi, 62 anni, Napoli “Mi mancano due anni alla pensione. Dovrei essere felice e, invece, dopo più di quarant’anni di lavoro da operaio ferroviario non ho niente. Neanche una casa. Non ho mai capito se lavoro per vivere o vivo per lavorare”. Luigi abita in affitto con sua moglie e due dei suoi tre figli. Il più grande ha 30 anni e fa l’ingegnere a Genova. Le altre due, 25 e 23 anni, sono ancora sotto il suo tetto. “Mia moglie non lavora più, ha fatto l’insegnante per qualche anno ma poi ha dovuto smettere. L’unico stipendio rimasto è il mio. Sono riuscito a far sì che tutti e tre i ragazzi si laureassero, ma ho fatto i salti mortali“. Ci mette un po’ a ricordarsi l’ultima volta in cui è andato al ristorante con la sua famiglia: era per festeggiare i 25 anni di matrimonio. “Io cerco di lavorare il sabato, di fare gli straordinari, per mettere via un gruzzoletto per l’emergenze, ma non ci riesco quasi mai. Non posso neanche a sistemare la macchina con cui vado al lavoro tutti i giorni. Non avanza mai nulla per una pizza, per un regalo, un fine settimana fuori casa. Cerco di farmi durare un pacchetto di sigarette per tre giorni”. La moglie di Luigi da anni soffre di una forte depressione: “Tutti i mesi vanno via 400 euro per le sue medicine. Il dottore mi dice che dovrei portarla fuori, farle vivere di più la vita. Ma non ci riesco con il mio stipendio”. Ha chiesto l’anticipo sulla liquidazione e qualche aiutino ai familiari: “Per fortuna ancora il tempo è bello e le temperature sono buone”, ma è preoccupato per quando dovrà accendere il riscaldamento. “Cerco sempre di sorridere davanti alle mie figlie, e soprattutto con mia moglie. Ma poi quando sono in macchina da solo mi chiedo: ‘Come farò?’. Affronto un giorno alla volta”. Dice che se ce l’ha fatta una volta, proverà a farcela di nuovo.

Paolo, 38 anni, Novi Ligure – “Non ci si aspettava un rincaro del genere: abbiamo sempre fatto scelte di investimento consapevoli, ma questo non rientrava nei programmi”. Paolo commenta così l’ultima bolletta che gli è arrivata: la fatturazione del gas tra ottobre e dicembre 2021 è di 800 euro, contro i 463 dell’anno precedente. Stesso aumento per la fattura di gennaio e febbraio 2022: 500 euro, quasi il doppio dei 269 di dodici mesi prima. “Sono state una grande mazzata”, taglia corto. “Per fortuna mi appoggio a un fornitore abbastanza conveniente”, spiega, precisando di sentirsi fortunato. Sia lui sia il suo compagno hanno un buon lavoro a tempo indeterminato: uno nel settore chimico, l’altro nella ristorazione. Questo aveva permesso di guardare avanti e accendere un mutuo per comprare casa insieme. Vuol dire pagare le utenze due volte: la prima per la casa in affitto dove stanno, la seconda per quella che stanno ristrutturando. La spesa mensile per l’appartamento è di 400 euro, meno di quanto spendano per il gasolio delle due auto che devono usare per andare al lavoro. Il carburante è un secondo affitto, in media altri 450 euro al mese. Le rinunce per ora restano circoscritte alle attività del tempo libero: “Abbiamo evitato di andare in vacanza” perché la somma di tutte le spese era troppo alta. “Abbiamo la fortuna di avere buoni stipendi, ma il caro bollette si è fatto sentire”.

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