Le bandiere della Russia e dell’Ucraina sventolano dalla stessa asta a Napoli, insieme ai sette colori che campeggiano dietro la scritta “Pace”. Sono 25mila gli studenti presenti in piazza Plebiscito il 28 ottobre. Sono arrivati in mattinata con i pullman pagati dalla Regione per partecipare all’evento voluto dal presidente della Campania, Vincenzo De Luca. Una generazione nata dopo la metà degli anni ’90, che non ha mai vissuto una guerra in Europa prima di quella tra Mosca e Kiev. “Fermate le bombe”, urlano, sventolando cartelli e striscioni con slogan pacifisti.

“Da Napoli – spiega De Luca – ci sono due messaggi che si intrecciano. Il Mediterraneo significa multilateralismo e multiculturalismo e apertura ai popoli, alle culture e alle religioni. Poi ci sono i giovani, che vogliono dire futuro. Guardate quanti sono in questa piazza”. Si deve arrivare al cessate il fuoco per il presidente: “Dobbiamo svegliare l’Italia, l’Europa dal sonno della ragione. Mentre parliamo ci sono migliaia di giovani che muoiono in Ucraina, mutilati, deportati. Blocchiamo la guerra e inseriamo nelle Nazioni Unite una conferenza di pace insieme alla Cina, che può esercitare una pressione decisiva sulla Russia e riapriamo il dialogo“.

L’idea della piazza, quindi, è quella di fermare subito l’invio delle armi per poi aprire un vero tavolo di trattative per la pace. Al fianco di De Luca c’è il vescovo Antonio Di Donna, presidente della Conferenza episcopale campana, e il governatore della Puglia, Michele Emiliano, che sottolinea come “questa è una manifestazione di popolo, i napoletani intuiscono il pericolo e comprendono il metodo per contrastarlo. Mi auguro che l’Italia sappia imparare da questa città”.

In piazza, insieme a tanti sindaci portati dall’Associazione nazionale comuni italiani, anche il primo cittadino di Napoli, Gaetano Manfredi. “Da qui – dice – arriva un messaggio chiaro. Nessuna ambiguità sul nostro sostegno all’Ucraina e per salvaguardare i diritti del popolo ucraino, ma dall’altro lato c’è la necessità di avviare un discorso che porti alla pace e consenta di superare questo momento così difficile per l’Europa e per il mondo intero”.

Alcuni giovani hanno comunque contestato le forze politiche presenti nella piazza per i comportamenti degli scorsi mesi: “Ci sembra particolarmente ipocrita – hanno detto gli studenti dei collettivi di alcune scuole napoletane – la postura del governatore e del Partito Democratico in generale. Da febbraio a oggi non hanno fatto altro che parlare di armi. Ora come mai si parla di pace?”.

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