Chi ha già avuto a che fare con la neo ministra di Famiglia, Natalità e Pari opportunità Eugenia Roccella è Beppino Englaro. Che ricorda i momenti drammatici prima della morte della figlia nel 2009 e l’opposizione dell’allora governo Berlusconi, compresa l’allora sottosegretaria alla Salute Roccella. Nella vicenda, ha detto oggi Englaro intervistato da Repubblica, “ha dimostrato una grande limitatezza. Ancor oggi la ministra Roccella sostiene che le persone non possono autodeterminarsi nelle scelte mediche fino al punto che avrebbe voluto Eluana”.

Eppure “anche la Cassazione ha parlato di autodeterminazione terapeutica“. “Questa insistenza su una visione sbagliata e già smentita”, ha commentato Englaro, “dimostra che o non capisce o non vuol capire quel che è stato scritto nero su bianco, nella sentenza della Cassazione del 16 ottobre 2007”. “Si vogliono inventare ostacoli solo per la limitatezza di chi, per ideologia o per religione, non vuole rispettare né la medicina né le sentenze dei massimi organi giurisdizionali”.

Ma non solo. Englaro ricorda un altro evento: Roccella “non è stata capace di evitare che venisse decretata la Giornata degli stati vegetativi“, il 9 febbraio, ovvero lo stesso giorno della morte di Eluana. Un gesto che tentò, dice, “con molta poca delicatezza. Come se il nostro dolore contasse zero”. Il padre di Eluana replica ai pro-vita che l’hanno sempre attaccato: “A differenza loro, non voglio giudicare nessuno”. Lo stato vegetativo permanente “Eluana ci aveva detto che non l’avrebbe accettato. Perché quelli che ci hanno fatto la guerra in Parlamento, e anche la signora Roccella, non hanno compreso una cosa così semplice?”, è la sua domanda.

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