Dopo le divisioni tra i partiti e le polemiche incrociate tra Pd, M5s e Terzo Polo, in ordine sparso sulle iniziative per la pace, è stata presentata a Roma in Campidoglio da diverse associazioni della società civile, riunite nella Coalizione “Europe For Peace”, la manifestazione del prossimo 5 novembre contro la guerra, per l’immediato ‘cessate il fuoco‘ e per la promozione di un negoziato e di una conferenza internazionale per fermare il conflitto in Ucraina. “A otto mesi dall’invasione della Russia pensiamo sia arrivato il momento di spingere per un negoziato multilaterale, internazionale“, ha spiegato Francesco Vignarca, della Rete pace e disarmo.
A promuovere l’iniziativa un ampio fronte trasversale che rivendica la propria autonomia: “Questa sarà la manifestazione della società civile italiana, non è promossa da alcun partito. Saranno i benvenuti, se aderiranno alla nostra piattaforma“, ha spiegato nel corso della presentazione Sergio Bassoli, della Rete italiana Pace e Disarmo. E ancora: “Polemiche tra i partiti e distinguo sulle piazze? Ci saremmo aspettati che progressisti e democratici avessero fatto una corsa per scendere in piazza quando erano al governo. Ma ora si era creata una sorta di Opa sul movimento per la pace, così abbiamo ritenuto importante marcare la nostra autonomia e indipendenza“. “Il nostro documento è chiaro: cessate il fuoco e negoziato. Da qui bisogna partire. La questione non è vincere la guerra, ma vincere la pace. Nessuno di noi può essere neutrale: non siamo equidistanti, ma siamo equivicini. Alle vittime ucraine, ma anche agli obiettori di coscienza e ai pacifisti russi che non vogliono la guerra”, ha continuato Giulio Marcon di ‘Europe for peace’ nella sala della Protomoteca in Campidoglio.
Diverse le associazioni e le realtà che hanno già aderito, dalla Cgil nazionale, alle Acli, Arci, passando per Emergency, Libera, Forum del Terzo Settore, Mediterranea, Sant’Egidio e tante altre. Un elenco in continuo aggiornamento: “Sarà una manifestazione davvero unitaria. Il messaggio è chiaro: sia sulla condanna della guerra, sia sul sostegno all’Ucraina, ma in modo particolare sul fatto che dalla guerra non se ne esce con la guerra, ma con un negoziato di pace. Al nuovo governo vogliamo dire di ascoltare questa voce della piazza che chiede pace”, ha spiegato pure Emiliano Manfredonia, presidente delle Acli. “Facciamo nostre le parole di Papa Francesco, che più di tutti i leader mondiali ha indicato la via, una pace che deve stare al di sopra di qualsiasi altra rivendicazione. Non ci potrà essere giustizia finché le armi sparano. Soprattutto ora che siamo sull’orlo di un baratro con la minaccia nucleare è ancora più pressante la necessità di aprire un tavolo di negoziato”, ha concluso Francesco Vignarca.
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