Decine di navi che trasportano gas liquefatto (Lng) vagano di fronte alle coste della Spagna in attesa di consegnare i loro carichi. I cargo fermi sono una quarantina di cui almeno 8 alla fonda nella baia di Cadice. La Spagna, con i suoi 6 impianti, è il paese europeo con la maggiore capacità di rigassificazione d’Europa, un terzo del totale. Gli impianti lavorano al massimo delle loro potenzialità ma l’ondata di caldo anomalo, i depositi ormai pieni e il rallentamento delle industre riducono momentaneamente la domanda. Le navi sono state attratte verso l’Europa dai prezzi molto elevati che i paesi del vecchio Continente sono disposte a pagare per compensare il calo delle forniture russe. Tuttavia, come dimostra anche la forte discesa dei prezzi degli ultimi giorni, in questo momento sembra esserci una sorta di tregua. Alcuni vascelli attendono quindi che le quotazioni risalgano nelle prossime settimane, prima di consegnare la merce. Se la situazione non dovesse risolversi rapidamente le navi potrebbero iniziare a dirigersi verso altre destinazioni e altri compratori. Ieri la Cina ha sollecitato i colossi statali PetroChina, Sinopec e Cnooc a bloccare la rivendita sui mercati esteri di carichi di Gnl in vista della stagione invernale e delle relative necessità domestiche di riscaldamento. In tutta l’Asia le navi da trasporto per il gas liquefatto ormai scarseggiano poiché tutte vedono l’Europa come cliente preferenziale in quanto disposto a pagare cifre molto elevate.

Le importazioni europee di Gnl hanno superato i 3 miliardi di metri cubi alla settimana, il triplo rispetto ad un anno fa. Le autorità spagnole ritengono che la condizione di saturazione degli impianti sia destinata a protrarsi almeno fino alla prima settimana di novembre. Una altra decina di navi attendono al largo di altri paesi Ue e della Gran Bretagna. In settimana è previsto un vertice tra i capi di governo di Francia, Germania, Spagna e Portogallo per discutere la costruzione del gasdotto MidCat che dovrebbe portare il gas che approda nelle penisola iberica verso l’Europa centrale.In Nigeria la società Nigeria Lng, joint venture tra lo stato e le compagnie Eni, Shell e Total, ha invocato la “forza maggiore” per giustificare i suoi ritardi nelle spedizioni a causa delle alluvione che hanno ridotto l’operatività degli impianti. La società è in grado di produrre 22 milioni di tonnellate di Gnl all’anno.

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