Non possiamo pretendere di essere sani in un mondo che è malato (Papa Francesco)

“La mortalità per cancro tra i cittadini italiani non ha una distribuzione né casuale né spazialmente ben definita, ma supera la media nazionale soprattutto quando l’inquinamento ambientale è più elevato in determinate aree del Paese, nonostante le abitudini di vita più sane”. E’ quanto scoperto al termine di uno studio, pubblicato simultaneamente sulle riviste internazionali Science of the Total Environment e Nature Scientific Data, realizzato da un team di scienziati dell’Università degli Studi di Bari, dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, del Cnr e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

I ricercatori hanno analizzato i legami tra mortalità per cancro, fattori socio-economici e fonti di inquinamento ambientale in Italia, a scala regionale e provinciale, utilizzando metodi basati sull’intelligenza artificiale. La provincia con tasso di mortalità da tumore più alta nel decennio 2009-2018 è risultata quella di Lodi, seguita da Napoli e Bergamo. Caserta è ottava, ma la somma dei cittadini residenti delle sole province di Napoli e Caserta (4 milioni di cittadini) è pari alla somma dei cittadini di tutte le altre 8 province italiane tra le prime dieci in classifica!

Fa molta impressione e addolora molto che uno studio scientifico così importante in Campania non abbia avuto sinora nessun’eco significativa né sui media locali né soprattutto all’interno delle istituzioni sanitarie e ordinistiche regionali, tranne per noi Medici dell’Ambiente che abbiamo combattuto una battaglia da soli da oltre 15 anni subendo ogni possibile umiliazione ed offesa. E’ una guerra, una guerra vera che combattiamo in Campania da troppi decenni. Ogni giorno, e adesso ne abbiamo la conferma scientifica, decine di cittadini inermi si ammalano e muoiono in eccesso in maniera evitabile per mancato controllo ambientale e dei flussi di rifiuti speciali, industriali e tossici prodotti innanzitutto in Campania in regime di evasione fiscale e quindi illecitamente smaltiti.

Dal Convegno Internazionale Polieco appena concluso, che ha visto la partecipazione dei maggiori esperti nel settore della lotta ai traffici illeciti dei rifiuti, abbiamo avuto la conferma che la Campania oggi si caratterizza non più come principale sede di smaltimento locale di rifiuti tossici (Terra dei Fuochi I fase sino al 2014) ma come principale Regione “di transito” dei traffici illeciti di rifiuti anche tossici, in cui sono stati localizzati il maggior numero di siti di deposito e/o di trasferenza dove concretizzare al meglio la famosa “truffa del giro bolla cartaceo”, con la trasformazione e modifica dei codici CER dei rifiuti in transito, al fine di inviare poi in tutto il mondo o in tutto il resto di Italia rifiuti con codici CER “ammorbiditi”, per consentire ovunque Lo smaltimento al costo più basso anche di rifiuti pericolosi.

I camorristi hanno capito che si facevano male sversando rifiuti nei territori da loro controllati e hanno adeguato i loro turpi traffici trasformando la Campania in sola regione di transito (terza e quarta fase di Terra dei Fuochi). I Medici nel loro complesso, ad eccezione di noi Medici dell’Ambiente, fanno finta di non avere ancora capito cosa ha significato e significa, in termini di danno alla salute pubblica, smaltire scorrettamente nel proprio territorio decine di milioni di tonnellate di rifiuti anche pericolosi ogni anno ormai da oltre trent’anni.

La Campania era e resta l’unica regione d’Italia a zero impianti di smaltimento finale per rifiuti industriali e ospedalieri, compresi i radioattivi. Per mantenere la “pace sociale” la Regione Campania ha tollerato sin troppo il “lavoro nero”, facendo mancare del tutto controlli preventivi validi in tutte le aziende manifatturiere specie del settore tessile, calzaturiero ed edile, principale fonte dei rifiuti da smaltire illecitamente sia nella nostra regione che in tutto il mondo. Si è preferito per ormai troppe decine di anni subire un danno ambientale gravissimo e non controllato del territorio pur di non “disturbare” troppo l’economia “sommersa” su cui si è basata gran parte della ripresa eccezionale del PIL anche dopo il Covid.

Ora improvvisamente viene fuori, chiarissimo ma inascoltato, che questo avvelenamento continuo e sin troppo negato fa molto male alla salute dei residenti che per le sole province di Napoli e Caserta sono pari ai due terzi di tutta la popolazione campana. Improvvisamente, abbiamo visto pure il nostro Presidente De Luca terrorizzato da questo shock energetico gravissimo che sta mettendo in ginocchio in tutta Italia la manifattura legale, ma che in Campania sta mettendo in ginocchio anche la manifattura illegale che costituisce (dati Dda) sino al 47% complessivo della nostra quotidiana attività manifatturiera.

In assenza di lavoro, sia nero che legale, come potremo andare avanti nei prossimi mesi senza una eccezionalmente grave crisi sociale? E’ una autentica bomba atomica sociale senza precedenti che sta per scoppiare. Condividiamo quindi totalmente gli appelli del Presidente De Luca a dare priorità assoluta al tema del lavoro con eccezionale urgenza in regione Campania, così come gli appelli a risolvere, tramite immediate iniziative nazionali ed internazionali, la questione energetica con una immediata cessazione delle ostilità tra Russia ed Ucraina – ma non apprezziamo assolutamente che una mobilitazione così importante e giusta sia promossa da chi sino ad oggi ed ancora oggi nega la gravissima guerra con centinaia di morti evitabili in Campania ogni giorno per disastro ambientale da eccesso di lavoro nero, che genera smaltimenti tossici non controllati ogni giorno.

Chi ha negato oltre ogni limite di ragione l’esistenza stessa dei morti per la nostra quotidiana guerra della “munnezza” da lavoro nero (Terra dei Fuochi), ora che si rende conto che sta per scoppiare per questo una bomba sanitaria e sociale, non appare minimamente credibile come alfiere e portabandiera di iniziative e manifestazioni “per la pace immediata”, solo per recuperare un po’ di gas, magari per continuare a lavorare, produrre e smaltire illecitamente in nero?

Timeo Vicienzos et dona et pacem ferentes. E l’assonanza con i Sopranos di origini campane, che hanno gestito e continuano a gestire i flussi dei rifiuti industriali per modificare per i propri illeciti interessi i codici Cer dei rifiuti in transito, a zero impianti di smaltimento finale, non suona purtroppo casuale.

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