L’intervista di Marco Damilano al filoso francese Bernard-Herni Lévy nella puntata di Il cavallo e la torre andata in onda su Rai3 lunedì 19 settembre alle ore 20.40 “ha violato i principi di correttezza e imparzialità sanciti dalle disposizioni in materia di par condicio“. Lo ha deciso l’Agcom, con il voto contrario della Commissaria Elisa Giomi. Ritenendo insufficiente per riequilibrare e sanare le violazioni riscontrate la messa in onda della puntata di ieri, martedì 20 settembre, Agcom ha ordinato alla Rai di trasmettere, in apertura della prima puntata utile del programma, un messaggio in cui il conduttore Damilano comunichi che nella puntata del 19 settembre non sono stati rispettati i principi di pluralismo, obiettività, completezza, correttezza e lealtà.

Dopo la messa in onda della puntata si erano scatenato le critiche del centrodestra, con il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Alberto Barachini, senatore di Forza Italia, che aveva perfino parlato di “un grave attacco contro la democrazia italiana”. Lega e Fratelli d’Italia, poi, ne avevano approfittato per continuare la loro crociata contro il servizio pubblico. Il Carroccio in particolare, che con Matteo Salvini ha lanciato anche la proposta di togliere il canone, aveva perfino chiesto le dimissioni dell’amministratore delegato Carlo Fuortes. Lamentele erano arrivate anche da Usigrai, in particolare contro Damilano: “Il conduttore scelto all’esterno dell’azienda nonostante si potesse contare su quasi 2000 profili interni“.

Bernard-Herni Lévy aveva attaccato Matteo Salvini e Giorgia Meloni, parlando del possibile pericolo del ritorno del fascismo in Italia. Parole che avevano provocato la furente reazione di Lega e Fratelli d’Italia, che avevano presentato esposti all’Agcom. Damilano, nella puntata di ieri, si era dunque dissociato dalle frasi del filosofo, ospitando lo storico Giovanni Orsina, che ha espresso tesi opposte rispetto a quelle di Levy. L’Autorità, però, ha ordinato alla Rai di trasmettere, in apertura della prima puntata utile del programma, un messaggio in cui il conduttore comunichi che nella puntata del 19 settembre non sono stati rispettati i principi di pluralismo, obiettività, completezza, correttezza e lealtà. La trasmissione del messaggio non è avvenuta nella puntata di questa sera, perché la decisione dell’Agcom è arrivata a ridosso della messa in onda, ed è attesa dunque nella puntata di domani, giovedì 22 settembre.

“La tutela del pluralismo – spiega la commissaria Elisa Giomi, motivando il suo voto contrario – non passa per un computo matematico delle parole espresse contro o a favore dei diversi soggetti politici, come fossimo dei ragionieri della verità, significa piuttosto assicurare la varietà e l’equilibrio complessivo delle opinioni politiche di tutti”.

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