“Cosa sanno gli animali?”. È il titolo dell’edizione di quest’anno, la trentacinquesima, dei Colloqui di Dobbiaco, il tradizionale appuntamento internazionale di fine settembre che promuove il confronto tra esperti italiani e di lingua tedesca e il pubblico presente sulle grandi tematiche ecologiche e climatiche.

Il tema scelto dal Comitato scientifico – di cui mi onoro di fare parte insieme a Wolfgang Sachs e Helmut Knoflacher – è solo apparentemente insolito rispetto alle edizioni precedenti, e recupera semmai una lacuna. Dalle tante discussioni su ecosistemi e biodiversità avevamo lasciato fuori gli animali che ne sono invece una componente essenziale. E così, dopo i Colloqui dedicati a “Cosa sanno gli alberi?” quest’anno ci chiediamo “Cosa sanno gli animali?”.

È risaputo da tempo che non sono solo i primati e i delfini a comportarsi in modo intelligente; anche uccelli, polpi e insetti sanno esprimersi con modalità intelligenti ed empatiche che ci dicono che sono in grado di provare sentimenti. Ma c’è di più: i ricercatori individuano crescenti evidenze sull’esistenza di una vita interiore anche in creature da cui non ce lo aspetteremmo mai; mi riferisco a uccelli, insetti e persino microrganismi. Una realtà che ci fa capire che gli animali, grandi o piccoli che siano, hanno una propria vita interiore, e quindi anche per questo sono portatori di diritti che vanno rispettati, al di là dell’utilità che queste creature hanno per l’uomo. Ed è proprio su quali siano questi diritti che non c’è unanimità, ovvero che si apre il dibattito in che misura siano inviolabili qualora si dimostrino essere in conflitto con il “servizio” che si suppone gli animali debbano svolgere per l’uomo.

Nel corso dei Colloqui 2022 si affronteranno quindi contraddizioni e questioni etiche che contraddistinguono il rapporto conflittuale tra uomo e animale: amiamo i nostri animali domestici ai quali attribuiamo sentimenti (vedi la proverbiale fedeltà del cane) eppure mangiamo carne come se non provenisse da quel medesimo mondo a cui appartengono gli animali d’affezione; difendiamo la natura e desideriamo per noi una vita all’aria aperta ma chiudiamo gli occhi sulla detenzione, al chiuso, nei grandi allevamenti intensivi, di decine e decine di esemplari di bovini, maiali, conigli, galline e polli, spesso rinchiusi in gabbie, dove sono privati di spazio; spesso anche di vita sessuale che in quei contesti ha solo valenza riproduttiva e viene sostituita da inseminazioni artificiali; e infine di vicinanza ai piccoli nel caso dei bovini, che alla nascita vengono separati dalla madre.

Si tratta di tematiche non nuove per il pubblico già sensibile ai diritti degli animali, così come, per gli ecologisti, è noto l’impatto che gli allevamenti intensivi hanno anche su clima e ambiente e non solo sulla qualità di vita degli animali. Come in passato, però, grazie ai contributi e alle analisi degli scienziati, esperti, intellettuali e giornalisti che si occupano di animali invitati, anche questa edizione dei Colloqui offrirà una chiave di lettura originale in grado di mettere a fuoco contraddizioni e paradossi dai quali anche la comunità più avveduta su inquinamento e clima non è immune.

Si inizierà venerdì 30 settembre, nel pomeriggio, con la tradizionale escursione didattica in Val Pusteria, quest’anno incentrata su un tema quanto mai provocatorio: si può parlare di “Caccia sostenibile?”. Seguirà alla sera la tavola rotonda intitolata “Di gatti coccoloni, vitelli di allevamento, cani da guardia e trofei di caccia” che metterà subito i piedi nel piatto del rapporto contradditorio tra uomo e animali, mettendo a confronto soggetti del tutto distanti l’uno dall’altro: un blogger vegano, una cacciatrice, una guardia zoofila e un docente dell’Università di Bolzano. Si proseguirà il primo e il 2 ottobre con gli interventi degli esperti, intervallati dal dialogo con il pubblico, e i gruppi di lavoro tematici. L’ultimo contributo, del professore di teologia morale e spirituale Martin Lintner, “Uomini e animali: coabitanti dell’unica terra. Appello per un’etica della convivenza in una prospettiva cristiana”, proverà a portare a sintesi le varie tematiche affrontate. Complessivamente si tratta anche quest’anno di un programma ricco per un evento da non perdere da parte di chi è interessato ad affrontare in maniera non convenzionale i grandi temi dell’ecologia.

I Colloqui di Dobbiaco si tengono al Centro Culturale Euregio Gustav Mahler, il magnifico edificio in pietra di fine Ottocento dell’ex-Grand Hotel di Dobbiaco, oggetto anni fa di un riuscito recupero conservativo, circondato dal verde e dal suggestivo scenario delle Dolomiti. Info e prenotazioni: info@colloqui-dobbiaco.it

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