Lontano dai lustrini della Champions, dove il potere appartiene a una cerchia sempre più ristretta di squadre, si trova forse la vera essenza del calcio europeo. E non manca nemmeno il talento. Magari ancora grezzo, da levigare con cura, ma comunque già pronto a deflagrare. Tenendo conto di criteri come l’età, i margini di potenziale miglioramento e il possibile impatto sui tornei di riferimento, ecco una lista (per forza di cose incompleta) di quelli più promettenti, profetizzando per loro un futuro da top player.

Arda Güler, Fenerbahçe – Se ancora minorenne indossi la maglia numero 10 di uno dei club più prestigiosi della Turchia come il Fenerbahçe, appartenuta ad una bandiera come Alex, non può essere un caso. L’incipit della carriera di Arda Güler sembra quello classico del predestinato: prelevato dal Gençlerbirliği dopo un torneo under 14, Güler ha debuttato in prima squadra nell’agosto del 2021, in occasione di un play-off di Europa League con i finlandesi dell’HJK Helsinki, e da allora non è mai più uscito dai radar della formazione senior. In patria lo hanno già paragonato a Mesut Özil, ma già in questa fase embrionale della propria carriera il talento del Fener sembra essere un tipo di trequartista meno fumoso e più concreto: nelle ultime due stagioni ha segnato 5 reti e servito 5 assist in 22 apparizioni, assicurando una contribuzione ogni 52 minuti circa. Qualche settimana fa è arrivata anche la sua prima doppietta in campionato, nel 6-0 rifilato al Kasimpaşa, a testimonianza di come Arda Güler sia decisamente pronto a spiccare il volo. In Turchia sono già rassegnati a perderlo prima o poi: “So che Arsenal e Bayern Monaco hanno già presentato offerte molto importanti per lui”, ha rilevato Erol Tokgolzer, ex tecnico di Güler ai tempi del Gençlerbirliği, ad un portale turco.

Mohamed-Ali Cho, Real Sociedad – Prima di cedere Alexander Isak al Newcastle negli ultimi giorni di mercato, incassando una cifra vicina ai 70 milioni di euro, la Real Sociedad aveva già portato a casa il sostituto, almeno in prospettiva. Si, perché Mohamed Ali-Cho, prelevato dall’Angers per circa 12 milioni di euro, ha tutte le carte in regola per diventare un crack del calcio mondiale. Svezzato nelle accademie di PSG ed Everton, l’attaccante francese ha avuto i primi di assaggi di professionismo con la maglia dell’Angers, anche se prima ha dovuto fare un passaggio con la seconda formazione bianconera. A dispetto della giovanissima età (2004), è stato uno dei protagonisti dell’ultima stagione dello SCO, mettendo anche a referto 4 reti. Al di là dei numeri, Ali-Cho è un esterno molto rapido che da il meglio quando può scaricare il contachilometri e divorare il campo di fronte a sé. In più, la capacità di accelerazione nel breve, abbinata alle sterzate repentine con cui riesce a cambiare direzione in maniera fulminea, lo rende imprevedibile. Inserito in uno dei contesti calcistici più all’avanguardia della Liga, Momo è già risultato decisivo, fornendo l’assist per Sadiq nell’ultima partita di campionato con l’Atletico Madrid. Del resto, la pressione non è mai stata un problema per lui. “Ho iniziato ad allenarmi con i professionisti a 15 anni. A 16 già giocavo in Ligue 1”, ha ricordato in un’intervista a Marca.

Benoît Badiashile, Monaco – Cercato in estate anche dalla Juventus, a caccia di un sostituto di De Ligt, Benoît Badiashile è forse il difensore più promettente della nouvelle vague francese. Con oltre 100 presenze all’attivo con il Monaco nonostante la giovanissima età, Badiashile appartiene a quel club di centrali aggressivi – e in un certo senso istintivi – dotati di quella consapevolezza necessaria per usare la propria struttura fisica per contrastare gli avversari, sempre più richiesti dal calcio moderno. Eppure la sua capacità più appariscente è quella di saper occupare proficuamente le linee di passaggio degli avversari. Badiashile possiede capacità di lettura e posizionamento decisamente fuori dal comune: nell’ultimo anno, secondo Fbref, il centrale del Monaco ha avuto una media di quasi 3 intercetti a partita (tra i migliori d’Europa). “Su questo aspetto sono migliorato molto lavorando duramente in allenamento. Ho imparato qualcosa di nuovo con ogni allenatore che ho avuto, cerco di lavorarci e metterlo in pratica nelle partite. Questo è ciò che mi ha aiutato a diventare il giocatore che sono oggi”, ha spiegato al sito della Ligue 1, dicendo di ispirarsi anche a Thuram.

Fabio Silva, Anderlecht – Dopo l’infruttuosa esperienza con il Wolverhampton, conclusa con appena 4 reti, Jorge Mendes lo ha parcheggiato all’Anderlecht. E in Belgio Fabio Silva è letteralmente esploso: in questo inizio di stagione è stato semplicemente devastante, realizzando 5 reti nelle prime 6 gare con i biancomalva, per poi rallentare e segnarne un’altra nelle successive 5. A dispetto della stazza, il portoghese è un centravanti elegante, possiede una discreta tecnica e sa attaccare la profondità. In un campionato sicuramente meno intenso della Premier League, e al centro dell’attacco di una squadra piena zeppa di pepite purissime – come Julien Duranville, il classe 2006 in rete nell’ultimo week-end di Jupiler Pro League) – sembra aver trovato la cornice tecnico-tattica ideale per tirar fuori tutto il suo enorme potenziale, dimostrando a tutti perché nell’estate del 2020 i Wolves avessero sborsato qualcosa come 40 milioni di euro per strapparlo al Porto.

Rareș Ilie, Nizza – Tra i colpi più interessanti messi a segno quest’estate dall’ambizioso Nizza di Jean-Pierre Rivère c’è sicuramente Rareș Ilie. Prelevato dal Rapid Bucarest, dopo un’annata da 6 gol e 10 assist nella massima divisione rumena, Ilie è considerato il prospetto più luminoso del calcio rumeno insieme ad Octavian Popescu dello FCSB, anche lui impegnato in Conference League. L’ex Rapid è la classica ala elettrica, abilissima a giocare nello stretto e in grado di switchare ritmo all’azione offensiva creando superiorità numerica in qualunque momento. Nel pessimo avvio di stagione del Nizza di Faivre, quintultimo in Ligue 1, l’esterno rumeno è stata forse l’unica nota positiva. Tanto che sulla fascia destra sembra essere già diventato una pedina inamovibile. Di tutto questo Dumitru Dumitriu, decano delle panchine del calcio rumeno, non è per nulla stupito: “La cosa migliore di lui è che non perde mai la lucidità, non ha fretta, non gioca a caso. È un giocatore forte tecnicamente ma anche a livello cerebrale, nel modo di intendere il calcio Questi sono giocatori molto rari”, ha dichiarato a Romania Postsen.

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