Lo scontro tra Fratelli d’Italia e Lega si fa incandescente in Veneto, a causa dei sondaggi elettorali e dell’autonomia. Da una parte perché le previsioni di voto attribuiscono al partito di Giorgia Meloni il 30 per cento dei voti, in Veneto, più del doppio della Lega, che annasperebbe attorno al 14 per cento. Dall’altra perché il governatore Luca Zaia (ed ora anche Matteo Salvini) continua a dire che l’autonomia è il tema prioritario per il Carroccio, altrimenti la coalizione di un futuro possibile governo di centrodestra non andrà lontano, ma Fratelli d’Italia arriva una risposta molto cauta. Un sondaggio Demos, pubblicato dal Gazzettino alcuni giorni fa disegna una situazione scioccante per i vertici leghisti, che alle Europee del 2019 sfiorarono la maggioranza assoluta dei voti. Salvini è corso ai ripari arrivando in Veneto a dire che l’autonomia, chiesta con un referendum popolare cinque anni fa, non potrà più essere rinviata. Il giorno dopo, però, Guido Crosetto, tra i fondatori di Fdi, ha rilasciato un’intervista in cui ha detto con chiarezza: “Al primo punto dell’opera del Governo ci deve essere il contrasto alla crisi economica, l’aiuto alle imprese e alle famiglie in un periodo così difficile. L’autonomia si farà insieme al presidenzialismo, già nella prima parte della legislatura, ma non subito. Prima c’è da risolvere l’emergenza economica e fin quando ci sarà la crisi economica sarà molto difficile parlare di altro. Ma una volta messo in sicurezza il paese, allora sì che si potrà pensare all’autonomia”.

Un modo per rimandare tutto alle calende greche? È quello che temono i leghisti, che sono subito scesi in campo. Salvini, piuttosto scocciato: “Leggo che per altri l’autonomia viene dopo, secondo me è un errore. Per me l’autonomia viene prima. Chi sceglie la Lega fa questa scelta di vita. Autonomia significa efficienza, risparmi, merito. Siamo in una terra che merita, desidera, che ha scelto e legittimamente ambisce all’autonomia”. Pur ammettendo che il governo dovrà pensare alle bollette degli italiani, ha aggiunto: “La prima riforma di cui non solo milioni di veneti, ma milioni di italiani hanno diritto, per la Lega è l’autonomia regionale”.

Il commissario veneto Alberto Stefani, salviniano di ferro, ha messo in chiaro, guardando alle future rappresentanze romane: “I parlamentari veneti della Lega non voteranno il presidenzialismo se prima non sarà chiusa la partita dell’autonomia. Il programma di governo sottoscritto da tutti i rappresentanti del centrodestra parla chiaro: l’autonomia è in cima all’agenda”. I candidati leghisti rincarano. L’eurodeputata Mara Bizzotto: “Noi siamo una forza autonomista e lo diciamo chiaro e tondo, l’autonomia deve arrivare subito, ora risolviamo la crisi energetica, poi si lavora per l’autonomia delle nostre regioni, con buona pace di Crosetto e di Fdi. Non ci sarà alcun governo di centrodestra senza che si faccia l’autonomia del Veneto, della Lombardia e delle altre regioni che la vorranno chiedere”. Il senatore Andrea Ostellari: “Prima bollette e autonomia. La Lega non molla mai. Crosetto non ci gira attorno. La differenza fra Lega e Fratelli d’Italia è tutta qui: per noi l’autonomia viene prima di tutto. Per noi senza autonomia non si esce dalla crisi”.

In qualche modo Crosetto ha poi rettificato, riferendosi all’autonomia: “Chiederemo che nel primo Consiglio del ministri sia approvata la legge-quadro”. Eppure il coordinatore veneto del partito della Meloni, Luca De Carlo, ha invitato a non mettere fretta agli alleati, visto anche che nelle discussioni del governo Draghi nessuno aveva sollevato il tema dell’autonomia. Una puntura di spillo è venuta da Arrigo Cipriani dell’Harry’s Bar, intervistato dalla Nuova Venezia. “Matteo Salvini è venuto in Veneto a promettere che l’autonomia sarà nell’ordine del giorno del primo Consiglio dei ministri? Sarebbe bello, ma purtroppo con Giorgia Meloni al governo non avremo mai l’autonomia: Fratelli d’Italia è un partito romanocentrico. Se vince lei ce la dimentichiamo per sempre l’autonomia”.

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