È stato salutato come uno storico pacchetto legislativo per contrastare il cambiamento climatico e favorire la produzione di energia pulita. Secondo i dati presentati dal governo americano permetterà di ridurre entro il 2030 le emissioni di gas a effetto serra del 40% rispetto ai livelli del 2005. Eppure, i 369 miliardi di dollari su misure energetiche stanziati all’interno del più ampio “Inflation Reduction Act” appena firmato dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden offrono nuovo impulso anche ai combustibili fossili, aprendo alla possibilità di nuove esplorazioni prima di virare verso le rinnovabili. “Lo hanno chiamato Inflation Reduction Act come strumento di marketing”, ha affermato John Harwood, corrispondente dalla Casa Bianca della CNN, puntando il dito contro il senatore Joe Manchin, promotore della legge e tradizionalmente vicino all’industria del carbone. A difendere Manchin c’è un avvocato d’eccezione: Bill Gates, fondatore di Microsoft e oggi protagonista anche dell’industria energetica di nuova generazione, che dietro le quinte negli ultimi anni ha sensibilizzato i decisori pubblici per la svolta climatica.

Incentivi alla riduzione delle emissioni – Il fulcro del pacchetto è una serie di crediti d’imposta tecnologicamente neutri che possono essere utilizzati per qualsiasi forma di produzione di energia a basse o zero emissioni di carbonio. Gli interessati potranno scegliere se utilizzare il nuovo credito d’imposta sugli investimenti, coprendo il 30% del costo del progetto, oppure utilizzare il nuovo credito d’imposta sulla produzione, che li ripagherà per ogni kilowattora di elettricità generata a zero emissioni. Ulteriori crediti di imposta sono previsti per stimolare la decarbonizzazione dell’industria pesante. Per le famiglie sono stati approvati 10 anni di sussidi per l’acquisto di pompe di calore, scaldabagni elettrici e pannelli solari per le proprie case. Previsti fondi anche per programmi di addestramento tecnico agli installatori delle nuove tecnologie. Infine, sono stati riservati incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici, offrendo sconti di 7.500 dollari per i veicoli elettrici nuovi e 4.000 dollari per i veicoli usati.

Le ambiguità sui combustibili fossili – Il disegno di legge non mira solo a contenere le emissioni ma anche ad aumentare la produzione di energia. Per raggiungere questo obiettivo il pacchetto prevede l’espansione delle esplorazioni alla ricerca di combustibili fossili in Alaska e nel Golfo del Messico. Oltre a una innovativa disposizione che potrebbe legare lo sviluppo della produzione di energia rinnovabile sulle proprietà federali allo sviluppo della produzione di energia da combustibili fossili: si vieterebbe infatti l’installazione di impianti solari o eolici su terreni federali o fondali marini se non siano stati prima utilizzati per le esplorazioni di petrolio e gas. In altre parole il Dipartimento degli Interni, cioè il dicastero del Governo che controlla la maggior parte delle terre appartenenti allo Stato e provvede alla gestione dei parchi nazionali, dovrebbe mettere a disposizione milioni di acri di terre e acque pubbliche per l’esplorazione ai fini dell’estrazione di petrolio e gas, prima che vengano assegnati a progetti di energia rinnovabile. Se in un primo momento i gruppi ambientalisti avevano ritenuto che questa misura fosse un “patto suicida per il clima”, ora concordano con i più vicini al mondo dei combustibili fossili sulle ambiguità di fondo della legge. “Ci sono molte cose che l’amministrazione può fare per non trasformare questo pacchetto in una corsa a capofitto verso il petrolio e il gas”, ha affermato Drew Caputo, dirigente della ong Earthjustice.

Il background di Joe Manchin – Promotore del progetto, insieme a Chuck Schumer, è stato il senatore democratico Joe Manchin, già definitosi “conservatore, centrista e moderato”, e già governatore della Virginia Occidentale. Manchin ha costruito la propria fortuna nell’industria del carbone con la società Enersystems, fondata nel 1988 con la missione di prelevare scarti di carbone da miniere abbandonate vendendoli alle centrali elettriche. Sebbene abbia ceduto la leadership al figlio con il suo ingresso in politica nel 2000, Manchin detiene ancora azioni e incassa dividendi dalle attività del gruppo. E ha segnato la sua carriera politica con la difesa degli interessi delle industrie di combustibili fossili: secondo la ong OpenSecrets, che traccia i finanziamenti ai politici americani e le attività di lobbying, dall’inizio del suo impegno come senatore nel 2010 Manchin ha raccolto oltre 26 milioni di dollari di finanziamenti, e nell’ultimo biennio risulta essere tra i principali destinatari di finanziamenti dalle industrie minerarie, del carbone e di oil & gas. “In quanto superpotenza del mondo, è fondamentale non indebolire il nostro status eliminando energia sicura e conveniente proveniente da combustibili fossili, prima che le nuove tecnologie siano pronte a soddisfare il nostro fabbisogno in modo affidabile”, ha dichiarato il senatore presentando il disegno di legge. “L’Inflation Reduction Act investe nelle tecnologie necessarie per tutti i tipi di combustibili – idrogeno, nucleare, rinnovabili, combustibili fossili e stoccaggio di energia – da produrre e utilizzare nel modo più pulito possibile”.

Il ruolo di Bill Gates – “La gente dice che a Joe [Manchin] piace il carbone o qualcosa di simile. Questo non è giusto. Joe voleva un pacchetto sul clima”. È quanto ha affermato invece Bill Gates, in un’intervista a Bloomberg che fa emergere il ruolo del fondatore di Microsoft nella costruzione del progetto di legge. Gates avrebbe infatti sommessamente avviato un’azione di persuasione su Manchin e altri senatori dal 2019, prima cioè che Joe Biden prendesse posto alla Casa Bianca, in attesa dell’opportunità e della finestra temporale giusta per favorire un pacchetto legislativo a favore della transizione energetica. “Il mio dialogo con Joe va avanti da un po’ – ha detto Gates. Quasi tutti i membri della Commissione Energia hanno trascorso alcune ore con me a cena”.

La coalizione per la transizione energetica – L’impegno diretto di Gates per sensibilizzare e investire in materia energetica prende avvio almeno nel 2015, quando a margine della Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (Cop21) di Parigi fu presentata Breakthrough Energy, la coalizione di 28 miliardari investitori guidata dallo stesso patron di Microsoft. Il progetto mira a promuovere lo sviluppo di nuove tecnologie energetiche con l’obiettivo di portare a zero le emissioni nette entro il 2050 attraverso il “collaudato modello di partnership pubblico-privata che Gates ha già utilizzato per trasformare la salute, l’istruzione e il welfare pubblico in tutto il mondo”, si legge nel sito dell’iniziativa. Fusione nucleare, batterie di grande capacità per immagazzinare energia rinnovabile e biocarburanti generati da micro-organismi sono alcuni dei temi all’attenzione della coalizione che include, tra gli altri, Jeff Bezos (Amazon), Richard Branson (Virgin Group), Ray Dalio (Bridgewater Associates), Reid Hoffman (Linkedin), Jack Ma (Alibaba), Aditya Mittal (ArcelorMittal), Hasso Plattner (Sap), David Rubenstein (The Carlyle Group). Breakthrough Energy ha già investito decine di milioni di dollari in numerose start-up e oggi il suo portfolio conta circa 70 società, nessuna delle quali è ancora riuscita a essere commercialmente scalabile ed economicamente sostenibile.

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